Report della giornata/evento del 9 marzo a Bassano del Grappa
di Roberto Rinaldi
Bassano del Grappa, 9 marzo 2024 – Palazzetto Cmp Arena al completo con 2.500 presenze per il Convegno Pretendiamo verità a giustizia, promosso dall’europarlamentare Sergio Berlato. Quattro ore dense di contenuti con relatori qualificati che hanno spiegato come tutto sia potuto succedere.
Sotto la lente, la pandemia da Covid-19, sotto accusa la politica sanitaria attuata. «Non siamo in cerca di vendette», ha detto l’onorevole Berlato: «ma pretendiamo verità e giustizia. Vogliamo che i danneggiati da vaccino non siano abbandonati dalla sanità». Una richiesta di non essere abbandonati dai sanitari e dallo Stato ma curati a causa delle reazioni avverse insorte dopo essersi vaccinati: questo è l’appello corale che è stato rivolto al personale medico e alla politica. A chiederlo sono state le associazioni che si sono costituite dopo che molti hanno subito danni fisici e psicologici anche permanenti, senza poter trovare rimedi efficaci per lenire le loro sofferenze.
All’iniziativa dell’europarlamentare Sergio Berlato hanno partecipato tredici relatori tra medici, giornalisti, rappresentanti di associazioni di malati e un sindacalista della Polizia di Stato – definiti da Berlato: «Persone coraggiose perché chiunque mettesse in discussione il pensiero dominante veniva deriso e isolato ma, nonostante questo, non si sono fatti ricattare e spaventare».
Il primo a intervenire è stato Antonio Porto, segretario generale del sindacato di Polizia O.S.A. (Operatori Sicurezza Sociale, composto da personale delle forze dell’ordine, che non ha voluto cedere all’obbligo vaccinale, pena la sospensione dal servizio). Nel suo intervento ha spiegato che il suo sindacato è nato: «Nel periodo pandemico in opposizione all’obbligo surrettizio, in considerazione del fatto che chi doveva difendere i colleghi non lo faceva. L’obbligo di vaccinarsi comportava che se facevi altrimenti, eri sospeso e restavi senza stipendio». Ha quindi spiegato di essersi: «rivolto al professor Pierluigi Belli, docente universitario e direttore della ricerca presso l’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) dell’Università di Roma Tor Vergata, il quale ha analizzato i vaccini Pfizer e Moderna nei quali sono contenute delle nanoparticelle lipidiche riconosciute per la loro genotossicità e, quindi, pericolose per la salute. Nella sua relazione è scritto – nero su bianco – che i vaccini inoculati erano in fase di sperimentazione clinica da parte della Pfizer e che la stessa sarebbe terminata solo alla fine del 2023. Inoltre, gli eccipienti funzionali ALC-0159, ALC-0315 e SM-102, per ammissione delle stesse Case produttrici sono da considerarsi unicamente come prodotti atti alla ricerca e non sono indicati per uso diagnostico o terapeutico umano o veterinario. Il professor Belli contesta anche il fatto che queste sostanze non sono state testate per valutare la loro sicurezza chimica (Chemical Safety Assessment), ed è noto che causano danni cardiaci, effetti tossici riproduttivi e teratogenici, danni epatici, danni neurologici e anche tumori».
Antonio Porto ha altresì presentato alcune denunce alla Magistratura, avvalendosi della consulenza del professor Pierluigi Belli, luminare della Governance sanitaria, in qualità di rappresentante del sindacato LES per segnalare la serie di decessi avvenuti tra i colleghi delle forze dell’ordine e attribuiti a ʻmalori improvvisi’: «Dal mese di novembre del 2023 non ricevo i dati relativi ai decessi tra le varie forze di polizia, e il mio impegno mira a chiedere giustizia – pur svolgendo un lavoro di polizia giudiziaria sotto traccia. Si tenta di fermare il magistrato/poliziotto e, per questo, chiedo una riforma che riporti la polizia giudiziaria al ruolo che le compete. L’Italia è l’unico Stato europeo che, dal 1988, ha solo il magistrato titolare dell’indagine giudiziaria. È fondamentale la separazione delle funzioni, affinché sia riconosciuta alla polizia giudiziaria la titolarità delle indagini e alla magistratura il giudizio sui reati». In conclusione il sindacalista che, nel 2023, è stato anche sospeso dal servizio a seguito delle denunce presentate per tre volte, in cui segnalava morti improvvise di colleghi poliziotti sopravvenute dopo l’inoculazione dei vaccini per la Covid-19, ha citato gli studi del dottor Gabriele Segalla in cui si denunciano le reazioni avverse dei vaccini e la loro pericolosità. Gabriele Segalla è laureato in Chimica Pura (Chimica Organico – Biologica), specialista in Chimica delle micro-emulsioni e dei sistemi colloidali, CEO & Chief Scientist di Multichem R&D Italy) e ha pubblicato uno studio dal titolo Citotossicità Apparente e Citotossicità Intrinseca dei Nanomateriali Lipidici Contenuti in un Vaccino a mRNA COVID-19: https://avvocatiliberi.legal/wp-content/uploads/2023/10/4_5893324171022176728.pdf
Passando all’Associazione Avvocati Liberi, la stessa ha diffuso un comunicato stampa in cui si cita uno studio che rivela la tossicità del vaccino ed errori di valutazione da parte dell’EMA, oltre a sottolineare come il 10° Comandamento del Codice di Norimberga afferma che: “Durante l’esperimento lo scienziato responsabile deve essere pronto a interromperlo in qualunque momento se indotto a credere che la continuazione dell’esperimento comporterebbe probabilmente lesioni, invalidità o morte per il soggetto umano”: https://ijvtpr.com/index.php/IJVTPR/article/view/87
https://parlamento18.openpolis.it/atto/documento/id/245614
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L’intervento tra i più significativi dal punto di vista medico-scientifico è risultato quello del professor Paolo Bellavite – medico e ricercatore, tra i più qualificati nel contestare l’efficacia dei vaccini somministrati per la Covid-19. La sua relazione, che riportiamo integralmente, dal titolo Nessuna correlazione secondo OMS e AIFA, ha toccato con estrema precisione e avvalendosi di dati scientifici incontrovertibili: Vaccinismo e falso ideologico; Vaccini «sicuri»: dati AIFA; Come barare sulla causalità: Algoritmo OMS; Caso esemplificativo e Conclusione. Bellavite ha esordito parlando di come il vaccinismo è uno strumento di controllo della salute, che, secondo il suo pensiero, è il «primo movente di quanto successo. Un intreccio tra potere politico e case farmaceutiche:
Il vaccinismo è un’ideologia, una costruzione teorico-pratica secondo la quale i vaccini sono il massimo bene per la salute della collettività, la salvezza per eccellenza. Uno strumento tecnico di presunto controllo della salute delle masse, che si integra nella visione collettivista e globalista, tipica del nostro ex Ministro della Salute, come lui stesso ha più volte affermato. Questa ideologia vaccinista è al centro di un intreccio tra il potere politico, le case farmaceutiche e i mezzi di informazione. Ci sono molti legami tra politica e big pharma e tra apparato industriale e informazione mainstream, che pure fa da cassa di risonanza del potere. Per imporre tale visione, per giustificare l’uso sperimentale e by-passare l’Articolo 32 della Costituzione con obblighi vaccinali e green pass ricattatori, hanno accentuato gli allarmi; affermato la mancanza di terapie e che il ʻvaccino’ avrebbe bloccato i contagi; nascosto i rischi; trascurato la farmacovigilanza; valutato male le correlazioni».
Il professor Bellavite cita anche un’intervista di Repubblica all’allora Ministro della Salute Roberto Speranza, datata 2 dicembre 2022, in cui dichiarava che: “L’obbligo di vaccino era la scelta giusta per fermare morti e contagi, anche la Destra lo riconosca”. Nel catenaccio sotto il titolo si evidenziava come siano state infondate le dichiarazioni di Speranza nel cercare di legittimare la decisione di rendere obbligatoria la vaccinazione.
Paolo Bellavite ha smontato la narrazione di Speranza, spiegando come il vaccino in grado di fermare i contagi in realtà era un falso: «Lo sapevano già quando hanno stabilito gli obblighi e il green pass. Speranza (nell’intervista a Repubblica, ndr) sottolineava anche il suo intento politico: per lui il vaccino era di ʻsinistra’ e ciò non è ammissibile per un Ministro, il quale è tenuto a fare le scelte tecniche migliori. Quanto all’idea che il virus ci stesse ʻtravolgendo’, anche questa affermazione era falsa, visto che i vaccini sono arrivati nel 2021 quando ormai il virus era sotto controllo e la mortalità per tutte le cause era simile tra vaccinati e non vaccinati. Il problema medico nel 2021 non era più il virus ma la tachipirina (“La tachipirina aumenta il rischio di evoluzione negativa della Covid-19. L’effetto del paracetamolo è quello di ridurre le scorte di glutatione, una sostanza naturale che agisce come antiossidante. La carenza di questa sostanza può portare a un peggioramento dei danni legati all’infiammazione causata dall’infezione da coronavirus”). Infine, è falso che la scienza sia stato un faro, visto che Speranza e AIFA hanno rifiutato ogni dialogo con medici e scienziati che non fossero quelli al loro servizio».
https://www.previdir.it/covid-19-tachipirina-e-vigile-attesa-o-terapie-domiciliari-precoci/
Andiamo oltre. Le terapie domiciliari erano state vietate adducendo il fatto che la Covid-19 aveva caratteristiche sconosciute e, di conseguenza, non c’erano evidenze scientifiche comprovanti l’efficacia nel somministrare farmaci antivirali e antinfiammatori. Molti medici prescrittori hanno scelto di non ottemperare a questo divieto e si sono fatti carico di curare i loro pazienti in regime domiciliare con il riscontro che molti tra i malati ne hanno beneficiato, evitando di aggravarsi e di essere costretti a essere ricoverati in ospedale. Nonostante i pareri autorevoli, come quello del professor Pietro Luigi Garavelli, primario della Divisione di Malattie infettive dell’Ospedale Maggiore della Carità di Novara e di Luigi Cavanna (già direttore del Dipartimento di Oncologia-ematologia e UOC di Oncologia Medica, dell’Azienda Sanitaria di Piacenza), che fin dal 2020 avevano ribadito la necessità di attivare le cure sul territorio per evitare i ricoveri in stadio ormai avanzato della malattia, si cercò di contrastare le voci critiche anche con richiami e sanzioni da parte degli Ordini dei medici. Il professor Garavelli aveva rilasciato un’intervista a Panorama in cui chiariva bene un concetto cardine della cura: «Tutti coloro che praticano malattie infettive sanno che tanto più precocemente una terapia viene applicata, tanto più si ha speranza che sia efficace». Al contrario, “Tachipirina e vigile attesa” divenne un obbligo, le cui evidenze scientifiche latitavano e si aggiungeva la decisione assurda di abbandonare i malati a se stessi. Tali scelte si dimostrarono inefficaci e uno tra i fattori aggravanti che hanno portato al decesso di persone che avrebbero potuto essere curate a domicilio. Si è deciso di dare priorità assoluta al vaccino e alla “sua presunta sicurezza”, come ha spiegato ancora il professor Bellavite nel proiettare la slide in cui si evidenzia come la sicurezza dei vaccini sia stata propagandata in tutti i modi, sfruttando i dati forniti da AIFA: «Il Quotidiano Sanità scriveva che Aifa confermava la sicurezza dei vaccini e riportava il dato di 18 eventi avversi gravi su 100.000 dosi. Poi, nel testo, si leggeva che solo un terzo erano stati riconosciuti come correlabili, quindi 6 su 100.000 dosi. In effetti, sarebbero stati pochi. Ma come si è ottenuto questo risultato? Innanzitutto, con la paralisi della vaccinovigilanza».
La ʻpistola fumante’ è nella Tabella, mostrata al pubblico, in cui, a fronte di circa 100.000 dosi somministrate di vaccino, si registravano più o meno 1.000 eventi avversi (all’inizio del mese di febbraio 2021) ma, come ha spiegato il professore: «Da fine febbraio in poi le dosi iniettate alla popolazione sono aumentate mentre le segnalazioni sono diminuite drasticamente, tanto che il tasso di segnalazioni (linea blu) tendeva allo zero. La farmacovigilanza ha funzionato per un paio di mesi, allorché a essere vaccinati erano gli operatori sanitari. Questo dimostra che il sistema di segnalazioni dopo due mesi di campagna vaccinale si è paralizzato». Una scelta voluta? Questa domanda è d’obbligo quando la stessa AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) dichiara che: “La sorveglianza delle reazioni avverse a farmaci (ADRs) è uno strumento fondamentale per la definizione ed il monitoraggio del profilo di sicurezza di un medicinale nelle sue reali condizioni di impiego e in un numero sufficientemente elevato di pazienti” e che i suoi obiettivi sono quelli di “prevenire i danni causati da reazioni avverse conseguenti all’uso di un medicinale secondo le condizioni di autorizzazione ma anche agli errori terapeutici, all’esposizione professionale, agli usi non conformi incluso l’uso improprio e l’abuso (…) per identificare nuove o rare reazioni avverse (…), fattori di rischio per l’insorgenza di specifiche reazioni, riconoscere le associazioni causali”.
https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1180150/2019-04-11_Lezione_Universita_PERUGIA_11042019.pdf
Tutto questo nella somministrazione dei vaccini non è stato fatto e il professor Bellavite lo ha provato con il grafico che evidenzia «il numero di segnalazioni di eventi avversi (barrette arancio) e il numero di dosi somministrate (riga verde) giornalmente».
E a proposito del rapporto beneficio-rischio, che l’AIFA ritiene fondamentale quando sottolinea l’importanza del “verificare che il rapporto beneficio-rischio dei medicinali sia ancora favorevole (come al momento dell’autorizzazione all’immissione in commercio)”, anche in questo caso Bellavite dimostra come non sia vero quanto sostenuto e pubblicizzato da AIFA.
«Per gli effetti avversi gravi correlati, AIFA vuol far credere che fossero circa 60 per milione di dosi, ma nello studio controllato sui dati degli studi di Pfizer e Moderna (su soggetti adulti), gli effetti avversi gravi di interesse speciale (come le malattie cardiovascolari) erano 1.250 casi per milione di dosi. La differenza tra AIFA e realtà è di oltre 20 volte. Andando a vedere le miocarditi gravi nei giovani, secondo AIFA erano 1,8-2,1 per milione, mentre una pubblicazione scientifica (pur sempre con vigilanza spontanea), riporta un tasso da 52 a 105 casi per milione, secondo la fascia di età. AIFA, quindi, riporta dati di sicurezza sbagliati di 25-60 volte. Si è parlato molto del rapporto benefici/rischi ma le informazioni erano falsate».
Per la relazione completa del professor Paolo Bellavite, si rimanda a:
https://sfero.me/article/-nessuna-correlazione-secondo-oms-aifa
Venerdì 12 aprile, la seconda parte del Report con le relazioni dei dottori Giovanni Frajese e Massimo Citro della Riva, autore del volume V-19 edito da Byoblu, e le testimonianze delle Associazioni dei malati.
venerdì, 29 marzo 2024
In copertina: I relatori del Convegno (foto gentilmente fornita dall’Autore del Report)