Evitiamo di copiare i capolavori?
di Simona Maria Frigerio
Per quasi tre lustri eravamo riusciti a restare lontani dalla mondanità cinematografica, dopo l’esperienza squallida alla Biennale Cinema di Venezia tra tenso-strutture (allora umide e infangate), e la consapevolezza che, appena due centimetri oltre il tappeto rosso, non vi fosse altro che una superficialità autororeferenziale che fingeva di attraccare alle banchine e rideva da passerelle improvvisate, mentre il mondo continuava a girare all’insaputa di divi fuori tempo massimo, giornalisti e critici che si facevano vedere solo ai ricevimenti e alle proiezioni commerciali, mentre la vera industria cinematografica, quella dei film maker – italiani, africani o russi – era disertata tranne che da Enrico Ghezzi, sempre in prima fila e curioso. Purtroppo, quest’anno, siamo stati invitati ad assistere a Zoraide, in anteprima al Lucca Film Festival e al relativo bailamme.
Quasi un’ora ad attendere di entrare per vedere un corto di 28 minuti: tutti sprimacciati sulla solita passerella rossa mentre, a latere della stessa, da una parte andavano in scena tre uomini imparruccati (che non abbiamo compreso né chi fossero né cosa gridassero dai microfoni) e, dall’altra, i fotografi si sbracciavano a ‘immortalare’ il cast del film, in vari abbinamenti: regista e attrice-bambina, l’intero gruppo, il gruppo più i tecnici e così via, tra due ali di recalcitranti spettatori che non ne potevano più della serata – la quale andava raggelandosi anche in senso atmosferico. Davanti a noi, il piccolo mondo antico della Lucca ‘dentro le Mura’, quella tanto chic e snob quanto provinciale: con la signora bene che si copriva la bocca con la mano perché avrebbe voluto mettersi la mascherina ma sarebbe stata la sola, e allora respingeva i virus del SARS-COV-2 con le ditina inanellate cercando di non sbavare il rossetto.
Entrati finalmente in sala – platea ovviamente strapiena grazie all’effetto saggio scolastico, visto che il film è stato girato a Lucca e circondario, ed era presente anche la Scuola di Cinema della Toscana (non sapevamo nemmeno che esistesse… ma dalle urla e dagli appausi a se stessi dovevano essere presenti a fiumi) – ecco salire sul palco, prima, il patron della manifestazione e, poi, il sindaco di Lucca, con un discorso (sulla carta) ineccepibile: ricordiamo il passato, ossia ciò che accadde 80 anni fa, perché non si ripeta (ovvero, non si ripetano le stragi dei civili perpetrate dai nazi-fascisti: circa 10mila persone di cui poi si tenne il segreto, nell’armadio della vergogna, perché i tedeschi erano diventati, nel frattempo, nostri alleati contro l’URSS e gli States ci imponevano di ‘dimenticare e nascondere’, come ha raccontato bene Carlo Lucarelli in una delle sue trasmissioni televisive). “Bravo!”, con tanto di accento alla francese avremmo voluto gridare dalla platea al Sindaco, se non fosse per un piccolo particolare, che quelle stragi di civili si stanno perpetrando oggi, sotto i nostri occhi e con la nostra complicità: solamente in Palestina, Israele – grazie all’appoggio dei Paesi del G7 (Italia compresa) e della Nato – ha già ammazzato circa 40mila civili, di cui 18mila bambini: i nazi-fascisti, al confronto, si moderarono. Carnefici ieri come oggi. Ed è inutile cercare di ripulirci la coscienza circoscrivendo ai fascisti le colpe: l’intera Italia (o quasi) andava in piazza esaltata da Mussolini, e in guerra gli italiani non furono ‘brava gente’: ad, esempio, in Etiopia bombardammo con iprite e arsine nel ‘36; a Domenikon, in Grecia, nel ‘43 ammazzammo 150 civili seppellendoli in fosse comuni; per non parlare dell’invasione della Jugoslavia e delle violenze, stupri e deportazioni che seguirono e che furono commessi dal nostro esercito tra il 1941 e il 1943.
Ma passiamo oltre e scriviamo del film, Zoraide. Partiamo dalla sceneggiatura, che è ampiamente scopiazzata da un capolavoro quale Il labirinto del Fauno, senza però mezzi tecnici tali da ricreare maschere e mondi di fantasia altamente convincenti quanto quelli dell’originale, ma sempre con una bambina protagonista (ovviamente non all’altezza di Ivana Baquero nel ruolo di Ofelia), il leitmotiv della menzogna, la ‘strega’ con gli occhi à la ‘fauno’, il disvelamento della realtà che, in un caso, si identificava con il fascismo franchista e, nell’altro, con il nazi-fascismo – entrambi votati alla repressione dei partigiani.
Dove sta l’originalità, quindi, di un’opera che, a livello di sceneggiatura non solamente gronda di già visto ma anche di ‘vorrei ma non posso’ e che, ancora una volta, ci pone di fronte a fatti accaduti ormai 80 anni fa, quando i medesimi fatti, anzi molto più feroci, si perpetrano oggi ai nostri confini? Il fatto che l’intera assemblea dell’Onu sia uscita dall’aula quando è intervenuto Netanyahu, rimanendo presenti solamente 30 Paesi (quell’Occidente delle ‘regole’ di cui l’Italia fa parte e che sta insanguinando il mondo per depredarne le risorse da oltre trent’anni, fingendo di interessarsi all’ambiente solo quando si tratti di costruire nuove centrali nucleari o di imporre batterie al litio per le nostre vetture) non vi suggerisce nulla?
Se il cinema, le arti, il teatro non torneranno a scorticare il presente, continueremo a cullarci nella falsa idea di essere da sempre dalla parte del giusto e della democrazia. Ma no, italiani, noi non siamo mai stati ‘brava gente’ e tanto meno lo siamo oggi.
Il film è stato trasmesso in anteprima nell’ambito del Lucca Film Festival 2024:
Cinema Astra
piazza del Giglio, 7 – Lucca
sabato 28 settembre, ore 19.45
Zoraide
regia Emiliano Galigani
produzione: 9muse, Kahuna Film, Ems
anno di produzione: Italia, 2024
genere: fantasy/storico
cortometraggio, durata 28 mimuti
venerdì, 18 ottobre 2024
In copertina: La Locandina del corto (particolare per ragioni di layout)