Commenti satirici ai costumi politici italiani
di Simona Maria Frigerio
Partiamo da lontano… Quando ero bambina il mio nonno, che si chiamava Remo (e aveva davvero un fratello gemello di nome Romolo), usava baciarmi sul capino, precisamente sulla riga che separava le ciocche dei codini. Mai sulle guance, perché diceva di non volermi trasmettere la sua vecchiaia. Un filosofo, e un anti-eroe (oggi lo definirebbero un perdente) – come da nome affibbiatogli non proprio alla nascita ma qualche giorno dopo perché, ai suoi tempi, pure per la registrazione dei neonati passavano vari giorni…
Lustri e lustrissimi dopo, accendo distrattamente la televisione dopo mesi di felice astinenza all’estero e cosa vedo al Tg? Il nostro Premier (rigorosamente al maschile come ha deciso lei, magari in un impeto fluid…) baciata sul capino da ‘nonno’ Presidente Biden. Pensate la mia meraviglia… E poi chiudete gli occhi e immaginatevi un Nixon sbaciucchiare sul capino una Nilde Iotti (o un Andreotti intrufolare il suo ‘nasino’ tra i capelli di Tina Merlin…).
Non è solo questione di etichetta ma di prossemica: ossia di quella scienza che studia i gesti, il comportamento, lo spazio e le distanze all’interno di una comunicazione, verbale e non. Esistono, infatti, spazio pubblico, sociale, personale e intimo e sicuramente, se posizionate in meno di 45 cm di distanza, due persone esprimono intimità. Se poi una china il capo e l’altra le bacia i capelli, aldilà che i colleghi giornalisti non l’abbiano notato, gli spettatori da casa cosa avranno avvertito? Sudditanza da una parte e affettuosa superiorità dall’altra?
E cosa avrà provato il lettore che abbia visto la fotografia del segretario del maggiore sindacato italiano permettere al Primo Ministro di qualche mese fa cingergli le spalle con un braccio? Ricordate che potrebbe esistere una certa conflittualità tra parti sociali e Governo? Il Premier, quindi, lo stava proteggendo? Lo stava tenendo sotto la propria ala? Sarà mai che un tale gesto esemplifichi la deriva della concertazione, in Italia, a mera ratifica delle scelte politiche a scapito dei lavoratori?
Ma torniamo al bel capino, biondo come spighe di grano, contornato da volute sempre più simili a quelle delle top model dei brand degli shampoo. Un’immagine, quella del Premier (rigorosamente al maschile come certi tailleur fuori taglia i cui pantaloni strisciano sui tappeti e le giacche ricadono come sacchi sgonfi), sempre più patinata. Un’immagine da brava scolara che porta la pagella a casa piena di otto al nonno, esubarentemente affettuosa col cuginetto col quale gioca a fare la guerra nel cortile d’Europa, un po’ imbronciata e in castigo quando invita tutti gli amichetti al G7 e se ne presenta solo uno…
Ma siccome questa è solo una farsa e tutto quanto scritto è solo frutto di fantasia, non possiamo che lasciarvi con il motivetto finale che, in tema, è Patatina, un inedito del 1961 dell’istrionico Giorgio Gaber.
venerdì, 22 marzo 2024
In copertina: Foto di Marjon Besteman da Pixabay