Oltremanica costringono alla detenzione anche i minori non accompagnati
di (e traduzioni di) Simona Maria Frigerio
Il 18 luglio scorso l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati e quello per i Diritti Umani hanno espresso la loro preoccupazione per l’Illegal Migration Bill, approvato in via definitiva dal Parlamento britannico due giorni dopo. Niente di più. Ma di cosa si tratta?
Partiamo da un dato di fatto che forse non tutti conoscono, ossia che il diritto a migrare per motivi economici non è riconosciuto né garantito a livello internazionale in quanto si pensa che tale dislocamento sia una libera scelta e non una necessità – come nel caso dei richiedenti diritto asilo o degli aventi diritto allo status di rifugiato. In parole povere: chiunque muoia di fame nel proprio Paese – invece che sotto le bombe – potrà e dovrà continuare a farlo a meno che non abbia quella documentazione richiesta dal Paese che dovrà accoglierlo – documenti e visto d’ingresso appropriato, oltre a un contratto di lavoro o altro (a seconda della legislazione nazionale vigente in materia).
Detto questo, molti migranti – proprio per non essere espulsi (e riportati forzosamente nei Paesi d’origine o finire nel mondo sommerso della clandestinità) gettano via i propri documenti – quando non sono obbligati a consegnarli a coloro che li trasportano illegalmente e che possono poi ricattarli per ottenere più soldi dalle famiglie o per farli lavorare in giri di prostituzione o altre attività illecite (fino all’estinzione del presunto debito con le mafie stesse).
Ebbene, di fronte a questa situazione che andrebbe affrontata politicamente e civilmente da un’Europa davvero unita – aldilà dell’appartenenza o meno alla Ue – la Legge inglese, appena approvata, impedisce addirittura di avere “accesso al diritto d’asilo nel Regno Unito a chiunque arrivi irregolarmente e sia passato da un Paese – anche brevemente – dove non doveva affrontare alcuna persecuzione” (1). Essendo la Gran Bretagna un’isola è facile immaginare che qualsiasi migrante (a meno che non arrivi in aereo o su una nave di una Ong che, però, dovrebbe sbarcarlo direttamente su suolo britannico e non nel primo porto accessibile), prima di arrivare nella gelida Albione, sia transitato anche solo per qualche ora in qualche Stato Europeo.
Questa legge – votata e voluta da uno di quei Paesi che si vantano di essere democratici, rispettosi dei diritti umani e portatori della sacra fiammella delle ‘regole’, “impone il trasferimento del migrante in un altro Paese, senza alcuna garanzia che vi ottenga protezione” e lo fa anche a carico dei minori non accompagnati “indipendentemente dal fatto che siano a rischio di persecuzione, abbiano sofferto violazioni dei diritti umani o siano sopravvissuti al traffico di esseri umani o a forme moderne di schiavitù”.
Nonostante la Convenzione sui Rifugiati del 1951 “riconosca esplicitamente che i rifugiati possano essere costretti a entrare irregolarmente in un Paese per richiedervi asilo”, il Regno Unito pretenderebbe che, magari sotto un bombardamento aereo francese, una mamma libica imbarchi il proprio figlio minorenne su un aereo, con tanto di passaporto e visto, perché possa raggiungere un Paese europeo sicuro (magari lo stesso che li sta bombardando per scopi ‘umanitari’).
Il Governo inglese, doveroso dirlo, si difende spiegando sul proprio sito ufficiale (2) che grazie a questa legge: “si accelererà l’allontanamento di coloro che non hanno il diritto di essere qui – e questo a sua volta libererà risorse affinché il Regno Unito possa supportare meglio coloro che hanno genuinamente bisogno d’asilo attraverso canali sicuri e legali”. Immaginiamo ancora una volta come: mentre i Tornado GR4, decollati dalla base militare di Norfolk, lanciavano missili SCALP sulla Libia, sempre la succitata mamma – nonostante la no-fly zone – imbarcasse il proprio figlio minorenne su un aereo, con tanto di passaporto e visto, perché potesse raggiungere il Paese europeo che li stava ‘salvando’…
Scusate l’ironia ma è ormai l’unica arma che può salvarci di fronte a simile ipocrisia.
E chiudiamo con alcune considerazioni tanto ragionevoli quanto pragmatiche della Law Society of England and Wales (3).
Da loro apprendiamo che quando il Regno Unito scrive che i migranti saranno rimpatriati nel loro Paese o in un Paese terzo ‘sicuro’, intende il Rwanda – che, immaginiamo, si trasformerà a breve in un enorme campo di concentramento o in un ameno kinderheim.
Il secondo punto che forse non hanno considerato nemmeno i cittadini britannici è che tutte queste persone, minori e adulti, si trasformeranno de jure e de facto in detenuti (senza aver subito alcun processo) e rimarranno tali finché, appunto, non si troverà un Paese ‘sicuro’ che li accolga. Il che equivale al fatto che: “Decine di migliaia di persone potrebbero essere detenute indefinitamente, a spese dei contribuenti britannici, dato che nessun Paese terzo ‘sicuro’ (aldilà del Rwanda) è disponibile”. Chi poi dovrebbe farsi carico, in Rwanda, degli stessi, non è dato sapere: sempre il cittadino britannico?
Aldilà del fatto che i migranti sono esseri umani e dovrebbero avere almeno il diritto, come gli uccelli, di migrare (ricordiamo un bellissimo spettacolo teatrale di Agrupación Señor Serrano, intitolato Birds), non sarebbe più intelligente per un’Europa vecchia bolsa e stanca, arricchirsi di giovani migranti (per qualsiasi motivo), istituendo uffici locali per il collocamento, nei vari Paesi africani, affinché il medico generico arrivi in Lombardia – dove i professionisti sembrano mancare – e il pizzaiolo, che ha la sorella in Svezia, direttamente a Stoccolma?
(2) https://www.legislation.gov.uk/ukpga/2023/37/enacted
(3) https://www.lawsociety.org.uk/topics/immigration/illegal-migration-act
venerdì, 29 settembre 2023
In copertina: Foto di Wendy Corniquet da Pixabay