Le nuove denunce della Federazione Russa
di La Redazione di InTheNet (traduzione di Simona Maria Frigerio)
Lo scorso 28 maggio 2024 l’allora Ministro della Difesa della Federazione Russa ha denunciato alla stampa le violazioni “statunitensi e ucraine degli strumenti internazionali fondamentali, quali il Protocollo di Ginevra del 1925 per la Proibizione dell’Uso di Gas Asfissianti, Tossici o simili, e della Convenzione sulle Armi Chimiche”. Riportiamo tale denuncia pressoché integralmente, che può essere letta (in inglese) anche sul Canale Telegram del Ministero, ove sono altresì allegati documenti che comproverebbero quanto affermato dal Ministro.
La dichiarazione ha un preambolo: “Come abbiamo già rilevato, non solamente Washington non ha rinunciato all’uso di armi chimiche, ma ha anche rafforzato la possibilità del loro utilizzo a livello legislativo. Negli Stati Uniti, per esempio, è stato adottato un comune regolamento militare sull’uso di armi non letali, e i Capi dei Comitati del Personale hanno approvato il Manuale per l’implementazione Nazionale della Convenzione sulle Armi Chimiche. I documenti regolano l’uso di armi chimiche non letali da parte delle unità militari in missioni speciali, umanitarie (sic!), anti-terrorismo, e di peacekeeping (sic!). Mentre gli statunitensi parlavano di un ex utilizzare dette armi solo in risposta all’aggressione chimica del nemico, un aspetto importante delle nuove regole è la possibilità di un uso delle sostanze chimiche tossiche unilaterale. Gli US hanno infatti un un quadro giuridico che regola un’ampia gamma di scenari sull’uso di armi chimiche da parte delle Forze Armate”.
Il Ministro ricorda che: “Secondo le linee guida stabilite dall’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW), negli Stati Uniti si sarebbe dovuta completare la distruzione dei depositi di armi chimiche entro il 2007 ma, nonostante il potenziale economico del Paese, lo stesso lo ha realizzato solamente nel 2023, ritardando per due volte la scadenza con il pretesto di difficoltà finanziarie, organizzative e tecniche. Gli Stati Uniti continuano a conservare i rimanenti materiali altamente tossici, chimicamente reattivi in impianti creati per la distruzione delle armi chimiche. L’OPCW sembra ignorare tale fatto. Inoltre, munizioni abbandonate statunitensi, riempite con sostanze tossiche, sono state rintracciate a Panama e in Cambogia. Nel 2012, ad esempio, 58 munizioni contenenti cloroacetofenone (CN) e orto-clorobenziliden-malononitrile (CS) sono state scoperte nella Provincia di Mondulkiri, in Cambogia, così come 12 aeromobili per l’erogazione di gas utili al loro trasporto. La Commissione Speciale dell’OPCW li ha identificati come statunitensi. Un altro indicatore della violazione dei propri obblighi relativi alla Convenzione, da parte di Washington, è il trasferimento in Paesi terzi (Iraq, Afghanistan, Ucraina) di armi chimiche non letali. Il Pentagono a quanto pare continua a sviluppare munizioni chimiche non letali nuove e ad aggiornare le esistenti, e altri sistemi per l’uso di armi chimiche, quali mine da 120-mm, proiettili di artiglieria da 155-mm, e proiettili anticarro da 120-mm. Ogni anno, almeno 10 milioni di dollari sono destinati al loro acquisto per le zone di combattimento. Va notato che gli Stati Uniti hanno posseduto per lungo tempo le riserve più consistenti a livello mondiale di armi chimiche stoccate sul proprio territorio e al di fuori degli US. L’uso di agenti chimici in conflitti armati è stato esplicitamente previsto nei documenti dottrinali statunitensi, nonostante la firma di Washington del Protocollo di Ginevra del 1925”.
Più oltre, in questa disamina storica, il Ministero della Difesa russo specifica: “Il documento è stato ratificato dal Congresso statunitense con numerosi cavilli solo nel 1975, mentre la comunità internazionale condannava la guerra in Vietnam e l’uso esteso di agenti chimici tossici da parte delle Forze Armate statunitensi durante il conflitto. Si è stabilito che l’uso di erbicidi durante la guerra in Vietnam ha portato alla distruzione di oltre un milione di ettari di foresta tropicale nel sud del Paese. Circa 5 milioni di persone sono state colpite dai danni della diossina, e a oggi ne risentono ancora gli effetti. Insieme agli erbicidi, le truppe statunitensi hanno usato agenti chimici non letali, inclusi adamsite, cloropicrina, e il 3-chinoclidinile benzilato (BZ). In alcuno casi, sono state utilizzate alte concentrazioni di agenti chimici, che hanno avuto conseguenze letali. Durante la guerra nella penisola coreana, l’uso di sostanze tossiche da parte dei militari statunitensi è stato compiuto con singoli proiettili chimici e bombe. Da febbraio 1952 a giugno 1953, sono stati segnalati oltre 100 casi di munizioni chimiche, che hanno causato 145 morti e oltre 1.000 intossicazioni. I sintomi (senso di soffocamento, lacrimazione, perdita di coscienza) suggeriscono che le munizioni contenevano acido prussico, ossido d’azoto e composti di arsenico. Quando le truppe statunitensi sono entrare in Iraq, nell’aprile 2003, le munizioni chimiche non letali sono state utilizzate dalle stesse schierate nella regione. Durante le battaglie, le armi furono usate dalla polizia militare per reprimere gli attacchi anti-governativi della popolazione civile e rastrellare le aree urbane densamente sviluppate. Allo stesso tempo, gli Stati Uniti hanno preso misure premeditate per occultare detti fatti in modo da escludere una severa risposta internazionale. Il principio base è che ‘a loro è permesso’. Qualsiasi cosa facciano, asseriscono di agire per ridurre le perdite tra la popolazione civile e i membri della coalizione. Con il consenso di Washington, l’uso di sostanze tossiche e di agenti per il controllo delle sommosse da parte dei militanti Ucraini, durante l’operazione militare speciale, è diventato sistematico”.
Dal passato al presente
Il Ministro continua, affermando che si sono registrati: “Numerosi casi di uso di irritanti alla cloropicrina da parte ucraina, spesso mischiati a cloroacetofenone. Incidenti simili si sono registrati vicino a Donetsk, Bogdanovka, Gorlovka, Kremennaya e Artyomovsk. Se il cloroacetofenone è classificato come dispositivo chimico per il controllo delle sommosse, la cloropicrina è inserita nella Lista 3 della Convenzione sulle Armi Chimiche. Va ricordato che la cloropicrina è stata usata per la prima volta dai neo-nazisti ucraini durante l’assedio della Casa dei Sindacati di Odessa, il 2 maggio 2014, contro gli oppositori al Colpo di Stato organizzato dagli statunitensi e dai suoi alleati. L’uso di questo agente tossico è indicata dalla presenza di maschere anti-gas indossate dai militanti, dalla comparsa di un fumo specificamente giallo-verde dopo lo scoppio dell’incendio nel palazzo, e dal tentativo di occultare l’uso agenti chimici tossici causando l’incendio stesso. Vi è ragione di credere che l’azione a Odessa fosse pianificata, tenendo in considerazione le specifiche delle sostanze tossiche utilizzate e tesa a colpire più persone possibili. Riguardo all’attacco terroristico, le forze dell’ordine russe hanno condotto un’indagine che ha identificato i colpevoli. La parte russa ha registrato e confermato l’uso di munizioni da parte delle Forze armate ucraine (AFU) non solamente di cloropicrina, ma anche di altri agenti chimici irritanti. Per esempio, granate contenenti gas di fabbricazione statunitense: specificamente, con orto-clorobenziliden-malononitrile (CS). Le stesse sono state usate contro i militari russi nelle direzioni tattiche di Krasny Liman e Boguslav”.
Sempre riguardo al conflitto in Donbass, si legge: “Granate a mano con agenti irritanti contrassegnati ‘Teren-6’ sono stati lanciati dai droni ucraini su posizioni russe, e un nascondiglio di munizioni è stato scoperto a Donetsk. Secondo alcuni prigionieri di guerra ucraini, i gruppi d’assalto delle forze armate ucraine sono equipaggiati con tali granate. Vorrei puntualizzare che le formazioni armate ucraine usano altri agenti chimici schedati”. Ricordiamo il 3-chinoclidinile benzilato, noto anche come BZ, nell’agosto 2022 e l’acido prussico a febbraio 2023.
Più oltre si specifica che: “Procedimenti penali sono stati avviati – in base all’Articolo 205 del Codice Penale della Federazione Russa, intitolato ‘Terrorismo’, e all’Articolo 355 sempre del Codice Penale, intitolato ‘Sviluppo, produzione, stoccaggio, acquisizione o vendita di armi di distruzione di massa’ – dai corpi investigativi contro tre cittadini ucraini arrestati mentre preparavano un attacco terroristico con sostanze analoghe al BZ. Preoccupano particolarmente le dichiarazioni dei rappresentanti dell’esercito ucraino circa la disponibilità di composti organofosforici, inclusi agenti analoghi al gas Tabun (GA), che è incluso nella Lista 1 della Convenzione. Piani per un uso su vasta scala di sostanza tossiche si riflettono nelle richieste ucraine di antidoti, maschere anti-gas, ed equipaggiamento personale di protezione in quantitativi che sono chiaramente eccessivi. Tentativi dei nazionalisti ucraini di distruggere siti chimicamente pericolosi nei territori di Donetsk e Lugansk continuano senza sosta, minacciando in questo modo di infliggere danni chimici alla popolazione civile della regione. Attacchi missilistici massicci hanno ripetutamente puntato sui seguenti impianti industriali: Zarya a Rubezhnoye, Azot a Severodonetsk, e la fabbrica KoksoKhim ad Avdeyevka. Nel periodo antecedente la sessione regolare del Consiglio Esecutivo dell’OPCW, vorrei ricordare che la Russia è stata rimossa dallo stesso, e Ucraina, Polonia e Lituania vi sono state, al contrario, incluse. Ci si può immaginare come potrà andare a finire senza il voto della Federazione Russa considerando il fatto che, durante l’ultima sessione, i rappresentanti di Romania, Estonia, Germania e altri Paesi della UE hanno lanciato una campagna aggressiva con accuse false contro la Russia”.
Questo il capitolo conclusivo: “Le azioni dell’Occidente collettivo seguono uno schema ben preciso di discredito finalizzato a privare la Federazione Russa del diritto di voto nella OPCW, così come la possibilità di eleggere e mantenere il suo posto negli organi esecutivi – come è già stato fatto in passato con la Siria. Quanto accaduto con le indagini dell’OPCW negli incidenti chimici in Siria, del 2018, quando la prova principale era la testimonianza degli Elmetti Bianchi sponsorizzati dall’Occidente, suggerisce che tali indagini non sarebbero trasparenti e imparziali nemmeno in futuro. Per quanto riguarda la politica del doppio standard dell’OPCW, vorrei ricordare la conferma dell’uso di sostanze tossiche (quali Tabun, BZ, acido prussico) e chimiche non letali (CS, cloropicrina, cloroacetofenone) da parte del regime di Kiev. Tutte le prove necessarie sono state sottoposte al Segretariato Tecnico dell’OPCW, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta costruttiva. […]. La Slovacchia ha organizzato esercitazioni speciali su come trattare le sostanze e campionamenti del mondo reale, con la partecipazione di rappresentanti ucraini. Questo fatto ci convince una volta di più che l’OPCW, nella sua attuale forma, è controllata dall’Occidente e usata per i suoi scopi politici. Nonostante la severa censura occidentale, le informazioni che pubblichiamo sull’uso di armi chimiche da parte delle forze armate ucraine è stata ascoltata dai media stranieri e dalla comunità di esperti. Le edizioni straniere più importanti hanno pubblicato materiale sulle questioni di maggiore risonanza: il ritardo degli Stati Uniti nella distruzione delle armi chimiche tossiche abbandonate a Panama e in Cambogia, e l’uso di munizioni chimiche di fabbricazione statunitense in Ucraina. I relativi rapporti sono stati mandati in onda o pubblicati dalla CGTN (1), Blitz e La Repubblica, Defense Mirror (2), così come dai media del Medio Oriente. Molti media hanno attirato l’attenzione sull’uso attivo dell’esercito ucraino [di] agenti chimici tossici. Per esempio, il reportage di Al-Mayadeen riporta ‘… la differenza dell’esercito ucraino è diventata una dei tratti distintivi dell’attuale conflitto militare. L’uso ucraino di questo tipo di armi…, incluso in combinazione con munizioni proibite, ha raggiunto il suo massimo…’. Un dibattito vivace che coinvolga esperti europei e statunitensi è stato lanciato sulle piattaforme dei media e sui social. Il giornalista australiano […], Jamie Mcintyre, ha confermato che le forze armate ucraine usano agenti chimici tossici. Come prova, ha citato il fatto che, nell’agosto 2022, le stesse hanno utilizzato un tipo di BZ (agente tossico), e nel 2024, campioni simili sono stati rintracciati nelle posizioni abbandonate dagli ucraini. Sulla sua pagina mostra altresì che, con lo scopo dell’intimidazione, rappresentanti delle forze armate ucraine hanno dichiarato che hanno agenti analoghi al Tabun. Crediamo sia di importanza cruciale che la rivelazione dei trasferimenti di armi chimiche dagli States all’Ucraina e il loro uso da parte delle forze armate di quest’ultimo Paese abbia stimolato la comunità degli esperti in materia, inclusi quelli occidentali, a considerare il rispetto degli obblighi di Kiev e Washington verso la Convenzione. Il Ministero della Difesa della Federazione Russa continuerà a lavorare in tale direzione e a tenere informata l’opinione pubblica”.
Ciò che preoccupa la Redazione di questo Settimanale e che dovrebbe essere posto all’attenzione del lettore è: primo, che dette sostanze – se usate – non solamente intossicano e/o possono uccidere soldati e membri della popolazione civile ma inquinano anche fortemente i terreni (che potrebbero, in seguito, essere utilizzati per le coltivazioni o l’allevamento di bestiame) oltre alle acque. Secondo, un’Europa che si ‘straccia le vesti’ per difendere i valori dell’ecologia e della biodiversità non dovrebbe mai rendersi complice di tali fonti di inquinamento, né giustificarle per qualsiasi motivo perché, come da proverbio dei nativi americani: “We do not inherit the world from our ancestors; we borrow it from our children” (3).
(1) China Global Television Network
(2) https://www.defensemirror.com/about#google_vignette
(3) N.d.t.: Non ereditiamo la terra dai nostri avi; la prendiamo in prestito dai nostri figli
venerdì, 21 giugno 2024
In copertina: Foto di Peter H. da Pixabay