Tinte a tema
di Luciano Uggè e Simona Maria Frigerio
Come ogni anno Palazzo Blu apre le porte a una mostra dedicata a writer, muralisti o fumettisti. Se l’anno scorso il protagonista era Igort (1), quest’anno ci troviamo di fronte a Manuele Fior, classe 1975, architetto, viaggiatore e appassionato di sfumature coloristiche che, come dimostra già la Sala al piano terra, dedicata alle tavole di Celestia (china e gouache su carta, 28×38, Oblomov Edizioni, 2019/2020), spesso acuiscono la nostra percezione dei volumi – di architetture figlie di un razionalismo futurista; esaltano le prospettive; o restituiscono atmosfere naturali e lagunari nel baluginìo di un’alba o alla luce di un lampione, riflesso nelle acque dei canali. Da Brasilia a Venezia il passo sembra breve e quest’ultima città è sicuramente protagonista tanto quanto Dora e Pierrot e, forse ancor più di loro, è in grado di risvegliare angosce sottili e rimandi a universi di celluloide (ci chiediamo se il regista Álex de la Iglesia non abbia letto il fumetto in doppio volume prima di girare il suo Veneciafrenia…).
Completamente spiazzante, al quarto piano, L’Intervista (Coconino Press, 2013), le cui tavole (40×58) sono di un bianco e nero rarefatto e notturno, frutto di un mix tra carboncino e china (su carta). Ritroviamo indissolubilmente unite la vocazione dell’architetto e quella del cinéphile, in certe stradine e casette da Strapaese di Ottone Rosai o nella successione di inquadrature che passano dall’imbocco della galleria, al suo percorso fino al primissimo piano dello specchietto retrovisore.
Coloro acidi e vaghe reminiscenze da Die Brücke nella sala successiva, che ospita Cinquemila chilometri al secondo (Coconino Press, 2010), con tavole (36×48) in acrilico su carta. Più romanzo alla Andrea De Carlo che fumetto con vaghe reminiscenze bergmaniane nei tentativi impossibili di recuperare sensazioni e sentimenti – anni persi per sempre perché ci manca la famosa Madeleine.
Ottima scelta quella di posizionare il video con l’Autore, che si racconta e racconta il suo lavoro e la mostra, in una saletta dotata di sedie sì che il visitatore può godersi l’intera ‘intervista’.
E infine si giunge al lavoro più recente di Fior, Hypericon (Coconino Press, 2022), con tavole (36×50) in china colirata e gouache su carta, dove l’iperrealismo delle esplosioni delle Torri Gemelle che chiude il volume e un intero periodo storico, suggella una narrazione duplice che intreccia il diario di Howard Carter, personaggio reale – archeologo ed egittologo britannico, scopritore della tomba di Tutankhamon – in cui le sabbie del deserto e la polvere del tempo sono sottolineati da coloriture ocra e un’attenzione per i giochi di luce e ombra, taglienti come le lame infocate di sabbia e rocce; e la passione giovanile tra Ruben e Teresa sullo sfondo di una Berlino che ormai non esiste più, dove era ancora possibile vedere le ultime vestigia dell’Est Europa e il clima effervescente di quei centri sociali, come la Kunsthaus Tacheles (chiusa nel 2012), che ospitavano artisti delle più svariate correnti mentre le case occupate si ricoprivano di murales. Oggi gli squatter (come il personaggio di Ruben) hanno lasciato il posto a una borghesia – ormai in crisi industriale – che vive in una città omologata al gusto degli archistar.
Interessante percorso creativo ed espositivo che, ancora una volta, mostra la grande versatilità di Palazzo Blu.
La mostra continua:
Palazzo Blu
Lungarno Gambacorti, 9 – Pisa
fino a domenica 1° settembre 2024
orari: da martedì a venerdì dalle ore 10.00 alle 19.00; il sabato, la domenica e i festivi dalle ore 10.00 alle 20.00
Manuele Fior. Viaggio a colori
a cura di Giorgio Bacci
(1) https://www.inthenet.eu/2023/06/09/igort-attraversare-le-forme/
venerdì, 17 maggio 2024
In copertina: L’invito alla mostra (particolare)