Paesaggi sonori
di Simona Maria Frigerio
L’appuntamento con il concerto del solista Ciro Longobardi ha completato, lo scorso 8 giugno, la prima parte della rassegna musicale Voce, vocalità e canto, diretta da Antonio Caggiano, che riprenderà in autunno sempre presso la Tenuta dello Scompiglio di Vorno.
La scelta dei brani di Longobardi è caduta sia sul Catalogue d’Oiseaux di Olivier Messiaen – che ha dedicato parte delle proprie composizioni al canto degli uccelli (reinterpretato in maniera originale) – sia su due autori, Robert Schumann (uno dei padri del romanticismo musicale tedesco) e Claude Debussy (tra i massimi esponenti del simbolismo musicale francese) per quella che si può sintetizzare come la loro capacità di ‘dare voce’ a dei paesaggi sonori – notturni, ambientali e, però, anche emozionali.
Nel 2017 Pierre-Laurent Aimard aveva presentato il Catalogue d’oiseaux di Oliver Messiaen in versione integrale dall’alba a notte fonda alla Philharmonie di Parigi e proprio L’Alouette Lulu è tuttora presente in rete nella registrazione del 19 novembre 2020 a Francoforte. Rispetto all’esecuzione di Longobardi (che è un cultore di quest’opera di Messiaen composta da 13 brani) si ravvisa una maggiore compattezza e pienezza del suono e una sottile vena tragica che trascorre direttamente dal pianoforte alle fibre più intime dell’ascoltatore. La notte è più lugubre e profonda, Aimard dà maggior rilievo al legato che allo slegato e la composizione sembra affondare nelle viscere. L’interpretazione di Longobardi pare più volta a soffermarsi sugli stacchi, quasi a dirimere il paesaggio sonoro dal canto dell’uccello, che a volte risuona nel silenzio mentre in Aimard è sempre parte dell’ambiente; anzi, a tratti, pare addirittura fuso con esso in un continuum dall’afflato profondamente religioso com’era nelle corde di Messiaen, e in un’immanenza quasi apocalittica.
A seguire, Robert Schumann con il suo ‘canto del cigno’, Gesänge der Frühe. Sempre in rete vi è una versione di Anatol Ugorski che, più del côté romantico (consegnatoci da Longobardi), ha preferito indugiare sul dettato psicologico che appare in filigrana in questa, che fu l’ultima composizione del tedesco ormai prossimo alla morte e a pochi giorni dal tentativo di suicidio nel Reno. In questa composizione si respira la sua stessa angoscia, la depressione dalla quale era afflitto e che lo portò all’internamento volontario in manicomio. Vi si respirano sprazzi di ricordi felici, il rimpianto per quegli attimi fuggenti che Schumann consciamente sa di non poter mai più sperimentare, e il suo requiem, quasi volesse lui stesso accompagnarci sulla propria tomba ma, proprio nelle ultime note, quel corteo funebre assume un passo leggero, quasi che il compositore sapesse – come recita Gian Maria Volontè in Una storia semplice di Emilio Greco – che: “Ad un certo punto della vita, non è la speranza l’ultima a morire, ma il morire l’ultima speranza”.
E veniamo a Claude Debussy con Estampes. Sempre in rete si può ascoltarela registrazione del 2020 di Pagodes, La soirée dans Grenade, Jardins sous la pluie di Nikolaj L’vovič Luganskij, che li eseguì a Pietroburgo. L’armonia celestiale che raggiunge – con l’apparente facilità del bimbo mentre fa un castello di sabbia – il massimo pianista contemporaneo e uno dei massimi in assoluto è inarrivabile. Le cartoline di Debussy si dispiegano di fronte agli occhi della nostra mente. Il viaggio parte da un Oriente lontanamente indonesiano (giavanese, per la precisione); prosegue con la Spagna dell’Alhambra, con quelle architetture merlettate che ricadono da volte stellari nella trasposizione del paradiso islamico, che i mori seppero ricreare tra verzure, grazie a una intelligente canalizzazione delle acque; e infine ci trasporta nel profondo di una foresta bagnata di pioggia, che scroscia e ci sommerge come le onde di The End – dei Doors. Arrivare alle vette dell’interpretazione di Luganskij è di pochi eletti, ma Longobardi ha dato prova di buone capacità e di una intelligente scelta dei brani per creare un clima perfettamente corrispondente al dettato: restituendo luoghi, ore e canto di questo universo/mondo che ci circonda e accoglie e che stiamo inesorabilmente distruggendo.
Il concerto si è tenuto:
Associazione Culturale Dello Scompiglio
Tenuta Dello Scompiglio / SPE – Spazio Performatico ed Espositivo
via di Vorno, 67 – Vorno (Lucca)
sabato 8 giugno 2024, ore 19.30
Oiseaux exotiques
I luoghi, le ore, il canto
Ciro Longobardi pianoforte
Programma:
Olivier Messiaen, da Catalogue d’Oiseaux
L’Alouette Lulu, Le Traquet Stapazin, Le Merle Bleu
Robert Schumann, Gesänge der Frühe op. 133
Claude Debussy, Estampes
venerdì, 28 giugno 2024
In copertina: Foto gentilmente fornita dall’Ufficio stampa dell’Associazione Culturale Dello Scompiglio