La risposta del VI Congresso Manicomio all’italiana – Luoghi e forme dell’istituzionalizzazione
di Noemi Neri
Si è tenuto a Roma questo dicembre il VI Congresso nazionale dell’Associazione radicale Diritti alla Follia, con l’eloquente titolo Manicomio all’italiana – Luoghi e forme dell’istituzionalizzazione– promosso dall’Associazione radicale Diritti alla Follia. L’evento, della durata di tre giorni, ha affrontato tematiche di estrema rilevanza relative alla segregazione, emarginazione, discriminazione e istituzionalizzazione di tutte quelle persone non più produttive per la società.
L’Associazione, impegnata nel mettere in luce le condizioni dei cosiddetti ‘ospiti’, coloro che trovano rifugio in istituti di vario genere, mira a sollevare il velo su un mondo spesso ignorato e dimenticato dove i controlli da parte delle Istituzioni sono minimi. Ci troviamo, dunque, a fare i conti con una realtà parallela, oscura e di difficile accesso, che non si limita soltanto alle residenze per persone affette da malattia mentale, ma riguarda anche le RSA in cui risiedono gli anziani. A questo proposito, ricordo il titolo del Fatto Quotidiano del 25 Marzo 2023: Detenuti privati della loro libertà. Gli anziani nelle Rsa italiane secondo il Comitato Ue contro la tortura: “Giudici tutelari vigilino”. Un campanello d’allarme importante se pensiamo che in Italia il 25% della popolazione è over 65.
Uno degli argomenti chiave affrontati durante il Congresso ha riguardato le riforme nel campo della salute mentale e degli istituti di tutela. La domanda posta con forza è stata: “Dove sono i diretti interessati?”. L’Associazione Diritti alla Follia sottolinea la necessità di coinvolgere attivamente le persone direttamente interessate nelle decisioni e nelle riforme in ambito di salute mentale, promuovendo una partecipazione inclusiva e responsabile.
La reclusione non riguarda solo le persone con disturbi mentali, ma include anche individui considerati ‘strani’, disagiati, senza dimora, depressi, emarginati e anziani. Mentre i manicomi erano almeno ‘gratis’, oggi le strutture che a vario titolo ospitano gli emarginati, si fanno pagare profumatamente dando vita a un business che, prima o poi, direttamente o indirettamente, riguarda ognuno di noi, come canta Guccini: “per quanto voi vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti”.
Il Congresso si è articolato in cinque tavole rotonde affrontando, oltre al tema della salute mentale, la coercizione psichiatrica e l’applicazione della convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità in Europa, sottolineando la necessità di conformarsi agli standard internazionali in materia di diritti umani e di garantire che la coercizione psichiatrica rispetti gli stessi principi.
Un altro tema caldo è stato quello dell’amministrazione di sostegno e, a questo proposito, rimando al documentario molto impattante La prigionia dei vecchi e degli inutili, per il loro bene di Barbara Pavarotti, per la regia di Roberta Zanzarelli. Quella dell’amministratore di sostegno è una figura che è stata introdotta nel 2004 e che agisce per conto dell’amministrato privo del tutto o in parte della propria autonomia. Il documentario mette in luce e denuncia come questa figura, insieme ai giudici tutelari, annienti completamente la volontà degli interessati trasformandoli in “detenuti senza processo”, trasformandosi in una sorta di interdizione mascherata. “Nel 2016 il Comitato per l’attuazione della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità ha chiesto all’Italia di abrogare tutte le leggi che permettono la sostituzione nella presa di decisioni da parte dei tutori legali, compreso il meccanismo dell’amministratore di sostegno. L’Italia non ha fatto nulla”. Alcune strutture ospitanti sembrano essere dei moderni Lager: una persona su quattro è legata, trattenuta contro la propria volontà.
L’economista Ettore Gotti Tedeschi, nel 2015 aveva preannunciato che, quando arriveremo al limite di non versare più tasse, un modo per riportare il bilancio in attivo potrebbe essere la soppressione di tutti gli over 65. Dunque, ridurre le pensioni, tagliare le spese sanitarie, fare pressione psicologica sugli anziani in modo tale che siano loro a richiedere l’eutanasia non considerando oltre la vita degna di essere vissuta. Andiamo al 2021-2022 quando, durante il Governo Draghi, Roberto Cingolani, Ministro della transizione ecologica dichiara: “L’essere umano che consuma senza produrre è un parassita”. E concludiamo con le considerazioni del Dottor Massimo Citro, medico e ricercatore scientifico che, ospite nella puntata di Box Salute, parla del suo libro ERESIA riflessioni politicamente scorrette sulla pandemia di Covid 19: per ridurre la popolazione mondiale dobbiamo eliminare tutte le persone malate, i poveri e gli anziani.
Un altro capitolo importante del Congresso ha riguardato l’utilizzo abnorme di psicofarmaci nei Centri di Permanenza e Rimpatrio (CPR). L’Associazione ha denunciato gli usi e abusi di tali sostanze, mettendo in evidenza le implicazioni sulla salute e la sopravvivenza dei soggetti coinvolti. Il dibattito ha sollevato interrogativi su pratiche che sembrano trascurare il benessere e la dignità delle persone.
Con il coinvolgimento di figure di rilievo a livello nazionale e internazionale, l’evento è stato ricco di interventi, testimonianze e riflessioni importanti per delineare un percorso di cambiamento e per una società più inclusiva e consapevole. Le logiche del capitalismo hanno creato nuovi emarginati, il progresso tecnologico ci sta con il fiato sul collo pronto a sostituire ogni nostra mansione, la medicina inizia a sventolarci davanti l’eutanasia non tanto come diritto, ma come biglietto anticipato di sola andata. La società e la politica di oggi rimettono in discussione l’utilità, la memoria e la ricchezza di cui un essere umano è portatore – per questo sono importanti occasioni di confronto come congressi, dibattiti, appuntamenti.
Tra i relatori di spicco al congresso Manicomio all’italiana – Luoghi e forme dell’istituzionalizzazione segnaliamo l’onorevole Valentina D’Orso, l’onorevole Benedetto della Vedova, l’avvocato Antonio Ingroia, l’avvocato Carlo Taormina, Monsignor Vincenzo Paglia, e la dottoressa Amalia Gamio, vice presidente del Comitato ONU per i diritti delle persone con disabilità, oltre al professor Celestino Mussomar, presidente del Centro Studi Africani in Italia-CeSAI.
venerdì, 22 dicembre 2023
In copertina: Foto di Gerd Altmann da Pixabay