The Art of Deliverence / L’Arte della Liberazione
by/di Pamela Goldman (traduzione in italiano al fondo pagina)
Jakob Polacsek, an Austrian/Irish photographer born in Salzburg in 1976, is a multifaceted artist whose exploration of visual storytelling has been rich and transformative. Graduating with a Master’s Degree in Communications from the University of Vienna, Jakob’s academic pursuits were complemented by his studies in Electronic Media and Computer Music at The University of Music and Performing Arts Vienna, under the guidance of Tamás Ungváry.
Transitioning from the world of journalism, where he honed his skills in print and audiovisual media, Jakob found his true calling in photography in 2004. His inaugural foray into the medium came through his role as set photographer for the critically acclaimed road movie Zen and Zero. In the years that followed, Jakob’s travels have taken him across continents, where he skillfully captured portraits and insightful reportage, establishing himself as a well-rounded photographer.
Guided by an insatiable wanderlust and a profound connection to the sea, Jakob’s personal explorations often lead him to coastal regions around the world. Being an avid surfer, he draws inner peace and inspiration from the ever-changing scenery sculpted by the ocean’s raw power.
The images showcased in Layers represent a culmination of Jakob’s decade-long exploration of the Indonesian archipelago. Here, he was entranced by the captivating features of weather-worn fishing boats. Each photograph in the series bears witness to the enduring struggle between human craftsmanship and the relentless forces of nature, capturing moments of decay that evoke a sense of fleeting beauty and profound investigation.
Through Layers, Jakob invites viewers on a visual journey that transcends temporal boundaries, inviting contemplation on the transient nature of existence and the enduring resilience of the human spirit.
What role does freedom have for you in your art?
Jakob Polacsek: «Freedom in my art is paramount. In my artistic pursuits, such as the series Layers, I am unshackled from external demands, allowing me to explore my own vision without inhibition. Creating Layers was a deeply personal endeavor, driven by an intrinsic need for creative expression rather than external validation. Each photograph in the series is not only visually appealing on its own but also forms part of a cohesive narrative that transcends individual images. This conceptual approach provides me with the ultimate freedom to delve into themes, emotions, and aesthetics that resonate with me on a profound level, unrestricted by the parameters of commercial briefs. In essence, the freedom I find in my art is the freedom to authentically express myself, uninhibited by external pressures or expectations. It allows me to delve into the depths of my creativity, exploring ideas and concepts that are meaningful to me without compromise. Through Layers and similar projects, I find a sanctuary where I can truly be myself, unfettered by the constraints of commercial obligations, and where my imagination can roam freely.»
Describe how freedom exists in your photographs.
J. P.: «Freedom manifests itself vividly within my photographs, particularly evident in the vibrant and diverse palette of colors that permeate the Layers’ series. Each photograph serves as a canvas upon which I unleash my creativity, utilizing color as a powerful medium of expression. The spectrum of hues, ranging from bold and dynamic to subtle and nuanced, represents the vast array of emotions, narratives, and ideas that I aim to convey. In Layers, the use of color is not merely decorative; it is integral to the essence of each image, symbolizing the multifaceted layers of meaning and interpretation embedded within. Whether it’s a monochromatic composition evoking a sense of simplicity and purity or a kaleidoscope of hues merging in harmonious complexity, every color choice is deliberate, reflecting my artistic vision and emotional resonance. Moreover, the freedom inherent in my photographs lies in the fluidity of interpretation they afford to viewers. Just as I revel in the process of selecting and juxtaposing colors to convey my message, I invite spectators to immerse themselves in a realm of subjective interpretation. Through the liberating use of color in my photographs, I transcend the confines of traditional representation, embracing a boundless realm of imagination and creativity. It is this freedom that infuses the series with vitality and depth, inviting viewer on a visual journey where the boundaries between reality and imagination blur, and the spirit of artistic expression roams freely.»
This exhibit was compiled by Pamela Goldman, Curator and Founder of Museum Mile Contemporary, a non-profit institution.
To send a message to the artists or the administration click the link:
https://www.museummilecontemporary.org/
Other links: www.polacsek.com/wall-art
and www.instagram.com/polacsek_travel
Traduzione in italiano
di Simona Maria Frigerio
Jakob Polacsek, fotografo austro-irlandese, nato a Salisburgo nel 1976, è un artista poliedrico la cui esplorazione della narrazione visuale è stata sempre ricca e innovativa. Laureato in Comunicazione presso l’Università di Vienna, i suoi studi accademici sono proseguiti nel campo dei media elettronici e della musica per computer presso l’Università di Musica e Arti Performative sempre di Vienna, sotto la guida del compositore Tamás Ungváry.
Passando dal mondo del giornalismo, dove ha perfezionato le sue capacità nella stampa e nei media audiovisuali, Jakob ha trovato la propria vocazione nella fotografia nel 2004. La sua prima incursione nel medium è avvenuta grazie al suo ruolo di fotografo sul set del road movie, acclamato dalla critica, Zen and Zero. Negli anni successivi, i viaggi di Jakob lo hanno portato ad attraversare i continenti, dove ha magistralmente catturato ritratti e costruito reportage approfonditi, dimostrando di essere un fotografo a 360 gradi.
Guidato da una insaziabile passione per il viaggio e una profonda interconnessione con il mare, le esplorazioni personali di Jakob lo hanno spesso condotto nelle regioni costiere intorno al mondo. Essendo altresì un surfista, trae la propria pace interiore e ispirazione dagli scenari sempre cangianti scolpiti dal potere naturale dell’oceano.
Le immagini esposte in Layers rappresentano il culmine dell’esplorazione decennale di Jakob dell’arcipelago indonesiano. Qui, è rimasto incantato dalle accattivanti caratteristiche delle barche dei pescatori usurate dal tempo. Ogni foto della serie testimonia la dura battaglia tra l’abilità dell’essere umano e le implacabili forze della natura, catturando momenti di decomposizione che evocano un senso di bellezza effimera e indagine approfondita.
Attraverso Layers, Jakob sollecita il pubblico a fare un viaggio visuale che trascenda i confini temporali, invitandolo alla contemplazione della natura transitoria dell’esistenza e alla resilienza persistente dello spirito umano.
Quale ruolo ha la libertà, secondo lei, nella sua arte?
Jakob Polacsek: «La libertà nella mia arte è fondamentale. Nelle mie attività artistiche, quali la serie Layers, mi affranco da domande esteriori, permettendomi di esplorare la mia visione senza inibizioni. Creare Layers è stato uno sforzo personale profondo, guidato da una necessità intrinseca di espressione creativa invece che dal bisogno di riconoscimento dall’esterno. Ogni foto della serie non è solamente accattivante a livello visuale, in se stessa, ma forma altresì parte di una narrazione coerente che trascende le immagini individuali. Questo approccio concettuale mi fornisce la libertà massima per esplorare temi, emozioni ed estetiche che risuonano in me a un livello profondo, senza le limitazioni dei parametri commerciali. Essenzialmente, la libertà che trovo nella mia arte è quella di esprimere con autenticità me stesso, senza inibizioni imposte da pressioni esterne o aspettative altrui. Questo mi permette di immergermi nelle profondità della mia creatività, esplorando idee e concetti che hanno un significato per me senza compromessi. Attraverso Layers e progetti simili, trovo un santuario dove posso essere veramente me stesso, senza i vincoli degli obblighi commerciali, e dove la mia immaginazione può vagare liberamente».
Può descrivere come si ravvisa la libertà nelle sue fotografie?
J. P.: «La libertà manifesta se stessa vividamente nelle mie foto, particolarmente nella palette vibrante e variegata di colori che permea la serie Layers. Ogni foto è come una tela sulla quale libero la mia creatività, utilizzando il colore come medium potente di espressione. Lo spettro di tonalità, che va dall’audace e dinamico al sottile e sfumato, rappresenta la vasta gamma di emozioni, narrazioni e idee che miro a trasmettere. In Layers, l’uso del colore non è meramente decorativo; è parte integrante dell’essenza di ciascuna immagine – strati (ossia layers, n.d.t.) che simboleggiano la stratificazione poliedrica di significati e interpretazioni racchiuse in ognuna. Sia nel caso di una composizione monocroma che evochi un senso di semplicità e purezza o un caleidoscopio di tinte che si fondono in un’armoniosa complessità, ciascuna scelta coloristica è deliberata, riflettendo la mia visione artistica e risonanza emozionale. Inoltre, la libertà nelle mie foto risiede nella fluidità di interpretazione che offrono allo spettatore. Como godo io nel processo di selezione e giustapposizione dei colori per mandare il mio messaggio, invito il pubblico a immergersi nel reame dell’interpretazione soggettiva. Attraverso l’uso liberatorio del colore, nelle mie foto, trascendo i confini della rappresentazione tradizionale, abbracciando un reame senza limiti di immaginazione e creatività. Questa è la libertà che infonde la serie con vitalità e profondità, invitando lo spettatore a un viaggio visuale dove i confini tra realtà e immaginazione sfocano, e lo spirito dell’espressione artistica spazia liberamente».
Mostra virtuale a cura di Pamela Goldman, Curatore e Fondatore del Museum Mile Contemporary, istituzione no-profit.
Per inviare un messaggio all’artista o all’amministratore del sito, cliccare:
https://www.museummilecontemporary.org/
Altri link di Jakob Polacsek: www.polacsek.com/wall-art
e www.instagram.com/polacsek_travel
Friday, April 19, 2024 / venerdì, 19 aprile 2024
On the cover: a portrait of the artist; in the article: all images, courtesy by the artist ©Jakob Polacsek (all rights reserved. Reproduction prohibited) / In copertina: un ritratto dell’artista; nell’articolo: tutte le immagini, courtesy l’artista ©Jakob Polacsek (tutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione)