«Gaza è stretta in un assedio tra i più feroci che io abbia mai visto e un assedio, fino a prova contraria, è un atto di guerra»
di Simona Maria Frigerio
Un poeta che ho sempre amato, Jacques Prévert, scrisse nel 1945:
La mère fait du tricot
Le fils fait la guerre
Elle trouve ça tout naturel la mère
Et le père qu’est-ce qu’il fait le père?
Il fait des affaires
Sa femme fait du tricot
Son fils la guerre
Lui des affaires
Il trouve ça tout naturel le père
Et le fils et le fils
Qu’est-ce qu’il trouve le fils?
Il ne trouve rien absolument rien le fils
Le fils sa mère fait du tricot son père des affaires lui la guerre
Quand il aura fini la guerre
Il fera des affaires avec son père
La guerre continue la mère continue elle tricote
Le père continue il fait des affaires
Le fils est tué il ne continue plus
Le père et la mère vont au cimetière
Ils trouvent ça tout naturel le père et la mère
La vie continue la vie avec le tricot la guerre les affaires
Les affaires la guerre le tricot la guerre
Les affaires les affaires et les affaires
La vie avec le cimetière (1).
Occorre tornare a parlare di pace, al dialogo tra le persone e tra i popoli, e a studiare la storia perché “Chi controlla il passato controlla il futuro e chi controlla il presente” (2) non deve controllare il passato. Occorre tornare a valori quali il rispetto, il diritto alla critica e la libertà di opinione; occorre tornare a leggere e a stringere la mano dell’avversario – che non è un nemico. Occorre ridare un senso a ogni parola perché ogni parola ha un peso e, a volte, può essere insopportabile.
Per capire questi giorni bui abbiamo contattato un Maestro di parole, abbiamo contattato Moni Ovadia.
Che cosa pensa di ciò che sta accadendo nella Striscia di Gaza?
Moni Ovadia: «Ritengo che l’origine dell’incendio che cova, a volte, sotto la cenere e poi esplode sia responsabilità dell’occupazione di terre non proprie da parte di Israele, della colonizzazione di queste terre e, soprattutto, del fatto che Israele quando parla, ad esempio di Gaza, la identifica con Hamas. Israele ha chiuso i palestinesi a Gaza come in una scatola di sardine. Il Governo di un territorio è di solito sovrano e, al contrario, Israele controlla tutti i confini della Striscia, di terra, sotto terra, aerei e marittimi (3). Ma non solo, perché Israele controlla l’acqua e l’elettricità e, quindi, Gaza è stretta in un assedio tra i più feroci che io abbia mai visto e un assedio, fino a prova contraria, è un atto di guerra. Io ho imparato questo, leggendo l’Iliade. L’assedio è un atto di guerra e Gaza è assediata da decenni. Queste cose non le dico solo io, ma le ripetono anche autorevoli esponenti della stampa israeliana come Gideon Levy (4), che è persino più duro di me. I missili che questa volta sono stati lanciati contro Israele hanno provocato danni seri, ma il problema è che per uscire dall’inferno che è Gaza – che è davvero un lager, una prigione a cielo aperto – che cosa devono fare i palestinesi (5)? Gli abitanti di Gaza non si possono muovere, faticano a trovare un lavoro o a farsi curare, non possono inviare o ricevere merci, non possono fare niente: persino i documenti di identità dipendono dall’autorità israeliana. Questi soloni (6) del mainstream, che ripetono: “Israele ha diritto a difendersi”, dicono un’ovvietà! Ma il diritto dei palestinesi qual è? I palestinesi devono sottostare a tutto, morire o vivere in un inferno, ora dopo ora minuto dopo minuto? È vero che Israele ha diritto di difendersi ma nelle terre che la legalità internazionale le ha assegnato, cioè il confine della green line (7), secondo le Risoluzioni 242 e 338 dell’Onu. Oltretutto, Israele deve ancora riconoscere la Risoluzione 194 (8), che garantisce il ritorno dei profughi alle terre da cui sono stati cacciati».
Se l’unica via per la pace è tornare alle Risoluzioni dell’Onu, perché non si riesce a farle applicare?
M. O.: «Gli israeliani sono fuorilegge. Mi riferisco, ovviamente, al Governo e alle autorità militari. Sono dei fuorilegge rispetto alla legalità internazionale. Non hanno mai applicato le risoluzioni dell’Onu, hanno messo in Cisgiordania 800.000 e rotti coloni e hanno costruito, pian piano, delle vere città fortificate dalle quali aggrediscono continuamente i palestinesi. Il recente attacco perpetrato contro Israele ha avuto aspetti di orrore che nessuno può negare. Occorre però domandarsi da dove derivi, quali siano le ragioni. Userò una metafora per spiegarmi meglio. Un medico, quando si presenta un nuovo paziente, per vedere come sta fa un’anamnesi, cioè ricostruisce la storia del paziente. Per mantenere la metafora, dobbiamo fare lo stesso noi su quanto sta accadendo. Al contrario, tutti pontificano e giudicano partendo dall’oggi. Sono pochi quelli che vanno a guardare al passato, anche recente. Gaza è sotto occupazione da 75 anni e la Cisgiordania dal 1956 (9). Occupazione, colonizzazione, segregazione. Quando si pronuncia la parola apartheid riferendosi a Israele, si viene tacciati di antisemitismo, ma è questo ciò a cui ci troviamo di fronte. Quando gli israeliani hanno varato scientemente la Legge dello Stato-Nazione (10), che dichiara che gli unici veri cittadini di Israele sono gli ebrei, ci saremmo dovuti chiedere che cosa sono gli altri (11)! E non è apartheid questo (12)? Israele non vuole solo il diritto a difendersi – che appartiene a tutti i Paesi – ma pretende l’impunità. Vuole fare ciò che vuole, sulla pelle dei palestinesi, e tutti devono tacere o partono le accuse di antisemitismo (13)».
Il fatto che l’Occidente non obblighi Israele ad applicare le Risoluzioni Onu, non deriva anche dal fatto che noi europei abbiamo sulla coscienza l’orrore dell’Olocausto?
M. O.: «Il primo distinguo è che qui ci troviamo di fronte a uno Stato sovrano, che siede all’Onu. Stato riconosciuto nella Risoluzione 181, con un Governo eletto e un’autorità militare. A questo punto non capisco perché io posso criticare, ad esempio, l’Iran ma non posso fare altrettanto con Israele. Si tratta di un uso strumentale della grande catastrofe della Shoah. C’è uno studioso ebreo, Norman Finkelstein, che ha scritto un libro durissimo sulla strumentalizzazione dell’Olocausto (14). In Israele si usano tutte le tecniche, diciamo ‘truffaldine’, per trasformare la verità. Quando queste tecniche sono utilizzate da un debole, è comprensibile, ma quando lo fa l’esercito più potente del Medio Oriente, armato fino ai denti, con un numero imprecisato di testate nucleari, è un altro discorso. Come mi faceva notare uno studioso importante, Stefano Levi Della Torre (15), gli israeliani ebrei sono passati dall’essere vittime – cosa vera: gli ebrei sono stati vittime per duemila anni – a fare i vittimisti. Ogni volta che compiono un’azione militare contro Gaza e, magari, ammazzano qualche migliaio di persone tra cui molti bambini (16), se si ascolta Netanyahu, la vittima di una tale azione è lui! Noi ebrei finiamo per considerarci vittime anche quando ammazziamo gli altri! Questo è un cortocircuito che definirei ‘psicopatologico’! E non esito a definire Netanyahu e questa destra al governo in Israele fascisti e razzisti. Perché non dovrei dirlo con tutto quello che accade? Ma se ad altri li si taccia di antisemitismo, a me dicono che sono “un ebreo che odia se stesso”!»
Lei ha appena affermato che nelle nostre analisi ripartiamo sempre da zero. Come se non esistessero ragioni storiche per quanto accade. Non è successa la medesima cosa per tutti i bambini uccisi, le vessazioni e i bombardamenti subiti dalla popolazione russofona del Donbass, che è scomparsa dalla narrazione ufficiale appena la Russia ha avviato l’Operazione speciale?
M. O.: «Io ho una risposta da darle che è contenuta in un magnifico saggio di uno studioso statunitense, che si chiama Banjamin Abelow, intitolato Come l’Occidente ha provocato la guerra in Ucraina – che ho avuto anche il piacere di presentare a Roma (17). Questa guerra è stata, a mio parere, costruita dagli Stati Uniti d’America attraverso la Nato e con l’appiattimento totale dell’Europa. Se ci fosse stato un minimo di coerenza, l’Europa avrebbe dovuto escludere gli Stati Uniti in quanto ciò che stava e sta accadendo riguarda noi e noi ce ne saremmo dovuti occupare. Al contrario, vi è stato un appiattimento sulle posizioni degli statunitensi, che vogliono ridimensionare pesantemente la Russia, vogliono smembrarla – dato che la Russia è una Federazione che unisce etnie, culture e religioni diverse – per poi concentrarsi sulla Cina. Questo perché i due Stati, insieme, sono molto ‘pericolosi’ in quanto gli uni hanno un’economia fortissima e gli altri una tecnologia missilistico-nucleare e militare altrettanto potente. Il secolo americano volge al tramonto. Gli statunitensi non sanno vivere senza nemici. Basti pensare che contro l’allargamento della Nato si sono espressi politici importanti come, ad esempio, George Kennan (18) e Robert Mcnamara (19). Quando la stampa o la politica accusa chi è critico rispetto a ciò che sta accadendo in Donbass di essere putiniano, mente. Negli Stati Uniti vi sono politici, giornalisti, docenti delle università più prestigiose, come Stephen Cohen (20), professore di Storia russa, che ha insegnato anche all’Università di Princeton – forse il più prestigioso ateneo statunitense – che sono stati e sono altrettanto critici. Perché, almeno, nel mondo anglosassone vi è la libertà di dire ciò che si pensa, mentre da noi si è subito criminalizzati. E voglio aggiungere due piccoli aneddoti. Ieri mi è accaduto di viaggiare con un giudice molto importante che mi diceva che si sta distruggendo lo stato di diritto, da un lato, e la legalità internazionale, dall’altro. Mentre stamattina, seguendo La7, e sentendo parlare di comunità internazionale, mi sono accorto che per loro con questo termine si definisce solo l’Occidente. Siamo a un livello di perversione del senso stesso del discorso».
Tornando alla Palestina, Israele annuncia che entrerà nella Striscia di Gaza via terra. Nel frattempo, bombarda il Libano, la Siria e minaccia l’Iran. La situazione mi pare gravissima anche a livello di Medio Oriente. Cosa ne pensa?
M. O.: «La situazione è pesantissima. Io ho l’impressione che vogliano trascinarci in una Terza guerra mondiale. Eppure, persino Biden, che è un guerrafondaio, ha avvertito Israele di stare attento. Però gli ebrei israeliani che hanno finito per governare, soprattutto la destra, sembra che non credano più ad altro che alla forza. Ma nessuno potrà vincere una Terza guerra mondiale e il mondo diventerà un posto terrificante. Un mondo di morte e di inquinamento. Pensiamo solo all’Ucraina che, adesso, è piena di uranio impoverito».
L’ultima domanda riguarda la società civile che, in diversi Paesi, si sta risvegliando. Si stanno organizzando imponenti manifestazioni in Francia, in Svezia, persino nel Regno Unito a favore del popolo palestinese e per la pace. Molte meno in Italia. Come possiamo, tutti noi, fermare la macchina da guerra?
M. O.: «Non dimentichiamo i 500 ebrei statunitensi che sono entrati al Campidoglio con la scritta “Not in my name” (21)! Li hanno arrestati e, tra questi 500, c’era una trentina di rabbini. Ricordiamoci che ci sono molti rabbini che sono antisionisti. L’ebraismo è una cosa e il sionismo un’altra, non va dimenticato (22). Ma anche qui in Italia vedo segnali positivi. Non so se lei ha sentito la dichiarazione di Giuliano Amato (23) che, a La7, ha fatto un discorso molto forte dicendo che non si può sostenere uno Stato che viola tutte le Risoluzioni internazionali. Persino un personaggio della destra, come Francesco Borgonuovo, giornalista de La Verità, porta avanti un discorso impeccabile su questo tema. Dobbiamo continuare a lottare, manifestando la nostra opinione, sostenendo la comunità palestinese anche perché adesso, fortunatamente, le manifestazioni della comunità palestinese sono di tutti i palestinesi – non solo dell’Olp. E se si viene accusati di antisemitismo perché si critica il Governo israeliano, bisogna trovare un avvocato davvero ‘cattivo’ e portare in giudizio chi ci taccia di antisemitismo. Vincendo la causa si sconfiggerebbe finalmente questo modo di fare. Non dobbiamo accettare che l’accusa di antisemitismo ci fermi o ci zittisca. Questa accusa è usata come una clave ed è ora di attrezzarci. Io, ad esempio, sostengo il Movimento BDS (24), e proprio per difenderli dall’accusa di antisemitismo, gli ho detto che se vogliono possono nominarmi Presidente pro-tempore. Vado io in tribunale. Lo dicano a me che sono antisemita!».
(1) Familiale da Paroles, Jacque Prévert, 1945, ©1972, Gallimard: La madre fa la maglia / Il figlio fa la guerra /Lei lo ritiene del tutto naturale la madre /E il padre cosa fa il padre? / Lui fa gli affari /Sua moglie fa la maglia /Suo figlio la guerra /Lui gli affari /Lui lo ritiene del tutto naturale il padre /E il figlio e il figlio /Cosa ritiene il figlio? /Lui non ritiene niente assolutamente niente il figlio /Il figlio sua madre fa la maglia suo padre gli affari lui la guerra /Quando avrà finito la guerra /Farà gli affari con suo padre /La guerra continua la madre continua con la maglia /Il padre continua a fare gli affari /Il figlio è ucciso non continua più /Il padre e la madre vanno al cimitero /Trovano questo del tutto naturale il padre e la madre /La vita continua la vita con la maglia la guerra gli affari /Gli affari la guerra la maglia la guerra /Gli affari gli affari e gli affari /La vita con il cimitero (t.d.g.)
(2) Citazione da George Orwell
(3) Leggiamo, a riprova, ad esempio questo articolo di Umberto De Giovannangeli del 2018: https://www.aics.gov.it/oltremare/articoli/pace/gaza-la-speranza-si-chiama-ricostruzione/
(4) Gideon Levy è un giornalista di Haaretz, per leggerlo in italiano, si veda: https://www.unita.it/2023/10/13/gaza-e-senza-via-duscita-basta-bombardamenti-la-denuncia-di-gideon-levy-di-haaretz/
(5) Si legga la lunga intervista di Noam Chomsky rilasciata in inglese ad Al Jazeera il 9 aprile 2023, in cui l’intellettuale statunitense di origine ebraica racconta la situazione del popolo palestinese: https://www.aljazeera.com/features/2023/4/9/qa-noam-chomsky-on-palestine-israel-and-the-state-of-the-world
(6) Solone: legislatore, ma spregiativamente chi presume possedere il metodo infallibile di rimettere a posto situazioni difficili o compromesse
(7) Il confine della green line nell’articolo di Baudouin Loos: https://orientxxi.info/magazine/palestina-dal-1967-israele-cancella-la-linea-verde,5677
(8) Per comprendere meglio le Risoluzioni 194 del 1948, 242 del 22.11.1967 e 338 del 1973 dell’Onu, si consiglia: https://www.assopace.org/index.php/pubblicazioni-assopace/documenti/104-focus-palestina/169-palestina-le-risoluzioni-del-consiglio-di-sicurezza-e-dell-assemblea-generale-dell-onu
(9) Le tappe dell’occupazione della Palestina (tenendo conto che tali terre sono state occupate anche da alcuni Paesi arabi, come la Giordania e l’Egitto): 1948 (75 anni fa), l’esercito sionista espelle almeno 750.000 palestinesi e cattura il 78% dei territori storicamente palestinesi (contrariamente alla Risoluzione 181 dell’Onu del 1947, che prevedeva la nascita di due Stati, in Palestina, uno per gli ebrei e l’altro per gli arabi), Gaza finisce sotto occupazione egiziana; 1956, Israele occupa la Cisgiordania (già sotto occupazione giordana) e il Sinai (dopo che l’Egitto aveva proclamato la nazionalizzazione del canale di Suez) ma si ritira nel 1957 a seguito delle garanzie delle Nazioni Unite riguardo a un accesso al Golfo; 1967, Israele occupa militarmente la Striscia di Gaza, le Alture del Golan e la Cisgiordania, espellendo altri 300.000 palestinesi. Per una ricostruzione storica più dettagliata: https://www.atlanteguerre.it/notizie/dossier-hamas-jihad-islamica-e-fatah-una-breve-guida/#:~:text=Durante la prima guerra arabo,Onu e degli Stati Uniti
(10) Si veda sulla Legge: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/israele-i-rischi-della-nuova-legge-sullo-stato-nazione-21068; ricordiamo anche la posizione di molti intellettuali e artisti di origine ebraica fortemente contrari alla stessa, tra i quali il pianista e direttore d’orchestra Daniel Barenboim: https://www.swissinfo.ch/ita/tutte-le-notizie-in-breve/barenboim-su-legge-stato-nazione-ebraica–mi-vergogno/44275408
(11) Israele è composta, secondo le stime ufficiali relative al 2022, dal 73,6% di ebrei israeliani, dal 21,1% di arabi israeliani e dal 5,3% di appartenenti ad altre minoranze religiose (tra i quali i cristiani)
(12) Il termine apartheid per l’occupazione israeliana dei territori palestinesi è stato già usato anche da importanti organizzazioni umanitarie, come Amnesty International: https://www.amnesty.it/israele-rafforza-il-sistema-di-apartheid-vite-dei-palestinesi-in-pericolo/#:~:text=1 Febbraio 2023&text=Da quando, il 1°,scorso, ne hanno uccisi 35. Si veda anche il Report del Relatore Speciale per la situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967, Michael Lynk, come riporta: https://unipd-centrodirittiumani.it/it/news/Nazioni-Unite-loccupazione-israeliana-dei-territori-palestinesi-e-apartheid/6085
(13) Gli ultimi personaggi famosi a essere stati colpiti dagli strali di Israele sono Greta Thunberg – per aver denunciato ciò che sta accadendo ai civili di Gaza e aver pronunciato il termine ‘genocidio’. Arye Sharuz Shalicar, portavoce dell’esercito israeliano – che si è poi scusato – aveva addirittura affermato: “Chiunque si identifichi con Greta in qualsiasi modo in futuro, secondo il mio punto di vista, è un sostenitore del terrorismo”: https://www.politico.eu/article/greta-thunberg-calls-global-pro-palestinian-strike-gaza-genocide-israel-slam/. E inoltre, il Segretario delle Nazioni Unite, António Guterres, al quale Israele ha chiesto le dimissioni per aver denunciato i bombardamenti su Gaza e la gravissima situazione umanitaria, oltre che la non applicazione da parte di Israele delle Risoluzioni dell’Onu:
(14) Il libro di cui parla Moni Ovadia è stato tradotto anche in italiano: L’industria dell’Olocausto. Lo sfruttamento della sofferenza degli ebrei, Rizzoli, BUR Saggi, 2004: https://www.rizzolilibri.it/libri/lindustria-dellolocausto/ . Dalla sinossi di Rizzoli: “L’immane tragedia che l’Olocausto nazista ha rappresentato per la nostra civiltà è paragonabile a un vero e proprio cataclisma naturale. Ma l’Olocausto, come mostra questo libro, è ormai diventato anche qualcosa d’altro: una strumentalizzazione della sofferenza, un’arma ideologica sfruttata per fini politici che nulla hanno a che fare con la memoria e il rispetto delle vittime”
(15) Stefano Levi Della Torre, critico d’arte e saggista, già docente alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano
(16) Alcune cifre delle ultime azioni militari israeliane nella Striscia di Gaza, dalla quale gli israeliani si sarebbero ufficialmente ritirati nel 2005 (controllandone però confini, rifornimenti, acqua, elettricità e comunicazioni). Negli undici giorni di conflitto del maggio 2021, 256 persone (sia civili che militari) sono state uccise nella Striscia di Gaza (di cui 66 minori); nel 2014, con l’Operazione Protective Edge, sono stati 2.251 i palestinesi uccisi in un’azione militare protrattasi per sette settimane; nel 2012, l’Operazione Pilastro di Difesa ha fatto ‘solo’ 177 morti tra i palestinesi; nel 2008, l’Operazione Piombo Fuso uccise 1.400 palestinesi. Si veda: https://www.agi.it/estero/news/2023-10-07/israele-hamas-quattro-guerre-15-anni-23369018/
(17) Benjamin Abelow è storico e saggista. Il libro presentato a Roma, Come l’Occidente ha provocato la guerra in Ucraina, Fazi Editore, è recensito con queste parole da Noam Chomsky: “Molto ben fatto. Presenta analisi che dovrebbero essere decisamente più conosciute”: https://fazieditore.it/catalogo-libri/come-loccidente-ha-provocato-la-guerra-in-ucraina/
(18) George F. Kennan, diplomatico, storico, ambasciatore e studioso di scienze politiche statunitense, noto come “il padre della politica del containment”, ha descritto l’espansione della NATO in Europa centrale come “il più fatidico errore della politica americana dell’intera era post-Guerra Fredda” (t.d.g.). Si veda l’approfondimento del 1999 di James Goldgeier: https://www.brookings.edu/wp-content/uploads/2016/06/goldgeier.pdf
(19) Robert Mcnamara, banchiere e politico statunitense, Segretario della difesa degli Stati Uniti e, dal 1968 al 1981, Presidente della Banca Mondiale. Fu uno dei 50 ex Senatori, segretari di Gabinetto, ambasciatori, eccetera che scrissero al Presidente Bill Clinton, alla fine di giugno 1997, queste parole: “l’attuale sforzo diretto dagli US di espandere la Nato… è un errore politico di portata storica” (t.d.g.): https://www.jstor.org/stable/20097504
(20) Il professor Stephen Cohen, studioso e saggista statunitense, fu uno dei primi a denunciare che l’allargamento della Nato violava la promessa fatta dagli States all’allora Presidente Gorbačëv, quando vi fu la riunificazione della Germania. A proposito di tale promessa, ricordiamo l’articolo di Der Spiegel riportato in parte anche da Il Fatto Quotidiano, che chiariva come in un incontro del 1991 tra Us, Uk, Francia e Germania, per discutere su come garantire la sicurezza della Polonia,il rappresentante dell’allora Germania dell’Ovest, Jürgen Chroborg, avesse dichiarato: “nelle trattative a 2 + 4 abbiamo chiarito che non estenderemo la Nato oltre l’Elba. Non possiamo quindi dare alla Polonia e agli altri l’ingresso nella Nato”
(21) Come scrive L’Indipendente: “Negli Stati Uniti, circa 500 ebrei americani – tra i quali una ventina di rabbini – sono stati fermati dopo aver occupato il Campidoglio per protestare contro la guerra di Israele a Gaza e chiedere un cessate il fuoco immediato. La protesta, a cui secondo l’organizzazione Jewish Voice for Peace hanno preso parte in tutto circa 10mila persone, si è svolta dentro e fuori il Campidoglio. I manifestanti hanno chiesto che l’amministrazione Biden e il Congresso smettano di finanziare il “genocidio” israeliano nei Territori palestinesi. Si tratta della più grande protesta ebraica in solidarietà con i palestinesi nella storia degli Stati Uniti”: https://www.google.com/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&ved=2ahUKEwi15e3W-o6CAxUDxQIHHeTLCIwQFnoECBIQAQ&url=https://www.lindipendente.online/2023/10/19/usa-ebrei-manifestano-al-campidoglio-contro-la-guerra-500-arresti/&usg=AOvVaw0EwivSCRrO9m6rO7yt8ykr&opi=89978449
(22) Le basi per capire la differenza tra ebraismo e sionismo: https://www.eastjournal.net/archives/114553
(23) Giuliano Amato, politico e giurista italiano, presidente emerito della Corte Costituzionale della Repubblica italiana
(24) Per maggiori informazioni su BDS, Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese, si rimanda al loro sito: https://bdsitalia.org/index.php/la-campagna-bds/campagna-bds. Questa la lettera che Moni Ovadia scrisse al Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, il 23 aprile 2017: https://bdsitalia.org/index.php/notizie-diritto-boicottaggio/2282-ovadia-lettera-sala
(25) La risoluzione approvata dal Bundestag nel 2019 dichiarava antisemita il movimento BDS. Come spiega bene in questo articolo Giovanni Pillonca, si è arrivati al punto che “il commissario di Stato per l’antisemitismo, Michael Blume, che non è ebreo, è autorizzato in tale veste a determinare cosa sia e cosa non sia antisemita. Il risultato della sua nomina, e di quella di molti altri commissari per l’antisemitismo in Germania, è che un cristiano tedesco accusa regolarmente gli ebrei israeliani di antisemitismo per aver espresso le loro convinzioni politiche in cui si critica l’occupazione e le condizioni in cui Israele costringe a vivere i palestinesi”. Ricordiamo altresì che, nel 2018, il Bundestag ha dichiarato “l’esistenza di Israele come parte dell’interesse nazionale della Germania”. Per approfondire, si consiglia: https://gliasinirivista.org/in-germania-attacchi-contro-gli-ebrei-antisionisti/
Vedasi anche: la vittoria di BDS contro il Comune di Monaco con la storica sentenza della Corte Federale, che smentisce l’accusa che BDS sia antisemita: https://altreconomia.it/la-campagna-bds-vince-in-tribunale-e-liberta-di-espressione/
venerdì, 27 ottobre 2023
In copertina: Moni Ovadia, a Siena nel 2010 (particolare). Credits: Filippo Caranti aka Terrasque, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons, https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Moni_Ovadia_2010.jpg;
Nel pezzo: La Striscia di Gaza, entrambe le foto sono di Hosny Salah da Pixabay