Il Governatore Giovanni Toti agli arresti domiciliari
di Francesca Camponero
La corruzione politica è sempre esistita: è un fenomeno molto antico, presente sin dai tempi degli antichi greci e romani, ed è considerata uno dei principali ostacoli alla crescita economica e civile del nostro Paese. Il fenomeno è sempre stato più preoccupante nel Mezzogiorno, dove si combina con l’influenza della criminalità organizzata, ma da tempo il fenomeno è arrivato anche al Nord. Un quadro inquietante. Da Tangentopoli a oggi la corruzione che coinvolge direttamente i detentori di cariche pubbliche non solo appare in crescita, ma assume caratteri nuovi in quanto diventa sempre più ‘privatizzata’, ovvero è volta al perseguimento di vantaggi personali oltre che al sostegno dei partiti – come accadeva in passato. Si coagula intorno a reti politico-affaristiche, stabili e strutturate, che crescono di più a livello locale e regionale e attraversano i principali partiti piegando ai loro interessi la gestione della cosa pubblica.
La corruzione investe pratiche sociali molto diverse tra loro e purtroppo non ci sono aspetti della vita associata immuni dalla corruzione. Gli attori agiscono in modo corrotto nella speranza che i benefici conseguiti non siano scoperti e, quindi, di non subire le relative sanzioni. Insomma, ‘fanno i furbi’, sperando di farla franca (cosa molto difficile, praticamente impensabile, da quando esistono le intercettazioni telefoniche). In Italia, soprattutto, la corruzione da fatto ‘privato’ è diventato elemento strutturale del sistema politico. Quando, nella prima metà degli anni 90, scoppiò la cosiddetta Tangentopoli, con l’apparente vittoria della ‘rivoluzione dei giudici’, furono tante le speranze di cambiamento (naturalmente in meglio) che aveva alimentato. Ma dopo quella bufera le cose cambiarono effettivamente? Assolutamente no, il Parlamento italiano sembra sia ancora pieno di corrotti.
Ai tempi della Prima Repubblica la corruzione era – come abbiamo scritto – funzionale ai partiti, più recentemente sono i partiti ad essere diventati funzionali alla corruzione. E bisogna stare attenti a non fare della corruzione un alibi: esiste, certo, una correlazione negativa tra corruzione politica e crescita economica, ma sarebbe anche sbagliato ritenere sufficiente eliminare la corruzione per rilanciare l’economia. La strada è comunque lunga e tutta in salita. Ma, mentre la casta politica continua imperterrita nei suoi affari, la maggior parte delle famiglie italiane non riesce più ad arrivare alla fine del mese.
Già Benedetto Croce nella sua Etica e Politica del 1931 sottolineava che l’appello all’onestà diventa sterile quando non si connette a un programma politico più generale. E se andiamo più indietro, per Kant persino un popolo di diavoli poteva costruire uno Stato – il che possiamo dire valga anche per un popolo di corrotti. Pertanto, ahimè, il sistema degli incentivi riveste un’importanza chiave nell’interpretazione e comprensione del fenomeno della corruzione pubblica. Infatti, un individuo che decide di comportarsi onestamente in un contesto ove altrimenti la probabilità di perdere il lavoro, l’onorabilità e la libertà personale è relativamente alta, può decidere diversamente in una situazione dove i corrotti, quasi sempre, la fanno franca. Ecco perché, purtroppo, sono molti coloro che decidono anche in base a un sistema di valori che talvolta con esso poco ha a che fare.
Per non parlare del radicale pessimismo dei cittadini sull’integrità della propria classe politica: per oltre il 90% degli italiani – dato Eurobarometro 2017 – la corruzione è diffusa o molto diffusa a livello nazionale e locale. E non hanno forse ragione a pensarla così?
Guardiamo gli ultimi fatti: dall’inchiesta della Procura di Genova sul presunto sistema di corruttele in Liguria, emerge una nuova accusa per il Governatore Giovanni Toti, ora agli arresti domiciliari: il tentativo di truccare i dati della popolazione ligure per ottenere più dosi di vaccino in tempo di Covid-19. Le intercettazioni al riguardo, come riporta La Repubblica, riguardano il tentativo di gonfiare il numero di anziani in Liguria a marzo 2021. Si parla anche di maxi frode da un milione e 200mila euro sulle forniture sanitarie – sempre durante la pandemia – in particolare sulle mascherine, all’inizio introvabili e preziose come l’oro nella Fase Due per scuole e luoghi pubblici. È quanto emerge dalle carte depositate nell’ambito dell’inchiesta.
Francamente speculare sulla salute dei cittadini, anziani per di più, è la peggiore colpa che si può attribuire a un politico. La campagna vaccinale andò avanti anche quando la malattia si era modificata ed era meno aggressiva. La popolazione over 60, a cui la vaccinazione veniva raccomandata dal Ministero della Salute, è stata la più vaccinata, in particolare in Toscana, Emilia-Romagna e Lombardia. Nel 2022 si è dato il via alla vaccinazione per la quinta dose (fatto a nostro parere inaccettabile), raccomandata ai cittadini dagli 80 anni in su e, soprattutto, agli ospiti delle strutture residenziali. Del resto, come abbiamo visto, i vaccini c’erano, arrivavano a valanghe, senza chiedersi se facessero bene o meno. Ma questo è tutto un altro discorso.
venerdì, 17 maggio 2024
In copertina: Foto di Gordon Johnson da Pixabay (particolare)