La seconda esposizione del progetto Anima Mundi Pax
di Simona Maria Frigerio
La seconda mostra organizzata dagli artisti che hanno aderito al progetto Anima Mundi Pax, regalando al pubblico lucchese un momento di bellezza e serenità, si è tenuta all’interno del Baluardo Santa Croce, uno spazio raccolto, ricco di storia e con travi a vista che lo rendono particolarmente caldo e accogliente (sebbene le luci non siano le migliori per apprezzare le opere pittoriche).
Qui ritroviamo Andrea Sargeant con una serie di acquerelli su carta da pacco, incollata su tavola di legno. Nate durante il periodo pandemico, quando il Governo Conte pensò che non solamente i bambini dovessero stare a casa ma anche che fosse impossibile acquistare articoli di cancelleria (rendendo di fatto impossibile la Dad, aldilà dei limiti e dei mezzi tecnologici in dotazione a ciascuna famiglia), Sargeant ha ‘fatto di necessità virtu’ – perché, come diceva Einstein: “La creatività nasce dalle difficoltà nello stesso modo in cui il giorno nasce dalla notte oscura”. Dimostrando una buona dose di duttilità, ha supplito con la carta da pacco alla mancanza di carta bianca per i suoi lavori e il risultato, che si giova anche del bianco (colore di solito non utilizzato dagli acquerellisti), è molto convincente. Le atmosfere decisamente autunnali si caricano del colore di fondo e i riflessi di questi alberi morti nelle acque placide assumono una traslucenza ai confini con l’onirico.
Perno dell’esposizione, i lavori in stile giapponese di Francesca Arcidiaco, che ha tenuto anche una dimostrazione delle tecniche in uso nel Paese del Sol Levante.
Purtroppo, non essendo riusciti a essere presenti, Arcidiaco si è gentilmente offerta di mostrarci le opere fornendo dettagli molto interessanti sulle stesse e su quell’idea – comune a molti Paesi dell’Estremo Oriente – dell’arte come ri-produzione di tecniche, soggetti e stili artistici secondo tradizioni anche secolari.
Arcidiaco ha vissuto oltre tre anni in Giappone, studiando con una pittrice professionista, non a caso appartenente alla quarta generazione di artisti della propria famiglia. In mostra presenta diverse opere che rimandano ad altrettanti processi creativi tipicamente giapponesi. Sulla parete d’ingresso abbiamo particolarmente apprezzato le quattro stagioni, riprodotte su altrettanti Kakejiku scrolls, ossia rotoli in seta che le famiglie nipponiche srotolano e appendono a vista a seconda del periodo dell’anno o, se raffiguranti temi diversi, in onore dell’ospite atteso, della festività, o persino in sintonia con l’umore del padrone di casa. Il polittico di Arcidiaco si giova – come spiega l’artista – dei colori resi ancor più brillanti (notiamo soprattutto l’intensità quasi tattile e vellutata dei petali degli iris) grazie all’uso tradizionale di mescolare gli stessi con acqua e colla. Notiamo anche le affinità di alcune opere con quelle nature giapponesi alle quali deve tanto l’impressionismo europeo da metà a fine Ottocento e, in particolare, con Van Gogh (ricordiamo il suo Ramo di mandorlo in fiore), il quale non a caso scriveva al fratello Theo: “Vedi, amiamo l’arte giapponese, ne siamo influenzati […] tutti gli impressionisti condividono questa passione”
In mostra anche un pregevole esempio di Nihonga, sempre su seta. Tale stile si rifà in toto ai materiali e alle tecniche della tradizione millenaria, e i lavori possono essere monocromi (a inchiostro nero di china) o policromi (grazie all’utilizzo di pigmenti di origine naturale, come le argille o le larve della cocciniglia per quel rosso che, in Occidente, rese famosi Caravaggio e Rubens, e persino le pietre semi-preziose quali l’azzurrite (per restituire il blu). Tra i soggetti preferiti, segnaliamo le scene domestiche, gli animali e il paesaggio, noti anche in Occidente grazie ad alcune stampe ormai entrate nell’immaginario pop, come quelle di Watanabe Shōtei.
E infine ci siamo soffermata su Garzetta nella neve, stampa giclée, di un lavoro a china che, ricordiamo, è sia per tecnica sia per soggetto profondamente giapponese.
In primavera, forse, una nuova mostra.
Le mostre collettive si sono tenute a Lucca:
Chiesa di Santa Caterina
via del Crocifisso, 1
da giovedì 9 a martedì 14 novembre 2023
dalle ore 11.00 alle 19.00
Vivere in Blu
da mercoledì 15 a venerdì 24 novembre 2023
dalle ore 11.00 alle 19.00
Baluardo Santa Croce
viale delle Mura Urbane
Arbor Vitae
hanno esposto gli artisti: Andrea Sargeant, Anna Steinhouse, Francesca Arcidiaco, Gianmarco Donaggio, Karen Wood, Korana Celan, Lucille Dweck, Nelson Ferreira, Shelly Bancroft e Vivi Ximenesvenerdì, 1° dicembre 2023 (la settimana scorsa la prima recensione dedicata a Vivere in Blu: https://www.inthenet.eu/2023/11/24/anima-mundi-pax/)
venerdì, 1° dicembre 2023
In copertina: Francesca Arcidiaco durante l’incontro con il pubblico (foto gentilmente fornita dagli organizzatori); nel pezzo, foto e particolari di Simona Maria Frigerio (con il consenso degli artisti)