Dietro le quinte delle elezioni statunitensi
di Federico Giusti
I politici US sono stati spesso costruiti a tavolino e non sono certo frutto della selezione della classe dirigente che, nel Paese capitalista dominante, non è mai esistita. I politici rispondono agli interessi economici e finanziari dei poteri forti e, senza l’aiuto delle centrali capitalistiche, non sarebbero al loro posto dipendendo interamente da finanziamenti privati, dal potere dominante delle lobby che, ai nostri giorni, sono soprattutto incarnate dai Fondi (1) e della speculazione finanziaria.
Le stesse biografie dei politici sono plasmate dall’ideologia dominante per individuare candidati giusti da spendere al momento: l’ironia di un vecchio film interpetrato da Peter Sellers resta ancora oggi interessante per cogliere alcuni aspetti salienti della cosiddetta democrazia a stelle e strisce.
L’attentato a Trump presenta lati oscuri e darà adito a prese di posizioni di varia natura e magari torneranno in auge le letture cospirazioniste di cui gli US sono pervasi.
Il candidato presidenziale repubblicano, l’ex presidente Donald Trump e il candidato alla vicepresidenza, il senatore J.D. Vance, R-Ohio (autore di un best seller, trasformato in film da Netflix, che incarna il peggior moralismo americano) rappresentano i sentimenti diffusi nella società statunitense: l’odio per ogni forma di giustizia, sia essa climatica o sociale, e men che mai economica; l’odio atavico verso i migranti; e l’aperto sostegno al sionismo che, ormai, in Occidente è equiparato al semitismo, ragione per cui gli oppositori al Governo di Israele e al colonialismo da insediamento sono dipinti alla stregua di nazisti del nuovo millennio. Gli scenari sono sempre gli stessi. All’odio verso gli ebrei si è sostituito l’odio per i migranti, politiche sempre più repressive nei confronti di masse diseredate che cercano riparo e lavoro negli Stati uniti, oltre a politiche in materia di salari e sanità assolutamente regressive. Pensiamo alla miseria dilagante nelle metropoli statunitensi, alla povertà diffusa anche nell’America profonda per cogliere la débâcle di un sistema che, per rimanere in piedi, deve affidarsi alle guerre nel mondo e al suo potenziale militare e finanziario. In questi anni le disuguaglianze sociali negli US sono divenute insostenibili, negli anni pandemici migliaia di persone sono morte senza cure in ospedali di emergenza che ricordavano le strutture da campo in tempi di guerra, se non sono decedute per le strade senza alcuna assistenza. Molte delle promesse di Biden sono rimaste lettera morta perché al potenziamento dello stato sociale, pressoché inesistente, sono subentrate le priorità dettate dal sistema imprenditoriale e finanziario dominante. Per questa ragione parte delle minoranze che votarono il candidato democratico oggi non andrebbero alle urne.
Un altro fenomeno diffuso è dato dall’analfabetismo di ritorno, molti cittadini US nella incapacità di comprendere anche un semplice testo si affidano ai social, mutuando concetti e parole d’ordine e chi controlla i social e conosce bene i messaggi da trasmettere e da inculcare nella testa del popolo.
Anche la famosa classe media statunitense è da tempo in crisi, una crisi economica ma anche identitaria. La crisi del 2008 ha spazzato via l’illusione di molti di condurre un’esistenza dignitosa acquistando una casa da pagare nel corso di un’intera vita; quella casa, se la sono portata via i Fondi dopo l’innalzamento dei tassi di interesse bancari e l’insolvenza di molti acquirenti (2). E in tempi recenti il crollo delle obbligazioni ha gettato sul lastrico i Fondi previdenziali e sanitari dei lavoratori che vi avevano investito i risparmi dei lavoratori: a guadagnarci, come avvenne nel 2008, altri Fondi – che poi detengono quote azionarie rilevanti delle principali multinazionali nel mondo.
Gli US vedono diminuire, più che in ogni altro Paese a capitalismo avanzato, l’aspettativa di vita: la crisi sanitaria e sociale è pagata soprattutto da persone nella fascia di età che va dai 40 ai 60 anni. Riducendosi la produzione industriale è tornata imperante la disoccupazione, migliaia di posti di lavoro sono stati cancellati nei primi mesi del 2024 proseguendo nel trend negativo del biennio precedente. Il degrado sociale alimenta il consumo di droghe e di alcool, perfino la mortalità infantile è arrivata a livelli di gran lunga superiore alla media dei Paesi sviluppati, mentre l’obesità è diffusa e alimenta innumerevoli patologie. Ironia della sorte se aumentano i malati anche il consumo delle medicine risulta in costante crescita: la spesa sanitaria segue a ruota nonostante il sistema non riesca a garantire a decine di milioni di cittadini il diritto alla cura.
Attorno al Partito Repubblicano da tempo si sono riuniti i settori più conservatori, se non proprio retrivi, della società statunitense, tra i quali spicca la connotazione estremista religiosa.
Il richiamo alla classe operaia statunitense che sarebbe vittima della concorrenza cinese è del tutto fuorviante, gli stessi finanziatori della campagna elettorale di Trump sono quei capitalisti che hanno delocalizzato le produzioni dove minore era il costo del lavoro e si poteva produrre inquinando i territori senza correre rischio alcuno. E invocare tagli alle tasse, come da prassi repubblicana, equivale a indebolire ulteriormente quello stato sociale da anni ridotto ai minimi termini e senza il quale proprio le classi meno abbienti sono destinate alla miseria.
Nella Convention repubblicana abbiamo ascoltato di tutto e di più, dall’estremismo religioso che nega il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza fino al pattugliamento delle frontiere con militari: nell’immaginario collettivo Trump diventa il solo argine contro l’immigrazione, il dilagare delle droghe, e la perdita di identità statunitense e, udite udite, l’assalto del comunismo agli US.
(1) I tre maggiori fondi di investimento sono, al momento, Blackrock, Vanguard e State Street
(2) Si veda, ad esempio:
venerdì, 13 settembre 2024
In copertina: Ritratto ufficiale dell’ex Presidente Donald J. Trump di Shealah Craighead, datata 6 bottobre 2017. Washington, D.C. Public Domain