Come una serie tv può svelare un Paese
di Simona Maria Frigerio
In queste settimane va in onda in chiaro una solida e intelligente miniserie crime ottimamente interpretata da un sensibile e misurato Alfred Molina (lo ricordiamo nei panni del Conte De Reynaud, in Chocolat, mentre tenta di morire trangugiando cioccolata) e che si giova di una fotografia che amplifica le potenzialità plumbee dell’inverno québécois con i suoi paesaggi ovattati di neve e immersi nel silenzio.
La serie (tratta dai romanzi di Louise Penny) offre spunto per tratteggiare un nuovo elemento dell’iconografia del Canada. Considerato a lungo Paese dalla vocazione pacifica, democratico e con un buon welfare state, la sua immagine nell’ultimo lustro ha perso parecchia allure.
Nella serie, aldilà degli omicidi da risolvere, la sotto-traccia è la denuncia di una situazione che prosegue ormai da anni e che accomuna il ricco Paese dei Trudeau con il confine messicano nelle mani del narcotraffico e dei padroni delle maquiladoras, ossia la violenza contro le donne e la loro sparizione.
La gravità dei fatti è tale, per le donne delle Prime Nazioni, Inuit e Métis, che l’Onu l’ha definita “crisi nazionale dei diritti umani”. Secondo fonti stampa almeno in tre province, in cui le donne native costituiscono il 6% della popolazione, quelle scomparse appartenenti alle Prime Nazioni sono il 60% di tutte quelle scomparse. Nella serie è la diciottenne Blue Two-Rivers a fare la fine di Laura Palmer – ma con meno onirismo che nel capolavoro di David Lynch e maggiore aderenza a una realtà scioccante e occultata.
Oltre a tali violenze su ragazze e adulte, bambine e bambini nativi per decenni sono stati rapiti alle proprie famiglie e internati in scuole, in gran parte cattoliche, dove essere ‘rieducati’. Una pratica proseguita fino a tempi recenti, tanto è vero che la Corte Federale canadese ha confermato la condanna a un indennizzo di circa 27mila Euro contro il Governo per ciascun bambino nativo tolto alla sua famiglia dopo il 2006 (1). Contro gli indennizzi si era schierato il Premier, Justin Trudeau, accusato dalle Prime Nazioni di aver speso milioni “per combattere contro i diritti dei bimbi indigeni” e dal suo rivale politico, il leader del nuovo partito democratico, Jagmeet Singh, di ipocrisia: “Non puoi un giorno inginocchiarti ad una manifestazione antirazzista e il giorno dopo andare in tribunale contro i bimbi nativi!”.
Ma il Primo ministro canadese, rampollo della famiglia Trudeau, si era già distinto quando aveva intrapreso un braccio di ferro contro i blocchi stradali promossi dal Convoglio della Libertà, ossia quegli autotrasportatori che si erano opposti all’obbligo vaccinale. Aldilà del diritto all’autodeterminazione sul proprio corpo, dal 23 novembre 2023 è stato reso ufficiale, sul bugiardino della Pfizer, che il cosiddetto vaccino può provocare seri problemi al cuore: “La maggior parte dei casi di miocardite e pericardite si risolve. Alcuni casi hanno richiesto il supporto in terapia intensiva e sono stati osservati casi fatali” (2). Contro quelle che erano legittime rimostranze di una parte della popolazione, in uno Stato ufficialmente democratico, Trudeau rispose con la legislazione speciale negando alcuni diritti costituzionali.
Ciliegina sulla torta di questo Canada che si delinea sempre più a fosche tinte, ricordiamo le due standing ovation alla Camera dei comuni del Canada per il 98enne ucraino Yaroslav Hunka, in occasione della visita del Presidente Zelensky a Ottawa. Justin Trudeau ha tributato lui stesso un lungo applauso a Hunka, che apparteneva alla Prima divisione ucraina delle Waffen SS, aveva combattuto al fianco dei nazisti durante la Seconda guerra mondiale e, per di più, come volontario.
Sempre più nero questo Canada, e non nel senso di noir!
(1) L’articolo dell’Ansa: https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2021/09/30/trudeau-commemora-i-nativi-ma-si-e-opposto-ai-risarcimenti_1c84fb63-8ed6-49c7-8ac9-7de773aef0da.html
(2) Il bugiardino del Comirnaty di Pfizer: https://farmaci.agenziafarmaco.gov.it/aifa/servlet/PdfDownloadServlet?pdfFileName=footer_005389_050305_FI.pdf&retry=0&sys=m0b1l3
venerdì, 29 dicembre 2023
In copertina: La Locandina della serie crime (particolare)