Pillole di controinformazione
di Maurizio Prescianotto
Fuor di vuota retorica antinazifascista da celebrazioni officiate istituzionalmente ogni 25 aprile:
– cosa intendiamo per persistenza?
– e come la riconosciamo e ne diffondiamo gli antidoti avverso la Microfisica del potere fascista oggi?
Data l’attualità formuliamo alcune congetture reinterpretative in attesa che possano venir confutate.
La Macrofisica nazifascista è rimasta sempre presente in Italia perché utile – fu recuperata dai nostri occupanti, decisori a Yalta nel 1943, per destabilizzare – quando le scelte politiche democratiche dell’elettore risultavano sgradite o non conformi. Come ‘il tintinnar di sciabole’, la strategia della tensione con relative stragi e attentati, i tentativi di colpo di stato militare, i servizi segreti e Gladio, la connivenza di mafia, camorra e ‘ndrangheta, eccetera, avvisavano e reindirizzavano sulla ‘perduta via’ i governi di turno (come racconta Franco Fracassi, in IV Reich).
Diversa e assente nel dibattito contemporaneo l’analisi della Microfisica del potere nazifascista quotidiano, esplicata in comportamenti e atteggiamenti sociali indifferenti, acritici, conformi e asserviti. L’attualità del tema la recuperiamo in Alberto Moravia che lo rappresenta ne Gli indifferenti, ove una famiglia borghese decaduta, pur di mantenere il tenore di vita e i privilegi, viene a patti con amici e amanti grazie al potere di corromperli per approfittare di madre e figli, assecondando la propria amorale dipendenza. Il conformista, invece, descrive il protagonista, preoccupato di legittimarsi nell’arrampicata sociale, che si presta a supportare la polizia fascista in occasione del viaggio di nozze, contattando e facendo ammazzare un suo ex professore antifascista transfuga all’estero. Mentre ne I sommersi e i salvati di Primo Levi – ritornato vivo dall’internamento nel lager – vi è, oltre alla denuncia nelle condizioni di vita estreme, l’altrettanto forte denuncia che, spesso, la sopravvivenza dei salvati è stata conseguita prestandosi a divenire aguzzini/carnefici di altri internati, e questa colpa lui non riuscirà mai a superarla tanto da arrivare al suicidio.
Negli anni 60/70 i libri contribuirono al dibattito sulla comprensione delle modalità di adesione e pratica “non solo fenomenologiche-folcloristiche, come la Marcia su Roma, e le adunate del sabato” delle élite e delle masse al nazifascismo. Contribuendo altresì all’elaborazione critica e alla condanna storica del nazifascismo all’epoca del movimentismo rivoluzionario socialista.
Con il riflusso dagli anni 80/90 la controrivoluzione edonistico-liberista sdogana e recupera i valori nazifascisti banalizzandoli o assimilandoli, nella ‘smemoria’ storica, al comunismo rivoluzionario-sovietico, come da delibera recente delle Istituzioni UE post ‘89. Entrambi abiurati solo per la non conformità allo sviluppo delle “magnifiche e progressive sorti” incarnate dai VALORI €$£ dell’Occidente libero demo-pluto-cratico-finanziario, esportatore di benessere attraverso le ‘missioni di pace’ che estirpano gli avversari/dittatori non conformi di turno: Saddam, Milošević, Gheddafi, al-Assad e oggi Putin.
Osserviamo che il CONFORMISMO e l’INDIFFERENZA nell’attitudine eterodiretta delle classi sociali nei primi decenni del Novecento erano propagati da mass media analogici: stampa e radio; oggi la potenzialità pervadente dispone di più potenti strumenti digitali – ICT internet e IA – con sofisticati algoritmi di riconoscimento e orientamento personalizzato ritagliati sui gusti, interessi e consumi individuali.
Le élite occidentali si autorappresentano come ‘il miliardo d’oro’ degli 8 miliardi di abitanti mondiali, che vive nel migliore dei mondi possibile: “il giardino attorniato dalla pericolosa giungla” (Josep Borrel, Alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza, 2023). Di fatto, al contrario, siamo una società senescente e in crisi da ipertrofia consumista. Abituati per decenni (dai ‘50 agli ‘80) all’affluenza della crescita continua del PIL, fin dagli anni 90 siamo preoccupati dal rischio di recedere dal privilegio nell’accesso al consumo.
Un’entropia ormai manifestamente evocata dagli sgovernanti imposti dal marketing politico, disertato vieppiù dagli elettori, ispirato alle istanze poste dai rappresentanti degli ineletti organismi decisionali delle élite: FMI, BCE, BMI, UE, NATO, Davos, Bildenberg, eccetera, che promuovono e propugnano, anche armati, l’impoverimento programmato delle masse adottando politiche di riduzione dei redditi e della spesa pubblica che continuino a garantire la diseguale distribuzione (si veda Jürgen Habermas, La crisi della razionalità nel capitalismo maturo) a favore di rendite e profitti sempre più digital-virtuali, realtà ormai apertamente contestata dai Paesi BRICS++ attraverso la proposta di de-dollarizzare gli scambi.
A questo punto come risponde l’Occidente? Attivando, grazie al controllo maistream, istanze distrattive di massa come le campagne di marketing su temi, quali:
1) La rivoluzione green: per contrastare “l’ebollizione globale” (António Guterres, Segretario Generale dell’ONU) – e però stranamente compatibile con il business della distruttiva estrazione del gas da fracking, di nuove centrali nucleari e di guerre con armi a uranio impoverito, batteriologiche e (forse) chimiche;
2) La questione gender: a fronte di una denatalità diffusa e il rischio di estinzione tra poche generazioni ma contemporanea importazione massiva di neo-schiavi lavoratori immigrati appaltata alle mafie;
3) Le vaccinazioni obbligatorie di massa per combattere le pandemie: mentre si localizzano ovunque biolaboratori virali militari collegati con le multinazionali del farmaco ad alto valore aggiunto – che producono e vendono vaccini di non dimostrata utilità;
4) La digitalizzazione spinta utilizzata per sostituire la ormai ‘farlocca’ moneta €$£ analogica disvalorata, e per regolamentare l’accesso ai residuali servizi di cittadinanza ma, soprattutto, per identificare e colpire i non conformi – vedi divieto di lavoro e reddito per i non vaccinati Covid-19.
Tutto ciò mentre noi risultiamo dipendenti da iperconsumo, abituati all’essere limitati nella scelta che è governata dal marketing dell’offerta di prodotti e servizi concepita per assicurare i profitti (in caduta tendenziale) ai proprietari della finanza ormai virtuale.
Svuotato in termini consumistici il livello di partecipazione anche dell’ATTORE SOCIALE, la supposta competizione politica è ridotta a residuale partecipazione democratica nella scelta del prodotto-leader proposto dal marketing promozionale sulla base di una pubblica opinione refrattaria ed eterodiretta, dove mancano l’analisi, il soggetto e gli strumenti per innovare e affrancarsi dall’INDIFFERENTE CONFORMISMO.
Siamo in crisi e a fine ciclo dominante occidentale. Lo scriveva già Oswald Spengler nel primo Novecento. Era già avvenuto nel 1945 per l’Europa coloniale e procrastinato finora solo dalla rivitalizzazione della NATO in US.
Riprendiamo dove avevamo sospeso: malvenuti nel distopico mondo NAZIFASCISTA del XXI° secolo senza vaccino e anticorpi autorigenerativi dalla Macro e Microfisica del potere. Ma la ruggine non dorme mai – rust never sleeps e, per diventare la propaggine eurasiatica del maggiore continente, dovremo reimparare a inventarci, volare anche basso e guidare i neocammelli fino a Samarcanda e oltre.
venerdì, 11 agosto 2023
In copertina: Foto di Pete Linforth da Pixabay