In un mondo divisivo l’arte sa ancora farsi liaison
di Simona Maria Frigerio
Due momenti diversi per altrettanti spazi altamente suggestivi della città di Lucca. Terminato il bailamme del Lucca Comics & Games, la città murata ritrova la sua dimensione migliore in due piccole collettive ospitate presso la barocca Chiesa di Santa Caterina e nell’ultimo baluardo edificato in città, nel lontano 1547, dedicato a Santa Croce.
Anima Mundi Pax è il work in progress che ha permesso ad alcuni artisti di connettersi e realizzare una novella Scuola di Barbizon o una Confraternita Preraffaellita – non intendendo uno stile particolare bensì un sentimento che si è profuso all’intera, piccola comunità. Nel periodo della distanziazione e della forzata clausura a causa delle misure imposte dai Governi per arginare l’epidemia da Covid-19, alcuni artisti residenti in Portogallo, Brasile, Georgia, Australia, Regno Unito, Italia, e altri Paesi, hanno deciso di usare la rete per costruire non solamente percorsi artistici basati sul confronto e il dialogo con l’altro da sé ma anche per incoraggiarsi a perseguire la loro comune passione creativa, offrendosi ascolto e supporto, oltre a regalare uno spiraglio di pace e serenità al visitatore – attraverso la serie di opere prodotte.
Le due mostre tenutesi a Lucca, Vivere in Blu e Arbor Vitae, sono la prima occasione per vedere alcuni dei lavori partoriti in quei mesi di travaglio e solitudine, superati e resi fruttuosi proprio grazie alla capacità di non rinchiudersi nel vergognoso ed egoistico “Io resto a casa” – che non finiremo mai di ripetere equivaleva a un: “Io mi salvo da solo”.
Le collettive vogliono essere, quindi, un legato che ci consegna, come scrivono gli stessi artisti: “lo spirito indomabile dell’artista” nella sua dimensione più umana e il “potere dell’espressione creativa nel costruire ponti che travalicano il vuoto imposto dall’isolamento”.
Ma entriamo nel merito della prima collettiva (della seconda scriveremo la settimana prossima) che si è giovata anche della fastosa decorazione sulle pareti e la cupola di Santa Caterina. Qui ci siamo soffermati particolarmente sul lavoro dell’organizzatrice dell’esposizione, Andrea Sargeant (inglese di nascita ma toscana di adozione), che ha presentato una serie di acquerelli dove, soprattutto nei paesaggi, ravvediamo la delicatezza rarefatta e consolante delle stampe giapponesi (soprattutto le viste mitologico-leggendarie in stile Ukiyo-e). Osservare le cime azzurrine circonfuse di nuvole candide è un piacere per i sensi e permette alla mente di pascersi in un sogno a occhi aperti.
Sempre in mostra ci hanno colpito i piccoli quadri/frammenti di ‘puzzle’ firmati dall’australiana Karen Wood. Anche nei suoi lavori abbiamo ravvisato un elemento fortemente nipponico, come se Karen (persona decisamente solare) avesse voluto consegnarci dei piccoli haiku pittorici nei quali la poesia è trasmessa non da componimenti in tre versi, bensì da linee e giustapposizioni coloristiche che consegnano immagini sensoriali (un ossimoro secondo noi perfetto per questi ‘frammenti di sé’).
A Santa Caterina incontriamo anche il portoghese Nelson Ferreira con le sue tele che reinterpretano pittoricamente la scultura L’Esiliato di António Soares dos Reis e il video d’arte di Gianmarco Donaggio, Azul no Azul – in grado di traslare il confronto artistico tra Ferreira e l’opera del maestro ottocentesco portoghese in un terzo mezzo espressivo – ossia la videoarte.
Ma spieghiamoci un po’ meglio. Grazie al Museo Nazionale di Arte Contemporanea del Portogallo (il MNAC) Ferreira, immerso all’epoca nel clima profondamente ‘blu’ (1) del periodo epidemico, sentendo la necessità creativa di esprimere il bisogno profondamente umano di connettersi con l’altro da sé, ma anche con la bellezza e l’arte, ha potuto avvicinarsi almeno alle opere esposte nel giardino del Museo. Di conseguenza, ha reinterpretato in maniera fortemente emozionale l’anelito di un abbraccio, di una carezza o perfino di un semplice tocco in una serie di tele che simbolicamente raffigurano questo anelito umano verso l’opera scultorea. Vedendo le opere ci è venuto subito in mente il trittico boccioniano Stati d’animo (e per la precisione Quelli che restano, nella seconda versione, per le tonalità; e Quelli che restano, nella prima versione, per la composizione). Sebbene Ferreira ci abbia informati di non conoscere tale Trittico, è altrettanto vero che è insito nella vena artistica trovare corde comuni per far risuonare melodie simili. E come in Boccioni, abbiamo respirato la saudade, la malinconia inesprimibile di una mancanza o di una solitudine che ci è imposta e non ci appartiene.
Questo lavoro di incontro e dialogo con opere scultoree del passato, portato avanti da Ferreira nel giardino del MNAC, si è trasformato anche in un video d’arte, come scrivevamo, firmato da Gianmarco Donaggio (2), il quale non ha documentato pedissequamente l’incontro artistico in atto bensì ha reinterpretato tale incontro usando la macchina da presa per costruire lui stesso un’opera d’arte visiva – e visionaria – dove è ancora una volta il blu a farsi protagonista assoluto, come nell’ultimo capolavoro di Derek Jarman (3). Il corto di 6 minuti trasfonde la magia dell’incontro in un succedersi di immagini fortemente suggestive con un sottofondo musicale che accarezza l’udito quanto il liquefarsi di idee e spere di luce e forme, che acquisiscono consistenza materica solo per brevi istanti, quasi che nell’impossibilità dell’incontro reale, resti almeno l’imago di quell’incontro (e qui viene alla mente la critica di Adorno alla mimesi in arte e il bisogno dell’arte, per dirsi tale e non merce, di svincolarsi dal riprodurre la natura, ossia di evitare di farsi mimesi).
Una piccola mostra che ha offerto diversi spunti di riflessione oltre a una serie di opere su media diversi di indubbio interesse.
(1) To feel blue in inglese significa, non a caso, sentirsi tristi
(2) Il trailer del video: https://www.gianmarcodonaggio.com/azul-no-azul
(3) Blue, 1993, testamento filmico del cineasta britannico che trasla su video la sua condizione di progressiva cecità
Le mostre collettive si sono tenute a Lucca:
Chiesa di Santa Caterina
via del Crocifisso, 1
da giovedì 9 a martedì 14 novembre 2023
dalle ore 11.00 alle 19.00
Vivere in Blu
da mercoledì 15 a venerdì 24 novembre 2023
dalle ore 11.00 alle 19.00
Baluardo Santa Croce
viale delle Mura Urbane
Arbor Vitae
hanno esposto gli artisti: Andrea Sargeant, Anna Steinhouse, Francesca Arcidiaco, Gianmarco Donaggio, Karen Wood, Korana Celan, Lucille Dweck, Nelson Ferreira, Shelly Bancroft e Vivi Ximenes
venerdì, 24 novembre 2023 (la settimana prossima la seconda parte dedicata ad Arbor Vitae)
In copertina: Una delle tele di Nelson Ferreira in mostra; nel pezzo, lavori di Nelson Ferreira (particolare), Andrea Sargeant (particolare) e Karen Wood (fotografati con il permesso degli artisti)