Perché la vaccinazione dei bambini palestinesi suscita dubbi
di Simona Maria Frigerio
A Gaza – dove dall’ottobre 2023, la popolazione vive ammassata tra rifiuti e liquami sversati per strada, sotto le bombe e senza più servizi igienici e acqua potabile – l’ONU e l’OMS hanno chiesto di vaccinare circa 640.000 bambini contro la poliomielite. Israele ha concesso dal 1° settembre tre finestre temporali di 9 ore al giorno per 3 giorni per tale fine ma, come da lettera aperta sottoscritta da medici, ricercatori e da Medicina Democratica, intitolata L’ultima goccia della complicità dell’Ue solleva la nostra indignazione (1), bisogna fare alcune considerazioni in merito. In primis, va tenuto conto che i bambini sono già stati “vittime di cecchinaggio, come documentato da medici internazionali operanti a Gaza” e, quindi, l’operazione poteva essere pericolosa sia per le famiglie sia per gli operatori sanitari; in secondo luogo, la richiesta di Josep Borrell di “3 giorni di cessate il fuoco come se fossero la panacea per Gaza, a seguito della stessa richiesta espressa dagli USA” fa pensare che l’Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Unione Europea “non abbia mai visto neanche una foto di cosa è adesso Gaza e di come sia costantemente sotto attacco, e che non si domandi che senso abbia vaccinare i bambini per poi non proteggere la loro vita”. In pratica, qual è l’obiettivo di somministrare un vaccino se poi il bambino che lo riceverà continuerà a sopravvivere o morire sotto le bombe? Ovviamente condividiamo quanto affermato nella conclusione della lettera aperta: “Non accettiamo più questa ignoranza e la malafede politica. Come dichiarato anche dal Direttore Generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, «l’unica medicina duratura è la pace» e «l’unico modo per proteggere completamente tutti i bambini di Gaza è un cessate il fuoco»”.
Dal caso specifico alla scelta del vaccino
E però a questo punto chiediamoci anche quale vaccino dovrebbe essere stato somministrato ai bambini di Gaza. Secondo il dottor Roger Hodkinson (2), CEO del Western Medical Assessments (3), “i filmati degli sforzi vaccinali di massa a Gaza mostrano bambini che ricevono il vaccino per via oprale. Ciò è inquietante dato che questo tipo di vaccino contro la poliomielite non è più accettato negli US e in altri Paesi perché può avere effetti avversi gravi, inclusa la poliomielite” (nella forma che provoca la paralisi).
Leggendo questa denuncia, abbiamo cercato di capire di cosa si tratti e per quale motivo un tale allarme in aggiunta alle già precarie condizione di sopravvivenza dei bambini palestinesi.
Secondo i Manuali MSD (4), ossia i manuali Merck – riferimento medico di primaria importanza pubblicati dalla società farmaceutica statunitense – la poliomielite si sviluppa o a causa del “poliovirus selvaggio” o, molto raramente (4 casi ogni milione di dosi, 5) per “una mutazione nel poliovirus vivo contenuto nel vaccino orale. Il virus mutato può venire trasmesso da coloro che hanno ricevuto il vaccino a persone non vaccinate, continuando a mutare e può potenzialmente causare la poliomielite. In alcuni Paesi, il virus mutato era praticamente l’unica causa di poliomielite, quindi nella maggior parte dei Paesi (compresi gli Stati Uniti) l’uso del vaccino antipolio orale è stato interrotto”.
In tutto il mondo – secondo la letteratura scientifica – scopriamo che sono disponibili due tipi di vaccino: uno contenente il poliovirus inattivato (vaccino di Salk), somministrato per iniezione; e il succitato vaccino contenente il poliovirus vivo (vaccino di Sabin), da assumere per bocca. Altrove troviamo ulteriore conferma: “Negli Stati Uniti, dove la poliomielite è stata eradicata, i medici raccomandano soltanto il vaccino per iniezione, con poliovirus inattivato, nei bambini. Il vaccino orale non è più disponibile negli Stati Uniti, ma continua a essere usato in altre parti del mondo”. E ancora: “Il vaccino inattivato contro la poliomielite (IPV), detto anche di Salk, viene somministrato mediante iniezione al braccio o alla gamba, a seconda dell’età della persona. In passato si usava un farmaco con virus attenuato (vaccino orale o di Sabin). Come mai in Europa non si somministra più? Perché raramente poteva dare paralisi simili a quelle della malattia naturale” (6).
E allora, ci chiediamo, perché usare per i bambini palestinesi un vaccino che può avere effetti aversi anche gravi, sebbene rari, ma che potrebbe essere ancor più ‘pericoloso’ su una popolazione infantile già gravemente provata dalla guerra, che vive in mezzo alla sporcizia e che beve acqua non potabile e soffre di malnutrizione o denutrizione, avendo di conseguenza difese immunitarie già ‘sottoposte a grave stress’?
Sempre la letteratura scientifica ci fa sorgere ulteriori dubbi. Un articolo di Science, del 20 marzo 2023 (7), si intitola Polio cases in Africa linked to new oral vaccine, ovvero Casi di poliomielite in Africa collegati al nuovo vaccino orale. Vi traduciamo alcuni passaggi, rimandandovi come sempre all’articolo completo in inglese: “La scorsa settimana, la Global Polio Eradication Initiative (GPEI) ha riferito che 7 bambini, 6 nella Repubblica Democratica del Congo (DRC) e 1 nel vicino Burundi, recentemente sono rimasti paralizzati da ceppi di poliovirus derivati dal vaccino inteso alla prevenzione della malattia. Sfortunatamente, tali casi sono comuni – 786 sono stati riportati l’anno scorso in Africa, Yemen, e altrove” ma la differenza con questi ultimi 7 sarebbe che “GPEI ha affermato ufficialmente il 16 marzo: «Questi sono i primi casi collegati al nuovo vaccino contro la poliomielite che era stato accuratamente sviluppato per evitare tale problema»”. Di fronte alle parole di Leslie Roberts, autrice del pezzo, i dubbi aumentano: ma i casi avversi gravi non dovrebbero essere molto rari? E soprattutto, perché non utilizzare il vaccino che non ne provoca?
Ananda Bandyopadhyay (citato nell’articolo), vice direttore del settore tecnologia e ricerca e delle politiche per la polio presso la Bill & Melinda Gates Foundation e condirettore del gruppo di lavoro di GPEI, afferma che il rischio è comunque “molto ma molto inferiore”.
Ma perché non usare il vaccino di Salk, che è totalmente sicuro ed è utilizzato negli States? Sempre nell’articolo apprendiamo che “il vaccino di Sabin è economico e facile da usare” e sarebbe quindi “il migliore per eliminare la poliomielite in aree povere dove manchino acqua potabile e igiene”. Investire, quindi, in programmi di igiene e sanità pubblica e nell’acqua potabile per tutti, oltre che nella raccolta dei rifiuti, non sarebbe utile? Sembra risponderci sempre lo stesso articolo: “Il problema è che nelle aree dove il tasso vaccinale anti-polio è basso, in rari casi il virus da vaccino può continuare a diffondersi tra la popolazione non immunizzata o non completamente per mesi, accumulando abbastanza variazioni da ritornare alla forma che causa la paralisi”. E qui occorre un breve inciso. Ovvero che non sempre la poliomielite provoca paralisi. Infatti sempre i Manuali MSD spiegano: “Le manifestazioni comprendono una malattia minore aspecifica (poliomielite abortiva), a volte una meningite asettica senza paralisi (poliomielite non paralitica) e meno spesso una paralisi flaccida di vari gruppi muscolari (poliomielite paralitica)” (8). In secondo luogo, “nel 2022, il poliovirus di tipo 1 selvatico circolava solo in 2 Paesi (Afghanistan, 2 casi paralitici; Pakistan, 20 casi). Al contrario, focolai di poliovirus derivati dal vaccino sono stati segnalati in altri 31 Paesi, tra cui gli Stati Uniti, il Regno Unito, Israele, Malawi, Ciad, la Repubblica Democratica del Congo e lo Yemen” (8). Terzo, se è già difficile in Occidente rimanere paralizzati e avere una buona qualità di vita, non possiamo immaginare cosa accada a un bambino in Africa o a Gaza che resti paralizzato.
Ma torniamo all’articolo di Science: “Nel 2011, un team internazionale di ricercatori, finanziato dalla Gates Foundation” (che ci domandiamo perché non usi i suoi fondi per acquistare semplicemente l’altro vaccino o per portare acqua potabile e servizi igienici nelle bidonville del mondo) “ha iniziato a lavorare su una correzione tecnica. Partendo dallo stesso tipo 2 di virus del vaccino di Sabin, hanno modificato il suo genoma in diverse parti affinché fosse meno probabile che ritornasse a provocare la paralisi”. E più oltre: “Dal marzo 2021, GPEI e i suoi Paesi partner hanno somministrato almeno 600milioni di dosi del nuovo vaccino per rispondere a scoppi di epidemia in 28 nazioni – finora senza imprevisti. I 7 casi di paralisi sono emersi in due ‘emergenze’ – in altre parole, due virus vaccinali hanno provocato le paralisi indipendentemente, nel Kivu Sud e nelle province del Tanganika in Congo, e da lì hanno iniziato a diffondersi. Il caso isolato in Burundi, nella provincia di Bujumbura Rurale, è collegato al ceppo del Kivu Sud; detto virus è stato altresì localizzato in cinque campioni di acque di scolo in una provincia vicina”.
E noi continuiamo a chiederci: perché non si utilizza il vaccino di Salk, a detta della letteratura scientifica, sicuro? Perché un bambino italiano vale più di uno palestinese e congolese? O esistono interessi altri? E nel caso, quali? Ci piacerebbe rispondesse a queste nostre domande l’OMS e anche la comunità medico-scientifica che continua a lavorare per ‘migliorare’ un prodotto che, evidentemente, non è sicuro al 100% – quando ne esiste già un altro, che si afferma essere sicuro al 100%.
(1) https://ilmanifesto.it/lettere/lultima-goccia-della-complicita-dellue-solleva-la-nostra-indignazione
(2) https://t.me/RogerHodkinson
(3) https://westernmedical.ca/
(4) https://www.msdmanuals.com/it-it/casa/infezioni/enterovirus/poliomielite
(5) Il vaccino IPV, ovvero di Salk, non presenta alcun rischio di VAPP, ossia di paralisi poliomielitica associata a vaccino ed è quello utilizzato in Italia:
https://vaccinarsinpiemonte.org/scienza-conoscenza/vaccini-disponibili/vaccino-anti-polio#:~:text=Inactivated%20Polio%20Vaccine%20(IPV)%3A,esempio%2C%20nella%20formulazione%20esavalente).
(6) https://www.ohga.it/vaccino-contro-la-poliomielite-come-funziona-e-chi-si-deve-vaccinare/
(7) https://www.science.org/content/article/first-polio-cases-linked-new-oral-vaccine-detected-africa
(8) https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/malattie-infettive/enterovirus/poliomielite
venerdì, 20 settembre 2024
In copertina e nel pezzo: Foto di Hosny Salah da Pixabay