L’universo ospite del ‘mondo’ del teatro
di Luciano Uggè
La Città del Teatro di Cascina ridenomina la ex Sala Piccola, Sala Margherita Hack – omaggio dovuto all’astrofisica fiorentina, prima donna italiana a dirigere l’Osservatorio Astronomico di Trieste. Lo spazio, già utilizzato per gli spettacoli ragazzi, continuerà a esercitare la propria funzione e la nuova direttrice artistica, Cira Santoro (presente alla serata), ha promesso che sarà ancor più valorizzato per creare «una grande comunità culturale e scientifica» dialogante con il territorio.
Ma veniamo allo spettacolo. Pur con pregevolissime intenzioni, questa lettura scenica a due voci (Diana Hobel abbastanza enfatica, più sobrio ma espressivo Marco Sgarbi), con il supporto dei disegni dal vivo di Gabriele Peddes, intitolata Le Mappe del Cosmo, appare troppo complicata per gli studenti medi e delle superiori e troppo semplicistica per chi abbia reali conoscenze della materia.
I disegni, che dovrebbero spiegare i concetti si perdono nei ritratti degli scienziati con buona mano fumettistica ma poca utilità divulgativa (pensiamo alla questione delle cefeidi che rimane alquanto ‘nebulosa’, oppure alle onde gravitazionali che sarebbero più comprensibili se si rappresentasse un’onda gravitazionale che deforma un anello di particelle invece della bucolica campagna tra Cascina e Pisa). Mentre la suddivisione del testo in capitoli potrà essere utile in un manuale ma teatralmente zoppica
L’idea che emerge è che la cosmologia e/o l’atrofisica siano appannaggio più o meno statunitense (con qualche punta di diamante europea) e l’eccezione sta nella collaborazione tra i tre osservatori al mondo in grado di rivelare le onde gravitazionali, di cui uno, Virgo, è posizionato – guarda caso – a Cascina. Ovviamente lo spettacolo si chiude con un riconoscimento alla cittadina toscana che ospita La Città del Teatro (e lo spettacolo).
Eppure il cielo in senso lato è stato raccontato e racconta molte altre storie, più pionieristiche e narrativamente più affascinanti soprattutto se collegate da una trama sottesa. Pensiamo al tedesco Frederick William Herschel al quale dobbiamo l’intuizione dell’esistenza delle galassie – ivi compresa la nostra, la Via Lattea. E pensiamo al sole, che non è posizionato nel suo centro ma, come ha dimostrato l’astronomo olandese Kapteyn, in zona periferica – il che non inficia l’eliocentrismo ma, filosoficamente, ‘ridimensiona’ la sua posizione. E su questa medesima ‘onda’ perché non risalire ad Aristarco, un’altra mente ma della Grecia Antica, che aveva già proposto il modello eliocentrico, 270 anni prima della nascita di Cristo? Un filo di Arianna che parte da lontano e, ovviamente, a livello narrativo scorre meglio dei blocchi pedagogici separati – seppure sia solo un esempio.
Ma passiamo alla scelta della provenienza geografica delle scoperte. Dei neutrini, ad esempio, si dice che si sa poco. Perché? Non è lecito – in questo occidente russofobico – citare l’Accademia delle Scienze russa che sta collegandoli ai flare provenienti dal centro delle galassie attive distanti, dove si celano i buchi neri supermassicci? E perché non guardare alla Luna e alla presenza di un grosso deposito di acqua, che è stato ipotizzato dall’Istituto di Geologia e Geofisica dell’Accademia Cinese delle Scienze partendo dalle analisi dei campioni, riportati sulla Terra, dalla missione Chang’e-5? Oppure perché non accennare all’astronomia araba – che ci ha regalato Aldebaran e lo Zenit e ha insegnato al mondo latino le proprietà della proiezione stereografica (base dell’astrolabio), definite da Tolomeo ma di cui noi non avevamo memoria? Anche in questo caso, solo esempi.
Ancora una volta si legge la storia – in questo caso dell’astrofisica – attraverso scienziati con il passaporto ‘giusto’, e ci si dimostra ancor più politicamente corretti dando importanza ad alcune figure femminili. Ma non è certo una novità, quest’ultima, dato che la storia dell’astrofisica, in fondo, annovera tra Tolomeo e gli altri pensatori dell’antichità, anche il fulgido esempio di Ipazia, martire – come e più di Galileo – della Chiesa.
Lo spettacolo si è tenuto:
La Città del Teatro
via Tosco Romagnola, 656 – Cascina (PI)
domenica 8 ottobre 2023, ore 19.00
Le Mappe del Cosmo
Storie che hanno cambiato l’Universo
a cura di EGOVirgo
con Diana Hobel e Marco Sgarbi
disegni da vivo Gabriele Peddes
venerdì, 27 ottobre 2023
In copertina: Foto di Lumina Obscura da Pixabay