Smitizziamo Halloween!
di Luciano Uggè
Fino a qualche anno fa in Italia si festeggiavano Ognissanti e, il 2 novembre, la giornata dedicata ai defunti. Avevamo dolci tradizionali differenti a seconda delle regioni e anche varie usanze ma tutti andavamo al cimitero e ripensavamo alle persone che avevamo amato e ci avevano lasciati.
Un rito collettivo che, ad esempio in Meridione, era spesso accompagnato dal posizionare, in giro per casa – su comò e comodini – le immaginette dei defunti, di fronte alle quali si ponevano ceri e lumini accesi. In molte parti del mondo, del resto, il 2 Novembre è il giorno dell’anno in cui il mondo dei vivi e dei morti si sfiorano e i ricordi tornano presenti, a volte con sofferenza e altre con allegria, quasi si potesse danzare di nuovo insieme e mangiare di fronte al medesimo banchetto – come accade in Messico col Día de los muertos.
Ma da alcuni anni anche l’Italia è stata colonizzata da Halloween, dalle sue zucche e dalle sue streghe, dai suoi horror ripetiti fino alla noia e da quel sottile ricatto: «dolcetto o scherzetto?», che alcuni ‘esperti’ di tradizioni britanniche fanno addirittura risalire ai Celti – quando nella notte di Samhain “le persone lasciavano in omaggio ai morti cibo sulla tavola per evitare che questi, uniti a fate ed elfi, facessero loro dispetti” – e altri al Medioevo – periodo in cui i mendicanti bussavano a tutte le porte per ricevere cibo e così affrontare meglio l’inverno, in cambio di preghiere per le anime dei defunti.
Aldilà di una tradizione lontana e le cui radici paiono ben poco chiare, vedere oggi dei bambini italiani che imitano i corrispettivi anglosassoni, estorcendo caterve di dolci che potrebbero sfamare un esercito e imparando fin da piccoli cosa siano il ricatto e la legge del più forte, non pare altamente educativo. Considerazione valida sempre che si creda possibile che i pargoli di una generazione di genitori mediamente vecchi e iper-ossessivi con la sicurezza – grazie alla lezioncina dei telefilm Made in Us – possano mai andare in giro da soli (magari in cortile) prima di (e mai dopo) cena…
In ogni caso, scherzetto o dolcetto in Italia non può avere a che fare né con la fame del mendicante che deve fingersi devoto per tirare un po’ meno la cinghia nei mesi invernali, né con la ‘fede’ in elfi e folletti. Resta solo una consuetudine consumistica che, ancora una volta, dimostra quanto l’Italia sia ormai subalterna agli States, quello sceriffo del mondo a cui ‘se non dai i dolcetti’, sii certo che ti bombarderà… e non sarà a suon di uova marce!
venerdì, 3 novembre 2023
In copertina: Foto di Pexels da Pixabay