La pandemia come stress test per mettere fine delle nostre libertà?
di Simona Maria Frigerio
Contattiamo l’avvocato Sergio Pintus, dopo l’incontro tenutosi a Napoli il 25 maggio scorso, intitolato La dignità dell’uomo è nella sua libertà. Tra i molti relatori, il professor Giuseppe Barbaro, specialista in medicina interna e cardiologia, che ha fatto un intervento su miocardite e morti improvvise; il professor Paolo Becchi, ordinario di filosofia del diritto presso l’Università di Genova; il collega giornalista Max Del Papa, che ha raccontato la sua vicenda personale; ma anche Carlo Freccero – molto critico nel periodo pandemico, così come Alessandro Rico, giornalista de La Verità (una tra le pochissime testate, cartacee e non, ad avere avuto un atteggiamento obiettivo sia sulle misure per contenere l’epidemia sia sui vaccini a mRNA). Nel corso dell’incontro l’avvocato Pintus ha presentato una relazione dal titolo: La notte della democrazia ed il buio della libertà – gli abusi durante la pandemia.
La prima domanda non potrà che essere, quindi, quale gli sia sembrato l’abuso più grave nei riguardi dei diritti dei cittadini in uno Stato democratico, come dovrebbe essere l’Italia.
Sergio Pintus: «Vorrei fare una premessa. Io non sono pregiudizialmente contrario ai vaccini, né vorrei essere etichettato come no-vax o negazionista rispetto alla pandemia, o incluso in qualsiasi altra categoria nella quale sono stati ristretti quei soggetti che, durante l’epidemia, hanno espresso il proprio dissenso. Come le dicevo, non sono pregiudizialmente contrario ai vaccini se utilizzati come qualsiasi altro farmaco, quindi con ogni attenzione al loro uso, al loro sviluppo e alla loro sperimentazione. Operata questa premessa la questione si pone nel senso che, nel corso dei due anni e mezzo di pandemia, si è verificata – dal punto di vista giuridico – una serie di soppressioni delle libertà di scelta individuali che non solamente è contraria alla Costituzione ma si è anche dimostrata non funzionale allo scopo di contenere la pandemia. Inoltre, chi ha materialmente compiuto atti in applicazione alle normative, a volte, ha abusato del proprio potere andando perfino aldilà della volontà del legislatore. Tra i molti esempi, come avvocato ho depositato alcuni ricorsi pilota per dei lavoratori dell’Inps. Durante la pandemia, infatti, era uscita una circolare da parte della dirigenza Inps che dava l’opportunità ai lavoratori di operare in smart working per tre giorni la settimana – questo anche per limitare l’affollamento negli uffici dell’Inps. E però, potevano accedere allo smart working tutti i lavoratori, tranne quelli che non si erano né tamponati né vaccinati. Ora, la domanda sorge spontanea: che cosa c’entra lo smart working con l’esigenza di controllare l’emergenza pandemica, se i lavoratori non tamponati e non vaccinati erano già stati sospesi? Perché non consentire loro di guadagnare il minimo dello stipendio lavorando da casa? Affermare che non vi sia stata l’obbligatorietà al vaccino è falso, in quanto – in realtà – sottesa alle scelte legislative e normative».
Passiamo al consenso informato. Era davvero così libero e consapevole il cittadino quando decideva o doveva (magari per necessità economiche) farsi vaccinare?
S. P.: «Il consenso, in realtà, era tutto fuorché libero e consapevole. Chiunque abbia letto come me il cosiddetto ‘consenso informato’ si è accorto che nessuno aveva il diritto di vaccinarsi senza firmare il consenso – che serviva a liberare lo Stato dalla responsabilità degli eventuali effetti avversi. Di conseguenza, lo Stato ci obbligava – per lavorare – a firmare un consenso che era ovviamente nullo. A parte ciò, se questo fosse stato davvero funzionale all’emergenza pandemica, potremmo dire ‘bene’ tra virgolette, ma il ruolo della libertà nelle nostre vite si è modificato in quanto nulla di ciò che ci imponevano era funzionale all’emergenza pandemica. Solo a ottobre 2022 Pfizer ammetterà, di fronte al Parlamento Europeo, di non avere mai sperimentato il vaccino per fermare il virus (1) e, quindi, di non sapere se fosse un vaccino immunizzante; ma anche prima sarebbe bastato leggere il bugiardino per accorgersi che serviva: “per la prevenzione della malattia da coronavirus 2019 (COVID-19)” (2) e non per fermare il virus SARS-CoV-2. Qualcuno allora dovrà spiegare agli italiani perché si siano messi alla gogna mediatica e costretti alla fame migliaia e migliaia di lavoratori, sospendendoli dal lavoro senza alcuna retribuzione e nemmeno un assegno alimentare, con la conseguente perdita dei contributi previdenziali per quei mesi e anche dei ratei della tredicesima, visto quanto si sapeva e che è poi stato confermato dalla medesima azienda farmaceutica. Vorrei altresì aggiungere che la sospensione non era un provvedimento disciplinare, il che – altrimenti – avrebbe consentito ai magistrati di sentire le ragioni di lavoratori rispetto a tale scelta: pensiamo a quanti, ad esempio, potevano essere affetti da malattie che impedivano loro di vaccinarsi. Infine, l’articolo 4 comma 8 prevedeva, ad esempio, la possibilità di adibire gli insegnanti a un’attività diversa – ossia non a contatto diretto con gli studenti – ma non è stata applicata, né è stato consentito l’insegnamento da casa o di lavorare in un ufficio. Lo definirei un ‘grande inganno’. Migliaia di lavoratori sospesi e non per impedire il contagio, visto che i dati dimostrano che chi era vaccinato contagiava quanto il non vaccinato con uno scarto dello 0,5% e, comunque, lo Stato avrebbe dovuto assumersi delle responsabilità rispetto ai vaccini che, al contrario, ha imposto surrettiziamente lasciando che la responsabilità su eventuali danni o effetti avversi, se l’assumesse il cittadino con il cosiddetto consenso informato».
Vietare agli over 50 di lavorare persino da casa se non vaccinati (decreto valido dall’8 gennaio fino al 15 giugno 2022) è stato un chiaro atto ricattatorio, assolutamente ingiustificabile a livello sanitario. Persino CNN ammetteva – già a luglio 2021 – che anche da vaccinati ci si poteva contagiare e persino ammalare gravemente e morire (3).
S. P.: «Rispetto ai lavoratori dell’Inps, che seguo professionalmente, e a tutti gli altri, è assolutamente vero che da casa non si possono contagiare i colleghi! Il problema è che la soppressione dei principi costituzionali è avvenuta perché alcuni governi, tra i quali soprattutto quello italiano, hanno deciso di sostenere delle tesi contro i propri cittadini perché in qualche modo sollecitati dalle grandi Case farmaceutiche. Ritengo, inoltre, che in questa vicenda gli ordini professionali – come, ad esempio, quello dei giornalisti, degli avvocati e dei magistrati – hanno delle responsabilità enormi riguardo all’aver abdicato alle nostre libertà. Occorreva che più persone, come me, applicassero il dissenso civico. Faccio un esempio personale. Quando mi sono recato in un Centro vaccinale dicendo di voler essere vaccinato, ma di non voler firmare il consenso informato, il risultato è stato che si sono rifiutati di vaccinarmi. Quindi, lo Stato pretendeva non solo che tutti i cittadini si vaccinassero ma che lo facessero a proprio rischio e pericolo. Inoltre, si è assistito a un dilagante delirio di onnipotenza. E mi permetto un altro esempio esplicativo. Nell’agosto del 2020 il Governo Conte decise che i pubblici esercenti dovessero chiudere le loro attività alle 18 invece che alle 19 – forse perché il virus si svegliava alle 18.05…! Detto questo, io quel giorno ero con la mia famiglia all’Aquafan di Riccione e, per l’intera giornata, abbiamo nuotato liberamente, preso il sole sdraiati uno accanto all’altro, chiacchierato, tutti senza mascherina. Spalla a spalla migliaia di persone a godersi la libertà. Alle 18 in punto, però, si dovette chiudere. Io esco, insieme a tutti gli altri, e – siccome sono cardiopatico e ho problemi di respirazione – ricordo di aver indossato la mascherina ma senza coprire completamente il naso. Non ci crederà, ma alle 18.05 fui fermato dal bodyguard per questa mia ‘inadempienza’. Al che io gli risposi se si fosse accorto che in centinaia avevamo trascorso l’intera giornata senza restrizioni e quella richiesta era decisamente incongrua. Quello che si è verificato è stato un vero delirio. E se a qualcosa è servita questa pandemia, è stato a rendere potenti commessi, maschere di teatro, bidelli di scuola, tutta una pletora di persone che si è sentita investita di un potere mai avuto prima per imporre qualsiasi restrizione per quanto irragionevole».
Oggi molti vaccinati continuano a soffrire degli effetti avversi dei vaccini. Astrazeneca ha ammesso finalmente le proprie responsabilità in Tribunale nel Regno Unito. Ma in Italia, è possibile fare una class action?
S. P.: «Teoricamente in Italia la class action sarebbe consentita, in quanto l’abbiamo in qualche modo mutuata dal sistema anglosassone. La questione, però, è che, di fatto e per colpa dei magistrati e degli avvocati, non è applicata frequentemente. Vi sono limitazioni così estese che è difficile proporla e, inoltre, bisogna sempre pensare a quanto un Governo e la Magistratura acconsentano al principio che possono essersi avuti effetti avversi da vaccino. Teniamo conto che, ad esempio, il professor Barbaro, cardiologo di fama internazionale, ha fatto notare – nell’incontro del 25 maggio – il numero di morti improvvise e il verificarsi di un aumento della pressione arteriosa in molti soggetti, così come l’incidenza delle miocarditi e delle pericarditi dovute al vaccino della Pfizer nella popolazione (4). La class action è uno strumento legislativo che deve essere utilizzato dall’avvocato e compreso dal magistrato. Se c’è un magistrato pregiudizialmente contrario perché è un manicheo della gestione pandemica la mia class action sarà respinta. Nel Regno Anglosassone c’è una cultura diversa del diritto rispetto alla nostra. La soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione sembra essere stata giustificata e garantita dalla gestione pandemica. Ma a questo punto la mia domanda è: quanto è più importante la morte del singolo soggetto rispetto alle libertà dell’intera collettività? Mi spiego. Io sono cardiopatico e la Covid-19 poteva uccidermi. Però, cosa conta di più: la mia morte, individuale, o la soppressione delle libertà di tutti i cittadini per anni? Se passa il principio per cui lo Stato può decidere della tua vita e della tua morte, finiamo per essere alla mercé delle decisioni di un Governo – di questo o quel colore. Al contrario, la libertà della collettività dovrebbe avere un valore più alto rispetto alla mia vita singola».
Ursula von der Leyen, a Ginevra, sembra abbia detto – in difesa del Trattato pandemico dell’Oms – che la Covid-19 è stata una ‘grande opportunità’. Dal suo punto di vista, di legale, la Presidente della Commissione Europea ha agito correttamente acquistando un vaccino via email e whatsapp personali, scambiati con un Ceo statunitense, che oltretutto avrebbe poi cancellato?
S. P.: «Il comportamento di von der Leyen non può essere definito normale. La gestione della pandemia e, in generale, dell’organizzazione della sanità non è demandata all’Europa ma ai singoli Stati. Ora il fatto che l’Europa abbia centralizzato nella persona della Presidente della Commissione Europea – che ha operato come organismo sovranazionale, di fatto imponendo una scelta precisa, che era quella di vendere ai singoli Stati un prodotto piuttosto che un altro – è di per sé un abuso. Il fatto, poi, che ciò sia avvenuto con la complicità dei mezzi di informazione è ancora peggio. Quando avremo l’occasione di scendere in piazza per avere una Commissione d’inchiesta europea sulla circolazione del virus e per essere certi se sia uscito da un laboratorio? Quella che è stata sdoganata è la sperimentazione di una nuova tipologia di vaccini, quelli a mRNA. Ovvero, abbiamo sdoganato queste sostanze a causa dell’emergenza pandemica ma così facendo abbiamo messo in circolazione dei vaccini che hanno avuto una sperimentazione relativa – sia per quanto riguarda il numero delle persone testate sia del tempo in cui si sono protratti i test. La Presidente della Commissione Europea ha abusato dei suoi poteri comportandosi come un organismo sovranazionale e, purtroppo, l’Italia è stata uno degli Stati che hanno fatto minore resistenza».
Ultima domanda sulla legge della Regione Puglia di subordinare a un colloquio informativo, finalizzato alla vaccinazione anti-Hpv, l’iscrizione a scuola di una specifica fascia di età di ragazzi e ragazze. Ma il garante della privacy non dovrebbe proibire una tale ‘schedatura’?
S. P.: «Di norma sì ma vi è da dire che, in alcuni casi, il garante ha espresso pareri ondivaghi. Preferirei partire da un altro punto di vista. La legge regionale n. 1 del 16 febbraio 2024 (5) afferma come la regione Puglia, per aumentare la diffusione del vaccino anti-HPV, porrà in essere una serie di azioni. Inoltre, se non si otterranno i risultati attesi, licenzieranno il direttore generale dell’Azienda sanitaria territorialmente competente. E però, il 21 maggio 2024, quando si implementa questa normativa si solleva la questione dell’iscrizione scolastica. In pratica, a una legge regionale si applica una postilla che prevede che per l’iscrizione degli alunni dagli 11 ai 25 anni il cittadino deve dimostrare di aver espresso per iscritto di essere stato informato riguardo al vaccino contro l’HPV. Ma se questa legge creasse una sorta di resistenza da parte dei cittadini e non dovesse portare alla minore diffusione del papilloma virus, com’è nelle intenzioni del legislatore, quali saranno le conseguenze? L’obbligatorietà? Non è specificato. Fino a che punto si può spingere lo Stato nel comprimere la libertà dei cittadini, questa è la vera domanda. Stabilire, magari tra un anno, che i soggetti non vaccinati non possono essere iscritti a scuola può competere solo allo Stato. Sarebbe allora una violazione della legge della riserva statale. Ossia, nessuna regione può imporre anche surrettiziamente trattamenti o schedari sanitari in violazione della riserva dello Stato – Articolo 32 della Costituzione (6). Occorre fare attenzione a distinguere: la sanità è regionale ma la tutela della salute è statale».
(1) https://notizie.virgilio.it/vaccini-covid-pfizer-ammette-non-abbiamo-fatto-test-per-fermare-i-contagi-nessuno-ce-l-ha-chiesto-1544702
(2) https://www.aifa.gov.it/comirnaty
(3) CNN 22 luglio 2021: https://edition.cnn.com/2021/07/22/politics/fact-check-biden-cnn-town-hall-july/index.html
(4) Si veda il nuovo bugiardino della Pfizer che recita: “La maggior parte dei casi di miocardite e pericardite si risolve. Alcuni casi hanno richiesto il supporto in terapia intensiva e sono stati osservati casi fatali”
https://farmaci.agenziafarmaco.gov.it/aifa/servlet/PdfDownloadServlet?pdfFileName=footer_005389_050305_FI.pdf&retry=0&sys=m0b1l3:
(5) “Programma di eliminazione del carcinoma del collo dell’utero e delle altre patologie HPV-correlate”: https://burp.regione.puglia.it/documents/20135/2430277/LR_1_2024.pdf/7a19f630-7e1e-2d4c-a57a-97a5e0a72afc?t=1708359059786
(6) https://www.governo.it/it/costituzione-italiana/parte-prima-diritti-e-doveri-dei-cittadini/titolo-ii-rapporti-etico-sociali#:~:text=31.,istituti necessari a tale scopo.
venerdì, 7 giugno 2024
In copertina: La statua di Esculapio (particolare), da Pixabay; nell’articolo, la Locandina dell’incontro del 25 maggio scorso