Legal drama in melassa musical
di Simona Maria Frigerio
Nel 2019 avevamo recensito il cult Joker (1) e, sebbene non ci siamo mai fidati di sequel e prequel, abbiamo voluto dare fiducia a uno tra i migliori attori della sua generazione, Joaquin (sebbene non bravo quanto River) Phoenix – ovviamente all’altezza anche in questo secondo e (si spera, ma non è certo visto il finale con passaggio di testimone) ultimo capitolo.
Il film Folie à Deux è un noioso legal drama che ricorre al musical per riempire i vuoti di idee, i dialoghi televisivi stantii, e i buchi nella sceneggiatura (con siparietti su sfondo nero quasi teatrali), e una serie di citazioni da strizzatina d’occhio tra regista e critici (i quali, forse grazie a questo invito all’autocompiacimento da saputelli, si sperticano in ovazioni per la solita salsa rancida hollywoodiana) – dal duetto in stile Sonny & Cher (con pantaloni a zampa di elefante) alla scalinata de La fuga, capolavoro di Delmer Daves; e così via. Per non parlare del virtuosismo fine a se stesso delle chicche fotografiche, come la ripresa dall’alto dei quattro ombrelli multicolori con al centro Arthur Fleck, solo sotto la pioggia; o i rimandi alle atmosfere lugubri del solido e onesto Alzatraz. L’isola dell’ingiustizia e ad altri film sull’isola/carcere ora Museo degli orrori per turisti in vena di emozioni di seconda mano; o a un Jack Nicholson d’annata in Qualcuno volò sul nido del cuculo quando Fleck, come McMurphy che si ’autocondanna’ per il suicidio di Billy, qui rinuncia alla maschera a fronte dell’uccisione di un altro recluso da parte delle guardie (ovviamente in stile aguzzini), quasi a voler ammettere che la brutalità del sistema carcerario è la miglior ‘cura’ per i detenuti che cercano di ‘cavarsela’ – Beccaria si rivolta nella tomba.
Tutto ciò che in Joker infastidiva i benpensanti, ossia la critica feroce a un sistema individualista, capitalista e votato ai 15 minuti di celebrità che partorisce mostri, insieme a una realistica resa dei tagli all’assistenza sociale e medico/psicologica che ne creano altrettanti, è riportato nell’alveo della normalità a Stelle e Strisce dove il villain pagherà, come nei morality play, per gli omicidi compiuti e l’immagine di Gotham/States ne uscirà nuovamente linda: non esistono cause socio-economiche, familiari, eccetera. I mostri si auto-generano e vanno semplicemente estirpati come gramigna per salvare il grano, o (biblicamente citando) è necessario separare il grano dal loglio una volta per tutte. Scelta perfettamente in linea col sistema giuridico e legale degli States – dove chi sbaglia paga – e al rimando addirittura all’arcangelo Gabriele del finale.
Lady Gaga, con la sua voce tra il fioco e il rauco, non brilla né quando canta né quando recita. Del resto, la cosiddetta follia a due si riduce alle velleità di una ragazzina insipida, vuota come una canna vuota (ma ricca) che si innamora del serial killer ‘fico’ di turno – molto più simile alla triste figura reale di Carole Ann Boone infatuata del femminicida Ted Bundy, che non alla geniale Juliette Lewis nel ruolo di Mallory Knox, protagonista – con Woody Harrelson nei panni di Mickey Knox – della migliore folie a deux cinematografica statunitense, ossia Natural Born Killers, diretto da quel geniaccio ribelle di Oliver Stone.
Scontato, melenso, filo-potere egemonico e tranquillizzante in stile televisivo (perché, altrimenti, vivere in un Paese dove si commettono stupri, rapine e omicidi ogni secondo e che continua a definirsi il miglior mondo possibole?) fino a quell’esplosione di una autobomba che, in tempi di guerra come i nostri – quando cadono come vittime innocenti migliaia di bambini palestinesi sotto le bombe israeliane foraggiate da States ed Europa e gli ucraini non russofoni si divertono a far saltare in aria oppositori politici, giornalisti e civili – appare quanto mai urticante: come se Todd Phillips dopo aver lanciato una pietra con Joker, abbia ritratto la mano con questo patetico riscatto di un carnefice che era, in realtà, l’ennesima vittima della superficialità del sogno statunitense (e non americano!).
Joker: Folie à Deux
regia Todd Phillips
sceneggiatura Todd Phillips e Scott Silver
fotografia Lawrence Sher
montaggio Jeff Groth
musiche Hildur Guðnadóttir
scenografia Mark Friedberg
costumi Arianne Phillips
con Joaquin Phoenix (Arthur Fleck / Joker)
e Lady Gaga (Harleen ’Lee’ Quinzel / Harley Quinn)
138 minuti
Usa, 2024
venerdì, 11 ottobre 2024
In copertina: La Locandina del Film