Dai whistleblower US alla P2: perché bisogna difendere il giornalismo d’inchiesta
di Simona Maria Frigerio
Julian Assange è rientrato in Australia da uomo libero sebbene sia stato condannato in base all’Espionage Act statunitense e, precisamente, per “cospirazione al fine di ottenere e rendere pubbliche informazioni della Difesa Nazionale”- sezione 793 della Legge del 1917 (1).
Originariamente avrebbe dovuto affrontare 18 diversi capi di accusa per un totale di 175 anni di prigione. La riduzione a 5 anni (già scontati in UK) è dovuta a un accordo nel quale ha ammesso un solo capo d’imputazione.
La cospirazione sarebbe avvenuta con la whistleblower Chelsea Manning – che, all’epoca, era un analista (prima dell’intervento che le ha permesso di cambiare sesso) dell’intelligence dell’esercito statunitense. I documenti (700mila), che rivelavano i crimini commessi dai militari US in Iraq e Afghanistan, sono stati pubblicati sul sito WikiLeaks e poi ripresi dalla stampa internazionale. Il video Collateral Murder è stato trasmesso anche da Presadiretta della Rai e ha mostrato al mondo non solamente l’uccisione di civili (compreso il ferimento di due bambini) ma anche di un fotografo e del suo assistente, appartenenti alla Reuters. In effetti, nonostante l’agenzia di stampa internazionale avesse cercato di recuperare il file secretato del Pentagono, utilizzando la legge che consente l’accesso ai documenti del governo: il Freedom of Information Act (Foia), solamente grazie a Manning e Assange abbiamo saputo la verità, ossia che i militari statunitensi hanno sparato senza essere certi dei bersagli e quando i piloti degli Apache si sono accorti dell’errore e della presenza di due minori, hanno mostrato tutta la loro disumanità, affermando: «è colpa loro, portare i bambini in una battaglia». Ma quello non era un campo di battaglia. Era una normale strada di Baghdad dove un padre, con a bordo del van i suoi figli, ha deciso di fermarsi per soccorrere delle persone, a terra, ferite gravemente. Sarà ucciso brutalmente lui stesso. Criminali senza un minimo di coscienza, i soldati statunitensi avrebbero dovuto essere immediatamente deferiti alla corte marziale per crimini di guerra. Al contrario, si è classificato il file con le prove del crimine come ‘segreto militare’ e si sono perseguitati Manning e Assange per aver rivelato semplicemente la verità sulle missioni ‘di pace’ degli States e della Nato.
Scommettiamo che se avessero denunciato fatti del genere perpetrati dall’esercito russo o cinese, sarebbero stati dichiarati degli eroi dagli stessi poteri che li hanno perseguitati. Del resto, il doppio standard è altrettanto evidente quando si accusi Hamas di terrorismo per aver attaccato dei colonizzatori israeliani a un rave party, ma non l’Ucraina di Zelensly per aver ucciso e ferito civili in Crimea, su una spiaggia di Sebastopoli – con l’intenzione ormai dichiarata pubblicamente di fare pulizia etnica. Del resto, Mychajlo Mychajlovyč Podoljak, consigliere del Presidente decaduto (visto che è scaduto il suo mandato) Zelensky, ha affermato che: «Non possono esserci ‘spiagge’ in Crimea, e anche la popolazione civile della penisola è ‘occupante’ per cui, con la sua presenza, copre installazioni militari» (peccato che dimentichi come la Crimea sia abitata più o meno dalle stesse persone che vi vivevano prima del Referendum del 2014 e, quindi, da tatari, russi e ucraini).
Ma torniamo ai documenti che Assange ha dovuto controfirmare per tornare in libertà.
Negli stessi ammetterebbe di aver “ricevuto e ottenuto documenti, scritti, e note connessi con la difesa nazionale, incluso materiale classificato segreto militare, con il proposito di ottenere informazioni rispetto alla difesa nazionale, e sapendo e, a ragione, potendo credere in quel momento, che detto materiale era ricevuto e ottenuto…” da una persona contraria alle norme del Capitolo 37 del Titolo 18 del Codice statunitense, in violazione del Titolo 18, del medesimo Codice, Sezione 793(c) – che riportiamo per intero in nota a fondo pagina (1). Ora, dato che si erano classificati come documenti segreti, in realtà, le prove di crimini di guerra, Manning aveva tutte le ragioni (come Daniel Hale, altro whistleblower di cui ci siamo occupati, 2) di non considerare gli stessi segreti di Stato bensì documenti dei quali la stampa e la popolazione avrebbe dovuto essere a conoscenza perché indispensabili per capire cosa stava accadendo in due Paesi in cui gli States teoricamente stavano riportando la ‘pace’. Ovviamente, vedendo Collateral Murder – che pure riguarda un fatto avvenuto a Baghdad – si capisce perché gli afghani abbiano steso il tappeto rosso ai talebani e gli iracheni, dopo la caduta di Saddam Hussein, si siano rivoltati contro le truppe statunitensi: da un cosiddetto dittatore a una potenza occupante predatrice di petrolio il passo era stato troppo breve.
Assange avrebbe ammesso anche di avere reso pubblici “volontariamente documenti relativi alla difesa nazionale, inclusi documenti classificati a livello di segretezza, ottenuti da persone che avevano possesso legale o accesso a tali documenti” consegnandoli a persone che non avevano i titoli per riceverli (793/d). Ovvio anche questo: i cittadini che dovrebbero essere alla base di un sistema democratico sano per votare in coscienza e consapevolezza, devono essere informati (questo è il ruolo della stampa) ma altrettanto ovviamente non è ciò che vogliono le lobby (delle armi e non solo) che ormai controllano effettivamente la Casa Bianca. Così come difendere l’immagine dello sceriffo a stelle e strisce è più importante della verità.
E infine Assange avrebbe “volontariamente reso pubblici documenti relativi alla difesa nazionale ottenuti da persone non autorizzate a possederli a persone non autorizzate a riceverli (793/e)”. Qui i legislatori statunitensi operavano un discrimine che la Procura statunitense pare con cogliere raddoppiando i capi di accusa ma contraddicendosi: o Assange ha avuto i documenti da persona autorizzata a possederli o da persona non autorizzata. Poco importa. Se Manning abbia forzato un sistema o vi abbia avuto accesso con una propria password, sarebbe come chiedersi chi fece trapelare i primi documenti sulla P2 mentre il Presidente del Consiglio, Arnaldo Forlani (contattato da Gherardo Colombo e Giuliano Turone, i magistrati inquirenti) tergiversava sul da farsi (e non per una settimana, bensì per due mesi). Chiunque abbia fornito indizi, documenti, note ai giornalisti lo fece perché i cittadini italiani avevano tutto il diritto di sapere che esisteva una organizzazione segreta, la P2, a cui erano affiliati 962 personaggi eminenti, tra i quali 208 militari e appartenenti alle forze dell’ordine (e, di questi, 43 generali e l’intero vertice dei servizi segreti), 11 questori, 5 prefetti, 44 parlamentari, e poi ministri (ben 3 del Governo Forlani), banchieri (parliamo di Michele Sindona e Roberto Calvi, legati al crack del Banco Ambrosiano), imprenditori, magistrati e giornalisti.
Breve parentesi sulla storia d’Italia
Pochi forse ricordano cosa fosse la P2 ma, vista l’attualità del suo Piano di Rinascita, facciamo un breve inciso anche perché con la libertà di stampa ebbe molto a che vedere. La scoperta della famosa lista degli affiliati portò a un caso di livello nazionale solo quando fu coinvolta la stampa e, di conseguenza, l’opinione pubblica. Per dare delle risposte agli elettori e alle elettrici, si istituì una Commissione parlamentare d’inchiesta (3) presieduta da una ex partigiana, la parlamentare Tina Anselmi, che consegnò alla storia la P2 come organizzazione occulta tesa a condizionare il sistema economico e politico italiano. Dall’omicidio Calvi fino alla strage di Bologna molti sono i dubbi che restano su un coinvolgimento diretto o indiretto di questo gruppo di poteri forti – vero Stato nello Stato. Non a caso, la Commissione e Anselmi rilevarono come, nel “contesto finanziario, la Loggia P2 ha altresì acquisito il controllo del maggiore gruppo editoriale italiano, mettendo in atto, nel settore di primaria importanza della stampa quotidiana, una operazione di concentrazione di testate non confrontabile ad altre analoghe situazioni, pur riconducibili a preminenti centri di potere economico” – e qui si stava parlando della manovra di acquisizione da parte di Rizzoli del Corriere della Sera. Ma non solo. Ricordiamo che alcuni nomi di generali dei servizi segreti, affiliati, furono successivamente accusati di aver depistato indagini importanti soprattutto relativamente alle stragi che hanno insanguinato l’Italia tra il 1969 e il 1980.
A corollario, Il Piano di Rinascita Democratica – Il programma della P2, che il presidente della Repubblica Sandro Pertini definì: “un’associazione a delinquere”, descritto da un impunito Licio Gelli in un’intervista a Maurizio Costanzo (anche lui membro della P2), guarda caso in un articolo pubblicato dal Corriere della Sera ormai in mano a membri della loggia massonica. Nel documento si leggeva che obiettivo della P2 “deve essere, nei partiti, nella stampa e nel sindacato, quello del controllo delle persone che in ogni formazione o in ogni giornale siano ritenute sintoniche con gli obiettivi del Piano e della creazione di strutture (formazioni politiche e giornali) che se ne facciano strumento di realizzazione”.
Sarà una coincidenza ma tutto ciò sta avvenendo sotto i nostri occhi, senza nemmeno che ce ne accorgiamo. La P2 puntava a un mutamento della Repubblica in senso presidenziale, con corollario indebolimento o perdita di credibilità dei sindacati e controllo della stampa. Si potrebbe affermare che la P2 ha realizzato i suoi obiettivi in Italia. Solo con qualche anno di ritardo…
Torniamo al Caso Assange.
Di cosa parliamo quando parliamo di Espionage Act?
La legge, datata 1917, era tesa a impedire che il nemico scoprisse armi o piani di attacco durante la Prima guerra mondiale. Volta a preservare, quindi, uomini e mezzi e a evitare che, con tali informazioni ottenute attraverso delle spie, si potessero sconfiggere gli States sul campo di battaglia, bombardare i suoi arsenali o avvantaggiarsi sapendo in anticipo di uno sbarco sul territorio di una nazione nemica. Tutto ciò cosa avrebbe a che fare col rivelare crimini di guerra – da Baghdad ad Abu Ghraib, lo scandalo denunciato da CBS News? Come si possono classificare segreti militari comportamenti e scopi di un esercito che afferma, da ottant’anni, di portare democrazia e libertà e, al contrario, regala morte, distruzione, ‘danni collaterali’, destabilizzazione, bombe ‘intelligenti’ (come quelle su Sebastopoli) a fini predatori ed egemonici?
Rivelare crimini di guerra o contro l’umanità nulla ha a che fare con il sottrarre informazioni classificabili come documenti secretati per la sicurezza nazionale. E non solo: le spie (come abbiamo già scritto, 4) vendono o sono assunte per ottenere informazioni tecniche e tattiche di uno Stato in guerra e per fornirle al nemico. Al contrario, i giornalisti hanno l’obbligo deontologico di rivelare ogni notizia possa essere di pubblica utilità.
Anche l’accusa di cospirazione appare alquanto vaga, visto che nessun giornalista d’inchiesta è esente dall’avere contatti con le sue fonti e chiede alle stesse di comprovare fatti e affermazioni con i relativi documenti. Da Seymour Hersch a The Guardian quando pubblicò il primo articolo sulle intercettazioni illegali della National Security Agency (NSA) degli States, ossia fece scoppiare lo scandalo grazie alle rivelazioni di Edward Snowden (altro whistleblower dell’intelligence statunitense), le conoscenze sono la vera ricchezza di un bravo e onesto giornalista.
Grazie all’accordo sottoscritto dietro le quinte – pensiamo – tra i Governi australiano e statunitense, i 5 anni di carcere nel Regno Unito oltre ai 7 in cui Assange è rimasto rinchiuso nell’Ambasciata ecuadoregna compensano i famosi dieci anni che il singolo reato da lui ammesso prevederebbe.
Resta il fatto che si crea un precedente pericoloso per tutta la stampa. Ossia che il Primo emendamento, che negli States garantisce oltre alla libertà religiosa, quella di parola e di stampa, e il diritto di riunirsi pacificamente, non si applicherebbe agli stranieri (come Assange).
Eppure la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazioni Unite (di cui fanno parte gli States) garantisce: all’articolo 18 la libertà di pensiero, coscienza e religione e tutela quella di libera manifestazione delle proprie idee e culti; all’articolo 19 protegge la libertà d’espressione attraverso ogni mezzo di diffusione; e all’articolo 20 stabilisce la libertà di riunione e associazione tra pari a scopi pacifici e condanna la coercizione a partecipare a forme associative. Quindi, come può il Paese che si definisce il paladino dei diritti umani, garantirli solo ai propri cittadini? Forse la risposta sta proprio nel video Collateral Murder, nelle immagini da Abu Ghraib, nei Drone Papers pubblicati da The Intercept grazie a Daniel Hale.
Noi non siamo i buoni e il leader dell’Occidente non è lo sceriffo del mondo. Assange e Manning hanno pagato (e Daniel Hale continua a pagare) per averci rivelato chi e cosa siamo. Forse per questo tanti colleghi continuano ad attaccare Julian Assange: perché lui, come Tina Merlin, non si è tirato indietro (chi ricorda quando Montanelli attaccò la collega accusandola di ‘sciacallaggio’ per il disastro del Vajont?). In fondo Assange ci fa sentire tutti pavidi e ipocriti. Inutili. Questo è il problema.
(1) L’Espionage Act, Capitolo 37:
U.S. Code Title 18 Chapter 37 § 793 – Gathering, transmitting or losing defense information
(a) Whoever, for the purpose of obtaining information respecting the national defense with intent or reason to believe that the information is to be used to the injury of the United States, or to the advantage of any foreign nation, goes upon, enters, flies over, or otherwise obtains information concerning any vessel, aircraft, work of defense, navy yard, naval station, submarine base, fueling station, fort, battery, torpedo station, dockyard, canal, railroad, arsenal, camp, factory, mine, telegraph, telephone, wireless, or signal station, building, office, research laboratory or station or other place connected with the national defense owned or constructed, or in progress of construction by the United States or under the control of the United States, or of any of its officers, departments, or agencies, or within the exclusive jurisdiction of the United States, or any place in which any vessel, aircraft, arms, munitions, or other materials or instruments for use in time of war are being made, prepared, repaired, stored, or are the subject of research or development, under any contract or agreement with the United States, or any department or agency thereof, or with any person on behalf of the United States, or otherwise on behalf of the United States, or any prohibited place so designated by the President by proclamation in time of war or in case of national emergency in which anything for the use of the Army, Navy, or Air Force is being prepared or constructed or stored, information as to which prohibited place the President has determined would be prejudicial to the national defense; or
(b) Whoever, for the purpose aforesaid, and with like intent or reason to believe, copies, takes, makes, or obtains, or attempts to copy, take, make, or obtain, any sketch, photograph, photographic negative, blueprint, plan, map, model, instrument, appliance, document, writing, or note of anything connected with the national defense; or
(c) Whoever, for the purpose aforesaid, receives or obtains or agrees or attempts to receive or obtain from any person, or from any source whatever, any document, writing, code book, signal book, sketch, photograph, photographic negative, blueprint, plan, map, model, instrument, appliance, or note, of anything connected with the national defense, knowing or having reason to believe, at the time he receives or obtains, or agrees or attempts to receive or obtain it, that it has been or will be obtained, taken, made, or disposed of by any person contrary to the provisions of this chapter; or
(d) Whoever, lawfully having possession of, access to, control over, or being entrusted with any document, writing, code book, signal book, sketch, photograph, photographic negative, blueprint, plan, map, model, instrument, appliance, or note relating to the national defense, or information relating to the national defense which information the possessor has reason to believe could be used to the injury of the United States or to the advantage of any foreign nation, willfully communicates, delivers, transmits or causes to be communicated, delivered, or transmitted or attempts to communicate, deliver, transmit or cause to be communicated, delivered or transmitted the same to any person not entitled to receive it, or willfully retains the same and fails to deliver it on demand to the officer or employee of the United States entitled to receive it; or
(e) Whoever having unauthorized possession of, access to, or control over any document, writing, code book, signal book, sketch, photograph, photographic negative, blueprint, plan, map, model, instrument, appliance, or note relating to the national defense, or information relating to the national defense which information the possessor has reason to believe could be used to the injury of the United States or to the advantage of any foreign nation, willfully communicates, delivers, transmits or causes to be communicated, delivered, or transmitted, or attempts to communicate, deliver, transmit or cause to be communicated, delivered, or transmitted the same to any person not entitled to receive it, or willfully retains the same and fails to deliver it to the officer or employee of the United States entitled to receive it; or
(f) Whoever, being entrusted with or having lawful possession or control of any document, writing, code book, signal book, sketch, photograph, photographic negative, blueprint, plan, map, model, instrument, appliance, note, or information, relating to the national defense, (1) through gross negligence permits the same to be removed from its proper place of custody or delivered to anyone in violation of his trust, or to be lost, stolen, abstracted, or destroyed, or (2) having knowledge that the same has been illegally removed from its proper place of custody or delivered to anyone in violation of its trust, or lost, or stolen, abstracted, or destroyed, and fails to make prompt report of such loss, theft, abstraction, or destruction to his superior officer—
Shall be fined under this title or imprisoned not more than ten years, or both.
(g) If two or more persons conspire to violate any of the foregoing provisions of this section, and one or more of such persons do any act to effect the object of the conspiracy, each of the parties to such conspiracy shall be subject to the punishment provided for the offense which is the object of such conspiracy.
(h)
(1) Any person convicted of a violation of this section shall forfeit to the United States, irrespective of any provision of State law, any property constituting, or derived from, any proceeds the person obtained, directly or indirectly, from any foreign government, or any faction or party or military or naval force within a foreign country, whether recognized or unrecognized by the United States, as the result of such violation. For the purposes of this subsection, the term “State” includes a State of the United States, the District of Columbia, and any commonwealth, territory, or possession of the United States.
(2) The court, in imposing sentence on a defendant for a conviction of a violation of this section, shall order that the defendant forfeit to the United States all property described in paragraph (1) of this subsection.
(3) The provisions of subsections (b), (c), and (e) through (p) of section 413 of the Comprehensive Drug Abuse Prevention and Control Act of 1970 (21 U.S.C. 853(b), (c), and (e)–(p)) shall apply to—
(A) property subject to forfeiture under this subsection;
(B) any seizure or disposition of such property; and
(C) any administrative or judicial proceeding in relation to such property, if not inconsistent with this subsection.
(4) Notwithstanding section 524(c) of title 28, there shall be deposited in the Crime Victims Fund in the Treasury all amounts from the forfeiture of property under this subsection remaining after the payment of expenses for forfeiture and sale authorized by law.
(2) Daniel Hale e i Drone Papers: https://www.inthenet.eu/2023/03/31/lo-strano-caso-di-daniel-hale/
(3) La Commissione Parlamentare sulla P2: https://inchieste.camera.it/p2/home.html?leg=08&legLabel=VIII%20legislatura
e la Relazione finale:
(4) Nostro articolo precedente: https://www.inthenet.eu/2023/04/21/giornalista-whistleblower-embedded-o-spia/
venerdì, 12 luglio 2024
In copertina: Una foto di Julian Assange del 2014, David G. Silvers, Cancillería del Ecuador. This file is licensed under the Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic License