The Thing
di Simona Maria Frigerio e Luciano Uggè
Raccontare l’esperienza che Boukje Schweigman propone agli spettatori, per la Vetrina Paesi Bassi di Teatro a Corte, presso la Reggia di Venaria Reale, sarebbe un oltraggio quanto rivelare il nome dell’assassino recensendo un thriller – sia perché, parte del piacere in un viaggio sta nella scoperta personale, sia perché descrivere a parole uno spettacolo di performing art che bandisce la parola dai propri mezzi espressivi appare fuorviante.
Abbiamo quindi deciso di raccontarvi il nostro personalissimo e, quindi, soggettivo – e limitato per definizione – viaggio emotivo, invitando i nostri lettori a sperimentare su se stessi la magia creata da Boukje – questa giovane, poetica e delicata rivoluzionaria del linguaggio teatrale.
Da principio la vediamo nascere: con difficoltà, lentamente, questa ʻcosa’, questa Bolla, ha un respiro e un tempo propri – altri – che vanno ascoltati, assecondati. Da subito capiamo di dover dimenticare la frenesia della quotidianità – abbandonata all’ingresso insieme a scarpe e borse. Siamo in presenza di un evento, una venuta al mondo, siamo testimoni del suo divenire.
Lentamente questa nuvola bianca si avvicina a noi, con circospezione, timorosa quanto noi stessi del contatto fisico. Ci accarezza e poi rifugge, tenta di sottrarsi, forse prova repulsione e, come lei, anche noi siamo insieme affascinati e respinti: vorremmo tuffarci nel suo candore pannoso ma, allo stesso tempo, scappare, battere con i pugni contro quella parete che ci separa dal mondo esterno che, d’un tratto, sembra irreparabilmente lontano.
D’improvviso, come quando alla prima, solitaria nuvola bianca, se ne aggiunge una seconda, comparsa dal nulla, che sembra abbracciare, cullare quasi – come una madre amorevole – la piccola e, alla fine, la fagocita – madre crudele o utero accogliente? – ecco un’immensa bolla avvolgere il nostro spazio vitale mentre da quell’utero bianco emerge un essere ultramondo che ci invita a seguirlo.
Immergersi e riemergere: è un istante – sembra quasi di soffocare, poi ci ritroviamo tutti insieme, sulla stessa astronave diretta verso l’ignoto. Ci guardiamo l’un altro come a cercare conforto: d’un tratto deportati su un treno merci verso un campo di concentramento. Frastornati da quello sferragliare, spaesati nel buio intermittente delle gallerie. Improvvisamente scoppia un lampo rosso, il vento si alza: noi boat people sopravviveremo ai marosi, a questa tempesta notturna che soffia e squassa?
Ma l’alba arriva sempre, così come la luce in fondo al tunnel. L’essere che ci ha accompagnati, ci invita a uscire. “È tutto finito?”, ci chiediamo, incapaci quasi di abbandonare quel luogo che ora ci appare sicuro, protetto, lontano anni luce dalla nostra quotidianità, che ci attende – pensiamo – non appena varcheremo il passaggio.
Composti ci incamminiamo, la luce sembra vicina, eppure no: sentiamo di afferrarla e lei ci sfugge, forse ci stiamo addentrando in un tunnel infinito – rabbrividisco pensando a La guerra invernale del Tibet di Dürrenmatt.
Ci ritroviamo insieme – costretti in uno spazio, ancora una volta, limitato e limitante, a guardarci in faccia. Poi l’orizzonte si apre: con lentezza, i nostri occhi e i nostri sensi percepiscono nuovamente il mondo circostante e i giardini di Venaria Reale si rivelano in un tripudio di colori, in una cascata di luce al tramonto di un’esperienza unica e irripetibile, un autentico viaggio dentro di sé.
La performance ha avuto luogo all’interno del Festival Teatro a Corte:
Reggia di Venaria Reale
per la vetrina PAESI BASSI
Schweigman& presentano:
Blow/Bolla
ideazione Boukje Schweigman, Cocky Eek in collaborazione con Ibelisse Guardia Ferragutti
regia Boukje Schweigman
design Eek Cocky
con Ibelisse Guardia Ferragutti, Felix Schellekens, Jochem Rijsingen e Alondra Castellanos
musiche Jochem van Tol
tecnica Jurr Diggele
lighting design Hugo Hendrickx
sound design Gjalt Vlam
consulenza artistica Theun Mosk
costumi Miek Uittenhout
produzione Yoni Vermeire
assistente alla regia Ellen Schuring
assistente di progettazione Esmee Thomassen
immagine Jona Rotting
fotografia Arjan Benning
un ringraziamento a Kondor Wessels Progetti, Hannah Shanks, Rosa Radsma
con il sostegno di Performing Arts Fund NL, Dutch Performing Arts, Ambasciata e Consolato Generale del Regno dei Paesi Bassi, Treaty of Utrecht Foundation, Città di Utrecht e Città di Torino e in collaborazione con Festival di Oerol
venerdì, 8 settembre 2023 (la recensione riguarda lo spettacolo andato in scena domenica 7 luglio 2013, in originale in Anche i critici nel loro piccolo…)
In copertina: una tra le fotografie utilizzate nel 2013 per pubblicizzare lo spettacolo