Invece dei bombardamenti su Gaza, i primi piani del Premier
di Simona Maria Frigerio
Se il nostro lato più satirico consiglia alla Rai di rititolare le Pillole contro la disinformazione, ‘Supposte di propaganda’, quello più critico per giorni non è riuscito a comprendere come fosse possibile non equiparare 6.000 bombe in 6 giorni (1), sganciate su una ‘Striscia’ di territorio esigua e altamente popolata di civili, soprattutto minori, un crimine contro l’umanità.
La cifra esatta e tonda delle bombe ci faceva ancor più specie perché ad annunciarla con piglio ‘trionfale’ era proprio l’esercito israeliano (e non le Nazioni Unite o qualche Ong umanitaria preoccupata), che puntualizzava come le stesse corrispondessero a 4.000 tonnellate di esplosivo. E ancora, l’Ansa non descriveva questo orrore, in quanto la Striscia di Gaza – che è un abitato di 2milioni e 200mila persone di cui l’80% vive in stato di povertà e quasi il 50% è composto da minori (2) – era declassata asetticamente a “enclave palestinese (…), controllata dal movimento islamista Hamas”, rendendo in questo modo possibile al lettore credere alla successiva dichiarazione israeliana, riportata senza contesto né senso critico, ossia che le 4.000 tonnellate di esplosivo avevano ucciso “centinaia di terroristi”. Senza nemmeno ‘danni collaterali’? Meglio delle bombe intelligenti su Baghdad! I civili erano, quindi, scomparsi dalla narrazione, obliterati, quasi che i palestinesi fossero e siano persino meno dei ‘danni collaterali afghani, iracheni o serbi’. Ma non solo. Enclave significa: “ente territoriale o una parte dello stesso che è completamente circondato dal territorio di un singolo altro ente”, il che equivale a legittimare Israele come Stato sovrano che possiede l’intero territorio (la famosa Grande Israele, ovvero Terra Promessa) e a degradare i palestinesi di Gaza (che quella terra abitano da secoli) a una minoranza recalcitrante al suo interno.
Ma se le parole possono modificare la nostra percezione della realtà, le immagini ci riescono anche meglio.
Capita di guardare un vecchio film in tv e di vederlo interrotto dalle news brevi, che sono un ossimoro già di per sé: se l’informazione deve comunicare ciò che sta accadendo nel mondo, avrebbe bisogno dei tempi dell’approfondimento non di uno spot recitato alla velocità delle avvertenze per i medicinali, che parificano l’onnipresente Campionato di calcio, la vita privata di qualche stellina socialite e un genocidio (3), e infine bombardano la mente dello spettatore con talmente tante pseudo-notizie da impedire qualsiasi analisi e discorso ragionato – ossia la base stessa dell’informazione.
Ma le brevi news sono così, ne siamo coscienti, e cambieremmo canale se non attirasse la nostra attenzione la dicotomia palese tra immagini ed enunciato – non tanto ciò che recita il giornalista a una tale velocità da risultare letteralmente incomprensibile, bensì i sottotitoli che reinterpretano le informazioni telegrafiche del giornalista. Mentre veniamo a sapere che Israele entrerà via terra a Gaza per ‘un’operazione chirurgica’ (forse i termini non erano esattamente questi ma il senso sì), vediamo scorrere immagini di carri armati? Degli oltre 13mila feriti? Dei 1500 bambini uccisi dalle 6mila bombe? Dei quartieri rasi al suolo, insieme a ospedali e chiese? No. Vediamo una sfilata di immagini sorridenti di una biondissima Giorgia Meloni che saluta questo, stringe la mano a quello, dichiara non si sa bene cosa a chi e noi, spettatori di questo Blob sfasato, ci domandiamo cosa stia elaborando il nostro cervello in base a tale ‘spettacolo’.
Meloni entrerà a Gaza con le truppe israeliane? Oppure sorride perché l’Italia avrà un ruolo nell’ennesima guerra in Asia Occidentale (già Medio Oriente)? O magari sorride perché il suo interlocutore le sta facendo i complimenti per la tinta? In ogni caso il messaggio subliminale arriva: se il Premier sorride così amabilmente non può essere tanto grave, non siamo sull’orlo di un nuovo conflitto vicinissimo ai nostri confini, e se Israele continua la sua politica belligerante contro Siria e Iran, non stiamo rischiando la Terza guerra mondiale!
La disinformazione, quella autentica, è praticata dai mass media e dalla politica da decenni: cancelliamo l’orrore, pieghiamo la verità, reinterpretiamo la storia e ci auto-assolviamo per ottenere il consenso di popolazioni che non hanno più né la coscienza civica né il senso critico né tanto meno le basi storiche per opporsi. Una mandria di pavidi menefreghisti che siedono in poltrona sicuri di brucare nel ‘giardino’ del mondo.
Einstein diceva che “La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire”, ma di fronte allo stolto che si crede al sicuro non serve nemmeno più renderla ‘operazione chirurgica’ con ‘danni collaterali’, basta fargli credere che il Canone Rai gli costerà 20 euro in meno l’anno!
(2) https://pagellapolitica.it/fact-checking/poverta-bambini-striscia-gaza
(3) Come da ‘Decalogo’ di Chomsky, si usa la tecnica della ‘distrazione’, spostando l’attenzione del pubblico su notizie meno importanti o banali. Tutti e 10 i principi della manipolazione mediatica e politica: https://www.guidapsicologi.it/articoli/le-principali-strategie-della-manipolazione-di-massa
venerdì, 27 ottobre 2023
In copertina: Gaza, foto di Hosny Salah da Pixabay