Un intellettuale: dal globale al personale
by/di Pamela Goldman (traduzione in italiano al fondo pagina)
On the evening of March 26th, 2024, leading geopolitical thinker and best-selling author, Fareed Zakaria, dashed on to the stage at 92NY, accompanied by esteemed interviewer, Malcolm Gladwell.
The host of CNN’s highly acclaimed Fareed Zakaria GPS and a weekly columnist at The Washington Post, Zakaria’s career has garnered many accolades. He is the recipient of the George Foster Peabody Award which honors “the most powerful, enlightening and invigorating stories” in all media. Zakaria was also described as one who, “may have more intellectual range and insights than any other public figure in the West,” by David Stribman in The Boston Globe. Newsweek magazine listed him as one of the “Power 50,” the 50 most influential political figures of our time and Esquire named him one of the 21 most important people of the 21st Century.
A great wave of optimism infused the air as Zakaria spoke of his life, his journey and his view of the arc of civilization, particularly of the last 300 years. His new book, The Age of Revolutions, addresses various historical contexts to help better understand the world in which we live today.
Born in 1964, in Mumbai, India to an Islamic, Konkani family, Zakaria’s earliest memories of his country were of the seemingly endless states of poverty, poor education and a terrible healthcare system. Clean running water was not the ordinary. He describes the situation as ‘medieval’ in the sense of where India was economically in the 1970’s compared to where it stands today; hundreds and hundreds of years of unmitigated poverty suddenly spiking to become a world leading industrial power… astounding progress within a few decades. He establishes that this growth is still among a mere 10% of the population.
Having grown up the son of a politician and a news editor, Fareed had the privilege of visiting Europe and the United States as a teenager. He vividly recalls how magical the United States was for him. The Coke machines, the escalators and so forth enchanted him… seeing unimaginable technology and enormous wealth and abundance lights him up inside when he speaks of the US as being “The richest country in the history of the world.” His eyes smiling brightly as he recalls seeing Casablanca, ‘the greatest American film of all time.’
Upon his return to the United States for his college education at Yale University, Fareed emphatically states that America has always been good to him. Being an Indian immigrant, he found the US more open and accepting whereas in England there was always a class-divide. Becoming a US citizen, Zakaria never misses spending his winter holiday in India with his family. He has seen a new ‘modernity’ happening there. He describes this as a sort of “decoupling” from poverty and the making of a new India with all the “color and unique character” of the past intact as its new position in the world begins to emerge.
Zakaria does feel that in recent years, a wave of nationalism has swept over India where there is now less tolerance which is counter to the idea of India that his father left him. This, being “Gandhi’s India, a secular democracy.”
Referring back to his book, The Age of Revolutions, he describes the qualities of the Dutch Golden Age when it was the center of intellectual thought, finance and industry, seafaring and trade during an age of peace. He outlines the specific qualities of their society which enabled so much progress. Zakaria outlines: “1. egalitarianism 2. non-hierarchical 3. decentralized government 4. free-thinking” were the qualities that permitted a period of ease where people could work at improving their systems of living rather than worry about warring and survival.
As an historian, Fareed feels his motivation is to “insure that people don’t do bad history.” Reminiscing about his career, he certainly emphasizes that “I am an American by choice” and not by accident. With his ‘choice’ he has created a unique perch from where he views and discusses world events, helping people around the world to make sense of the times in which we live.
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Traduzione in italiano
di Simona Maria Frigerio
Nella serata del 26 marzo 2024, l’esperto di geopolitica e autore di best-seller, Fareed Zakaria, è salito sul palco del 92NY, intervistato da Malcolm Gladwell.
Il conduttore del celebre approfondimento della CNN intitolato Fareed Zakaria GPS (The Global Public Square) ed editorialista settimanale di The Washington Post, in questi anni ha ricevuto molti onori, tra i quali il George Foster Peabody Award che premia “le storie più potenti, illuminanti e corroboranti” pubblicate dai media. Zakaria è stato inoltre decritto come una persona con “una visione intellettuale e conoscenze maggiori di qualsiasi altra figura pubblica in Occidente” da David Stribman su The Boston Globe. Newsweek lo ha inserito tra i “Power 50”, ovvero le 50 figure politiche più influenti dei nostri tempi ed Esquire lo ha nominato al 21° posto tra gli individui più importanti del XXI secolo.
Una ventata di ottimismo ha invaso la sala mentre Zakaria descriveva la sua esistenza, il suo percorso e la sua visione della civiltà, particolarmente degli ultimi 300 anni. Il suo nuovo libro, The Age of Revolutions, tratta di vari temi storici sì da aiutare a comprendere meglio il mondo nel quale viviamo.
Nato nel 1964, a Mumbai, in India, da una famiglia islamica (per la precisione, Konkani, 1), i primi ricordi di Zakaria del suo Paese sono legati a una povertà senza fine, educazione scarsa e un terribile sistema sanitario. L’acqua corrente potabile non era la normalità (2). Nel suo discorso ha descritto la situazione come ‘medievale’, comparando l’economia indiana degli anni 70 con quella attuale; secoli di povertà assoluta culminati improvvisamente in una tra le potenze industriali mondiali… un progresso sorprendente nel giro di pochi decenni. Anche se tale crescita partiene ancora solo a un 10% della popolazione.
Essendo figlio di un politico ed editore, Fareed ha avuto il privilegio di visitare l’Europa e gli Stati Uniti già da teenager. Ricorda tuttora vividamente come gli apparvero magici gli States: i dispenser della Coca-Cola, gli ascensori, eccetera, lo incantarono… Vedendo i prodotti di una tecnologia inimmaginabile e una ricchezza e abbondanza tali, gli si è illuminato il volto definendo gli US come il “Paese più ricco nella storia del mondo”. I suoi occhi hanno sorriso anche ripensando a Casablanca, ‘il miglior film statunitense in assoluto’.
Tornato negli Stati Uniti per frequentare l’università a Yale, Fareed ha dichiarato con una certa enfasi che gli States sono sempre stati buoni con lui. Essendo un migrante di origine indiana, ha trovato che gli US siano più aperti e accoglienti dell’Inghilterra, dove esiste divisione tra le classi sociali. Dopo essere diventato cittadino statunitense, Zakaria non ha mai smesso di trascorrere le vacanze invernali in India con la sua famiglia. Ha visto la nuova ‘modernità’ nascente. E ha descritto tutto ciò come “sganciamento” dalla povertà e costruzione di una nuova India con tutto il “colore e il carattere unico” del passato ancora intatti, mentre emerge la nuova posizione del suo Paese d’origine a livello mondiale.
Zakaria ha dichiarato che avverte una nuova onda nazionalista attraversare l’India, diminuendo così il livello di tolleranza del passato e questo è esattamente il contrario di quanto ha ereditato dal padre (4): “L’India di Gandhi, una democrazia secolarizzata” (5).
Riferendosi al suo libro, The Age of Revolutions, l’autore ha riassunto le qualità dell’età d’oro fiamminga, quando il Paese era al centro del mondo a livello di pensiero, finanza e industria, nella navigazione e nel commercio, in un’era di pace. Ha delineato le specifiche qualità di quella società che permise un tale progresso, ovvero: “1. Egualitarismo; 2. Mancanza di gerarchia; 3. Governo decentralizzato; 4. Libertà di pensiero”. Tutto ciò permise un periodo in cui le persone hanno potuto migliorare le loro esistenze invece di preoccuparsi di guerre e sopravvivenza (6).
Come storico, Fareed vuole assicurarsi che “le persone non facciano ‘cattiva’ storia”. Ripensando alla propria carriera, ha sottolineato che è: “statunitense per scelta” e non casualmente. Grazie alla propria ‘scelta’ si è creato una posizione unica dalla quale vedere e discutere gli eventi mondiali, aiutando le persone a dare un senso ai tempi che stiamo vivendo.
(1) I Konkani sono una popolazione dell’India sud-occidentale stanziata nello Stato del Maharashtra (ndt)
(2) Le ultime stime danno un netto peggioramento della situazione con 2 miliardi di persone, nel mondo, senza acqua sicura da bere (ndt)
(3) Secondo Oxfam International “una piccolissima parte della popolazione indiana – appena l’1% – detiene circa il 40% della ricchezza del Paese e, se si allarga il dato al 5% della popolazione più abbiente, si arriva al 60%. Mentre, per converso, la metà della popolazione con i redditi più bassi detiene appena il 3% della ricchezza totale” (ndt)
(4) Il padre era Rafiq Zakaria, deceduto nel 2005, politico indiano e religioso islamico, vicino sia al Movimento per l’Indipendenza Indiana sia all’Indian National Congress Party (ndt)
(5) Ghandi era abbastanza reazionario, a livello politico, e non è mai stato contrario al mantenimento delle caste, come afferma anche la nota autrice e attivista indiana, Arundhati Roy (ndt)
(6) Non avendo letto il libro non possiamo sapere se Zakaria nomini altri fattori per l’arricchimento dei Paesi Bassi, tra i quali il commercio dell’oppio e lo sfruttamento colonialista di Paesi stranieri (ndt)
Friday, April 5, 2024 / venerdì, 5 aprile 2024
On the cover: Fareed Zakaria in a photo by Larry D. Moore (particular) / In copertina: Fareed Zakaria in una foto di Larry D. Moore (particolare). CC BY 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3011534