The Blinding leading the Dead in mostra a Pietrasanta
di Simona Maria Frigerio
Al Project Space resteranno in esposizione, fino a novembre, opere di vari periodi prodotte dall’ex ‘premiata ditta’ targata Charles Saatchi, ovvero i Chapman Brothers.
Forse parafrasando la Parabola dei ciechi di Pieter Bruegel il Vecchio, e traendo ispirazione anche dalla moltitudine meravigliosamente apocalittica di un Bosch, i due artisti visuali britannici – nati negli anni 60 – ripropongono, in una versione quasi antologica, la loro quotidiana dose di orrori dai quali sembra che Jake si sia allontanato nel 2022, dichiarando al Guardian che il fratello e lui provano un “ribollente disprezzo reciproco” e di aver bisogno di nuove idee.
In questa esposizione, però, sono le idee precedenti quelle in mostra, che vertono come sempre intorno a temi più che scabrosi o di rottura, semplicemente violenti e con una buona dose di orrore/repulsione intrinseca.
Decisamente misogino – e lo scrive una donna – più che denuncia contro la visione maschilista della figura femminile, Solar Anus (1997). Di fin troppo facile lettura la critica al junk food di The last McSupper I (2003, con titolo che rimanda ovviamente all’Ultima cena). Mentre si assapora vagamente la ritrattistica di corte di un Velázquez o di un Van Dyck – deturpata – in One day you will no longer be loved (2008/2019), in cui i fratelli Chapman corrompono con piaghe i volti ritratti su quadri acquistati all’asta o trovati in mercatini di brocantage otto/novecenteschi. Per inciso, la prima serie del genere fu eseguita su ben 80 incisioni originali di Goya [Insult to Injury, (1)], deturpate dai Bros per non si sa quale vera ragione se non provare che quando acquisti qualcosa, è tua, e puoi farne ciò che vuoi. Pensiero in sé per nulla anarchico bensì – secondo noi – intrinsecamente fascista. Non diversamente dal mettere al rogo libri e quadri o andare in un museo a imbrattare I girasoli con la salsa di pomodoro perché, in ciascuno di questi casi, si priva l’intera umanità – per un breve periodo di tempo o per sempre – di qualcosa che all’umanità appartiene. Una corruzione che pare la parodia di un Memento Mori ma spinge più sull’acceleratore di un disturbante superficiale che non su una sublimazione grottesca, o un perturbante intrinseco, delle nostre ossessioni plastificate: sesso, cibo e bellezza (ovvero i biblici lussuria, gola e superbia).
Nein! Eleven trasforma le Torri gemelle in un ammasso di omini di plastica (2012/2013); la concessione al cambiamento climatico ci regala, invece, balene squartate e orsi alla deriva in un diorama insieme eloquente e plateale – e del resto, i modellini in scala erano un’altra passione artistica dei Chapman Brothers. Tralasciamo le elucubrazioni critiche sul saio bianco da KKK con emoticon, mentre I wanted to punish myself sa quasi di manifesto animalista ante-litteram, con un pollo in croce realizzato già nel 2008. I crocefissi sono stati un’altra ‘magnifica ossessione’ d’artista per la coppia: qualcuno lo troverà sicuramente intriso di ironia macabra.
Ed è quest’ultimo aggettivo – macabro – unito a una certa dose di morbosità che paiono descrivere al meglio lo spirito che pervade la mostra. Una grondante denuncia che, però, ha un che di compiaciuto e che soffoca l’espressione artistica in stilemi indubbiamente scioccanti ma solo per un pubblico avvezzo alla superficialità patinata della violenza televisiva, e non più consapevole della banalità e della volgarità del male.
Inaugurazione traboccante di gente: far parlare di sé, ormai, sembra la vera arte.
La mostra continua:
Jake and Dinos Chapman espongono
The Blinding leading the Dead
Project Space
via Nazario Sauro 52 – Pietrasanta
fino a domenica 5 novembre 2023
orari: da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 17.30 alle 20.00
(1) Consigli di lettura critica: https://costanzamiriano.com/2014/09/23/i-fratelli-chapman-ovvero-lestetica-del-bestemmiatore/
venerdì, 25 agosto 2023
5 agostoIn copertina: L’invito alla mostra