Secondo appuntamento con Lucca Visioni
di Luciano Uggè
Una settimana dedicata alle arti quella che ha organizzato, anche quest’anno, il MAT – realtà multidisciplinare erede del Teatro del Carretto – una tra le Compagnie internazionali che hanno fatto la storia del palcoscenico e che Lucca sembra non aver mai apprezzato privilegiando i grandi eventi spot e il vetero teatro borghese o, peggio, di botteghino.
Ma veniamo allo spettacolo di mercoledì 22 novembre, Rimini, una produzione Gruppo RMN.
Libri, molti libri, accatastati attorno a un tavolo/scrivania inducono a pensare a un monologo ricco di parole. Niente di tutto ciò: una favola con finale drammatico è il fulcro di questa ricostruzione, parziale, della ben poco ‘dolce vita’ (che, non a caso, era quella romana) sulla Riviera romagnola.
Rimini, la città italiana che in estate si trasforma, da un punto di vista della lingua e delle presenze in una dépendance teutonica e che, negli anni, ha perso il suo fascino felliniano per diventare sempre più l’Ibiza dei poveri.
L’attore/regista/film-maker sul palco raccoglie testimonianze e proietta sullo schermo, in fondo al palco, immagini inerenti al tema (tra le molte, curiosa quella della gabbia con uccello che cova, sulla rena, tra i lettini).
Quattro personaggi, un uomo e tre donne, ci raccontano le loro esperienze lungo questa striscia di sabbia che si estende per 130 chilometri. Ricordi di tempi ‘mitici’, quando il mare ma soprattutto il divertimento e il sesso la facevano da padrone. E i tempi presenti in cui l’esasperazione dei controlli e l’esagerazione dei fatti di cronaca nera o di sporadici incidenti ha inserito anche la spensierata Rimini degli anni 80 e 90 nel filone della paura indotta imperante.
Proprietari e lavoratrici/ori si alternano accennando al lavoro pesante e scarsamente retribuito dei bagni, quasi fosse la normalità in un mondo senza diritti – dalla Romagna alla Versilia. Ci si sbarazza del lavoratore a giornata, spesso in nero, quando questi si ammala o si lamenta, a volte semplicemente perché un altro si accontenta perfino di meno.
Non può mancare l’accenno all’estate del 2020, quando si sono registrate minori presenze in spiaggia, senza però citare le concause, ossia le inutili e fantasiose misure antipandemiche quali le pareti di plexiglass, che si sarebbero dovute piantare nella sabbia, tra i lettini.
Le testimonianze sono intervallate da accenni di ballo e il ritmo si mantiene serrato per l’intero spettacolo. Il personaggio del regista mantiene il proprio atteggiamento distaccato ma, ovviamente, qui non ci troviamo di fronte al capocomico di Sei personaggi in cerca d’autore.
Finale tragico anche se immotivato e avulso dal testo/contesto. Forse si vuole rendere con un’allegoria la fine di un’era con l’arrivo delle nuove concessioni europee? O sottolineare che tra il mito (che circonfonde alcune località) e la realtà dell’esistente esiste un baratro?
Spettacolo non completamente risolto, ricco di spunti ma poco approfonditi, quasi che si temesse di eviscerare veramente le problematiche – del lavoro, ma non solo, all’ombra degli ombrelloni.
Lo spettacolo si è tenuto nell’ambito di Lucca Visioni 2023:
Teatro di San Girolamo
via San Girolamo – Lucca
martedì 21 novembre, ore 21.00
Rimini
regia Mario Scandale
da un’idea di Giulia Quadrelli
drammaturgia Giulia Quadrelli e Francesco Tozzi
con Leonardo Bianconi, Luisa Borini, Leo Merati, Giulia Quadrelli e Chiara Sarcona
una produzione Gruppo RMN | in collaborazione con Ginkgo Teatro
si ringrazia per il supporto il Comune di Rimini
venerdì, 8 dicembre 2023
In copertina: Una scena dello spettacolo, foto di Lorenzo Benelli (gentilmente fornita dall’Ufficio stampa di Lucca Visioni)