La prima missione della Federazione Russa sul nostro satellite
Luciano Uggè
Era il 3 novembre 1957 quando Laika (in realtà Kudrjavka, la cagnolina passata alla storia) fu lanciata nel cosmo con lo Sputnik 2. Mentre il primo cosmonauta è stato Jurij Gagarin e, non a caso, il 12 aprile in Russia si celebra il Cosmonautics Day, in ricordo di quel lontano giorno del 1961 quando un essere umano poté osservare finalmente la Terra dallo spazio.
Da allora e per molti decenni lo spazio è stato visto – dall’Urss e dagli States – come palcoscenico per la propaganda di Stato e, in particolare dagli Us di Ronald Reagan, come ‘spazio’ in cui posizionare uno scudo di difesa missilistico nell’ambito della Strategic Defense Initiative – un progetto mai realizzato per problemi di varia natura – sia a causa della difficoltà o impossibilità di posizionare sistemi laser nello spazio, sia per l’eventuale violazione di accordi internazionali come l’Outer Space Treaty del 1967 (2), che vieta (tra l’altro) ai firmatari di posizionare in orbita o su corpi celesti armi nucleari o altre armi di distruzione di massa.
Negli ultimi anni, comunque, l’inversione di rotta nei confronti dello spazio da parte statunitense ha portato soprattutto a un taglio del budget federale per la Nasa. Se a metà degli anni 60 (in clima da Guerra Fredda) lo stesso ammontava al 5% del Pil, oggi è “meno di quattro decimi dell’1%” (2), ossia 27 miliardi di dollari (briciole se si pensa che la spesa militare del Paese a Stelle e Strisce ha raggiunto gli 877 miliardi di dollari, equivalente al 39% della spesa militare globale).
In questo quadro fa notizia come la Russia, al contrario, abbia deciso di ritornare sulla Luna con una sonda denominata Lunar-25, che – se tutto andrà bene – atterrerà in prossimità del Polo Sud lunare, scelto sia perché zona sempre visibile dalla Terra sia perché vi sarebbe presenza di ghiaccio. La stazione automatica è attrezzata per prelevare campioni di suolo lunare fino a una profondità di 40 centimetri, vaporizzarli con un laser e rilevare gli elementi presenti (anche quando avessero una concentrazione dello 0,005%).
Il razzo vettore Soyuz-2.1b che trasporta Luna-25 è stato lanciato dalla base di Vostochny l’11 agosto, mentre l’atterraggio sulla Luna è previsto tra pochi giorni, il 21 agosto.
Nel 2020 la missione cinese Change’s 5 aveva già raccolto e riportato sulla Terra perle di vetro contenenti acqua, che è stato ipotizzato provenga dai venti solari. In particolare, i vetri da impatto di asteroidi sulla superficie della Luna (corpo privo d’aria) sarebbero in grado di immagazzinare ma anche di rilasciare nello spazio queste particelle d’acqua. Inoltre, solo un anno fa, l’Accademia delle Scienze cinese avrebbe rilevato molecole d’acqua autoctone nelle rocce dell’Oceanus Procellarum (la più grande pianura lunare, che occupa gran parte del settore occidentale del satellite terrestre).
Vi terremo informati sugli sviluppi.
NOTA DEL 20 AGOSTO 2023: Registriamo che l’atterraggio di Luna-25 purtroppo non è riuscito e la sonda è distrutta. Il 23 agosto dovrebbe tentare l’allunaggio la sonda indiana Chandrayaan-3.
NOTA DEL 23 AGOSTO 2023: Il Presidente russo Putin si è congratulato con il Primo Ministro indiano per il riuscito atterraggio della stazione spaziale indiana Chandrayaan-3 sulla Luna – il che prova i progressi compiuti dall’India in campo scientifico e tecnologico.
(1) L’Outer Space Treaty:
https://www.unoosa.org/oosa/en/ourwork/spacelaw/treaties/introouterspacetreaty.html
(2) I dati sul budget della Nasa:
https://reccom.org/la-nasa-ha-dimenticato-come-mandare-persone-sulla-luna/
venerdì, 18 agosto 2023
In copertina: Foto di Sun Jib da Pixabay