Direzione Nord
di Francesco Angiolini
Da Lopburi mi aspetta il mio primo treno notturno per dirigermi verso nord. Ovviamente, per risparmiare, opto per un normale posto in General class al posto di una comoda cuccetta cimentandomi nell’arduo compito di dormire seduto con la testa appoggiata al finestrino. La comodità è un’altra cosa ma è anche questo che mi fa sentire fin dentro alle vene un senso totale di avventura.
Arrivato a Chiang Mai, mi sposto in giornata nella città di Chiang Rai, che trovo da subito molto turistica. Le città del nord sono note per la presenza di un’enormità di templi buddisti e Chiang Rai ne fa degnamente parte. Il giorno seguente comincio l’esplorazione con qualche piccolo wat in centro città e il Blue Temple. Qui non si trova granché di autentico ma il blu misto al dorato delle pareti interne ed esterne lascia senza fiato. Oltretutto, l’entrata al tempio è gratuita e il mio consiglio è di visitarlo prima del tramonto in modo da ammirarlo con la luce del sole e vederlo risaltare con il buio post tramonto.
Per godere al meglio la città, il secondo giorno decido di affittare una bici e, dopo alcuni templi buddisti e una moschea, mi dirigo verso il magico White Temple, ossia il tempio bianco. Questa costruzione è spesso associata all’idea stessa della Thailandia e, spesso, mi sono immaginato osservarne le forme. Come già scritto per quello blu, anche qui ci si trova immersi nella calca turistica anche se il tempio merita, sembrando veramente uscito da una favola. Ogni angolazione diversa regala una foto meravigliosa da aggiungere ai ricordi personali. Al suo interno, trascorro molto volentieri due ore della mia giornata assaporando una moltitudine di forme arzigogolate che riflettono magnificamente i raggi del sole. Dopodiché, ritorno in ostello dove conosco Alberto, un ragazzo italiano in viaggio dopo aver vissuto e lavorato in Australia.
La mattina seguente, prima di riportare la bici che ho noleggiato, mi dirigo verso la Goddess of Mercy, un’imponente statua buddhista raffigurante Guanyin – locata in un’area rurale della città. Salutata Chiang Rai, è il momento di tornare a Chiang Mai.
È qui che ritroverò Chiara e mi godrò una festività thailandese, il Loi Krathong. Gli ostelli sono pieni e, nonostante prenoti con cinque o sei giorni di anticipo, devo comporre una sorta di puzzle spostandomi ogni notte per sopravvivere e non spendere davvero troppo. Il Loi Krathong si celebra nella notte della luna piena del dodicesimo mese del tradizionale calendario lunare thailandese, che coincide generalmente – e come in questo caso – con il mese di novembre. L’atmosfera è splendida: nelle strade ci sono file e file di lanterne e di candele accese che illuminano la notte e regalano un’atmosfera magica, così come all’interno dei templi.
Lungo il Ping, il fiume cittadino, si sparano petardi, come durante il nostro Capodanno, ed è principalmente (ma non esclusivamente) su queste acque che abitanti e turisti lasciano il proprio Krathong, ovvero una specie di piccolo cesto colorato realizzato con foglie e fiori di banano. Loi significa, infatti, galleggiare mentre Krathong, zattera.
Negli stessi giorni si celebra altresì lo Yi Peng, ovvero il festival delle lanterne, grazie al quale si libera un’infinità di lanterne – che si alzano verso il cielo regalando emozioni indimenticabili. I colori e le musiche di questa festività mi donano due splendide serate.
Mi fermo a Chiang Mai quattro giorni esplorando anche gli innumerevoli templi cittadini e ritrovando con piacere Chiara, con la quale viviamo momenti intensi di condivisione di luoghi, culture ed emozioni. Durante le serate in compagnia ho occasione di conoscere diversi ragazzi e ragazze, tra i quali Alessandro, un solare e divertente viaggiatore che ritroverò più avanti, nelle zone di mare a sud e che, dopo essere rientrato in Italia, ha ripreso il viaggio nella Turchia asiatica.
La tappa successiva, per me, è la capitale, Bangkok. L’ostello in cui mi trovo è forse il peggiore da quando sono partito. È situato sul Chao Praya, il grande fiume che solca la metropoli, in una zona piena di palafitte e aree dove l’acqua ristagna creando un habitat perfetto per le zanzare. Se aggiungiamo il fatto che non ci sono finestre (come è da tradizione nelle case Thai), potrete capire come abbia passato le mie nottate e, soprattutto, mi sia risvegliato i giorni seguenti con le caviglie punzecchiate dalle zanzare.
Di Bangkok, nonostante tutto, mi innamoro! È un po’ il sogno di ogni backpacker o nomade digitale, insieme a Bali – in Indonesia (1). Viverci è molto semplice, offre veramente tanto a prezzi bassissimi. I miei giorni a Bangkok scorrono in maniera piacevole godendomi e scoprendo ogni angolo di questa megalopoli.
Mi godo due match di calcio thailandese allo stadio in altrettanti ambienti, totalmente diversi: il primo nello stadio casalingo della squadra del porto, il Port; mentre il secondo nella zona a nord di Bangkok, a Muangthong, in un’area molto sviluppata. Mi diverto a degustare lo street food di China Town, mi addentro nella famosissima Khaosan Road, centro della vita notturna più sfrenata e turistica della capitale thailandese, dove tutto è possibile (2). Passeggio nel Parco Lumphini – un po’ il Central Park di Bangkok, dove osservo i varani liberi camminare a bordo lago e rimango a bocca aperta nella zona adiacente al parco, dove entro nei mall, ossia centri commerciali enormi – i più grandi ed incredibili che abbia mai visto in vita mia.
L’ultimo giorno in cui rimango nella capitale ho modo, con grande piacere, di ritrovare Veronica, una ragazza spagnola già incontrata in Vietnam – ad Hoi An – con la quale condivido diverse ore camminando per le vie della città a chiacchierare di India, dal momento che ne è innamorata persa e io sto per scoprirla.
La prima parte su:
(1) Per approfondire:
(2) N.d.r.: Negli ultimi anni è aumentato però lo spaccio e il consumo di stupefacenti anche pesanti, oltre al numero di senzatetto che dormono nell’area e attendono i pasti di associazioni di volontariato
venerdì, 31 maggio 2024
In copertina e nel pezzo: Tutte le foto sono di Francesco Angiolini (vietata la riproduzione del pezzo e delle immagini, anche parziale, senza l’autorizzazione dell’Autore. Tutti i diritti riservati)