Il mondo animale specchio di UE e Australia
di Simona Maria Frigerio
Esiste in Australia, ma anche in Africa, un piccolo ragno predatore, vorace e dall’intelligenza sopraffina: si chiama Portia e, durante la caccia, non solo dimostra di essere in grado di apprendere dai propri errori ma anche di risolvere eventuali problemi per raggirare le prede o studiare il percorso più adatto per attaccare le stesse da una posizione più favorevole. Non solo. Come l’essere umano è fondamentalmente cannibale, cibandosi principalmente di altri aracnidi e, come i nostri politici in Europa, prediligendoli più grandi e pericolosi di loro.
Quando li si osserva in azione, magari mentre imitano le vibrazioni prodotte da diversi tipi di preda sulla tela di un ragno tessitore e, se non funziona, adottano un Piano B, come simulare la danza di accoppiamento per attrarre la femmina o una nuova strategia predatoria ancora più efficace, ci si domanda quale Piano B stiano studiando i nostri Portia seduti in Europa di fronte ai massacri che stanno compiendo in Donbass e Palestina.
Dal ragno al cavallo: un gioco di scacchi
Il Brumby è il termine utilizzato in Australia per indicare i cavalli bradi che vivono in bande e scorrazzano liberamente soprattutto nel Queensland. Discendenti di cavalli fuggiti o smarriti, per i colonizzatori che oggi si arrogano il diritto di farsi chiamare australiani, questi cavalli, altrettanto non autoctoni, sono considerati una minaccia per gli ecosistemi nativi da parte degli ambientalisti e del Governo (formato, ovviamente, da discendenti di carcerati inglesi e minoranze migranti di altre nazioni). La soluzione per le ‘belle anime’ sarebbe attaccarli a un giogo o trasformarli in cavalli giocattolo per il ludibrio di paffuti bambini rigorosamente bianchi.
Come i Brumby, anche gli aborigeni australiani hanno scelto di non voler essere assimilati, rifiutando (insieme alla maggioranza colonizzatrice) il Referendum che si è tenuto in Australia il 14 ottobre 2023 sulla legge di revisione costituzionale dal titolo Constitution Alteration (Aboriginal and Torres Strait Islander Voice) 2023. La modifica della Costituzione avrebbe avuto per fine di istituire, “riconoscendo costituzionalmente come tali i primi popoli che hanno abitato (e continuato ad abitare) il Paese prima e dopo la colonizzazione britannica, l’Aboriginal and Torres Strait Islander Voice, un organo rappresentativo di tipo consultivo al fine di tutelare i loro interessi a livello nazionale”. Nonostante sia stato spacciato dalle ‘anime pie’ laburiste come uno strumento per integrare e dare maggiore potere agli aborigeni, ha prevalso nettamente il NO sia a livello di percentuale sia di numero di Stati che vi si sono opposti. Una doppia bocciatura – come prevedono le leggi australiane – sostenuta anche dai movimenti aborigeni che l’Occidente definisce ‘radicali’ ma che, in realtà, rivendicano la propria specificità, autonomia e indipendenza da quei colonizzatori che, prima, si sono impossessati della loro terra e, oggi, dopo averli rinchiusi in riserve o avere loro lasciato i territori più impervi e inabitabili del continente, vorrebbero perfino assimilarli (con un organo consultivo, si badi bene, non decisionale) azzerandone le specificità e rivendicazioni.
Portia e Brumby: alla fine è sempre e solo una questione di potere.
venerdì, 12 luglio 2024
In copertina: Un ragno Portia. Foto di Akio Tanikawa, permesso di pubblicazione gentilmente garantito dall’Autore – http://spider.fun.cx/okinawa/Keasihaetori.htm