L’esempio del Gruppo di Poliglotía dell’IVAM
di Noemi Neri (traducción en castellano a pie de página)
Secondo una concezione classica e un po’ obsoleta, il museo è semplicemente un luogo in cui vengono esposte opere d’arte. Fortunatamente, oggi sono moltissimi i musei che, lungi dall’essere una mera vetrina, coinvolgono i visitanti in attività e percorsi immersivi che non si limitano alle tradizionali visite guidate. È il caso di uno tra i musei di arte moderna più rinomati di Spagna, l’IVAM (Institut Valencià d’Art Modern) che si trova a Valencia.
È qui che ho partecipato alla Escuela de Saberes Diversos (Scuola di saperi diversi), parte del progetto Poliglotía, coordinato dallo scrittore Paco Inclán. Da febbraio a giugno, un gruppo di circa 25 persone si è riunito all’interno del museo per mettere in connessione le proposte espositive con l’esperienza e le conoscenze di ognuno. Il gruppo di partecipanti era molto eterogeneo, sia per le caratteristiche e interessi personali che per Paese di provenienza, come per esempio: Brasile, Iran, Colombia, Ucraina, Venezuela, Siria, Cina, Argentina, Italia, Congo, Spagna, Lituania. La Scuola ha come intento quello di avvicinare al museo persone che siano interessate ai processi migratori e nell’acquisire esperienza nell’ambito della mediazione, partendo da una prospettiva interculturale.
Durante gli incontri, prima di tutto, ci siamo conosciuti, ci siamo scambiati consigli di lettura, brani musicali, abbiamo parlato di personalità per noi rilevanti nei nostri rispettivi Paesi, costruendo e intrecciando una mappa interculturale che abbiamo chiamato ʻdiversografia’ (che è possibile consultare qui) e abbiamo aperto un canale Spotify dove ci sono brani per noi significativi (che si possono ascoltare qui).
Poi, inevitabilmente, è arrivato il momento di abitare il museo. Le nostre riunioni si sono spostate all’interno delle sale espositive. Abbiamo iniziato a immaginare come realizzare la mediazione delle opere di Teresa Lanceta, un’artista di Barcellona che, attraverso l’arte del tessuto, ha raccontato una cultura radicata in cui le donne si ritrovavano non solo per cucire ma anche per fare comunità. Ci siamo divisi in piccoli gruppi e ognuno ha provato a raccontare la mostra attraverso il filtro della propria cultura (qui ti racconto la mediazione realizzata con il mio gruppo).
Questi primi passi mossi verso la creazione di una dinamica, li abbiamo fatti internamente confrontandoci attraverso un arricchimento continuo. C’è chi ha portato la propria esperienza teatrale, chi la gestualità, la curiosità, i ricordi di famiglia, abbiamo condiviso poesie, canti, abbiamo vissuto lo spazio dell’esposizione rendendolo parte della nostra dinamica: il museo prendeva vita attraverso linguaggi differenti. Il nostro stesso modo di comunicare, salvo per alcuni, era mediato da una lingua che non era quella materna, ossia lo spagnolo. Dopo questo primo esperimento di interazione con le opere del museo, abbiamo iniziato a costruire una mediazione più strutturata da poter presentare alla cittadinanza. A giugno, a conclusione del nostro percorso, abbiamo realizzato un evento aperto al pubblico. L’IVAM apre spesso le porte in occasione di performance, concerti e attività che rendono il museo accessibile a tutti e non solo a un’élite di esperti. Le opere su cui abbiamo lavorato sono state quelle dell’artista libanese Aref El Rayess. L’esposizione, visibile fino al 27 agosto, raccoglie i suoi lavori dal 1958 al 1978 – due decadi in cui El Rayess ha visitato molti Paesi, tra cui anche l’Italia, inserendo nelle proprie opere linguaggi e tradizioni di popoli differenti. Possiamo vedere il tema della guerra, della spiritualità, il contrasto dei colori utilizzati, ma anche dei materiali. L’artista ci racconta la denuncia nell’ambito dell’architettura inerente ai materiali utilizzati per le moschee, l’esperienza del coma, i paesaggi americani che scorrono veloci dal finestrino dell’autobus, scrive quaderni e diari (Qui un video della sala espositiva che ospita le opere di El Rayess). Una mostra ricca di tematiche e spunti di riflessione che il gruppo di Poliglotía ha raccontato attraverso poesie, balli, sketch teatrali, suggestioni. Abbiamo utilizzato le opere per creare una connessione con i visitatori e i nostri Paesi, in modo da amplificare le tematiche guardandole attraverso la lente di tante culture diverse. Parallelamente a ciò che accadeva all’interno della sala espositiva, un gruppo, al quale ho preso parte, trasmetteva in radio ciò che stava accadendo, raccontando anche l’esperienza del percorso di questi mesi (ed è possibile ascoltare il programma nella Kafeta di Radio Malva #022).
Per chi volesse approfondire il progetto Poliglotía, sarà disponibile anche un podcast con gli audio che abbiamo registrato durante i nostri incontri condividendo impressioni, modi di dire e scioglilingua dei nostri Paesi.
Hanno partecipato alla Escuela del Saberes Diversos 2023: Tarif Ashtar, Paula Guardiola, Yulia Fert, Badinengany Katalay-Sun, Hu Zhao, Milagros Arias, Teona Ruzadze, Fatma Guisse, Ivan Reznik, Joaquín Artime, Clara Solbes, Javier Lorente Puchades, Yahui Liu Zhou, Milagros Arias, Óscar Blanco, Elena Medina, Malika Oucheitachn, Sonia Pina, Esther Santiago Lizama, José Vaquerizo, Sonia Martínez, Gema Gil, Irene Llàcer, Paco Inclán, Mariana Bandeira, Neus Berenguer, Isabel Cuellar, Gudrita Lape, Nicolás Manzonni, Soledad Martín, Empar Mestre, Saba Moradi, Noemi Neri, Yondri Soss, Oleksandr Pavlov, Francesco Rondelli, Carolina Trujillo, Tono Vizcaíno, Yiwen Xiao, Valencia Acoge, Librería United Minds, Cocinas Migrantes, Meral Gokcek e Abdelaziz Bouhlassa Bachari.
Arte e Interculturalidad
El ejemplo del Grupo Poliglotía del IVAM
Traduzione in castigliano
di Noemi Neri
Según una concepción clásica y un poco obsoleta, un museo es simplemente un lugar donde se exponen obras de arte. Afortunadamente, hoy en día existen muchos museos que, lejos de ser un mero escaparate, involucran a los visitantes en actividades y recorridos inmersivos que van más allá de las tradicionales visitas guiadas. Tal es el caso de uno de los museos de arte moderno más reconocidos de España, el IVAM (Institut Valencià d’Art Modern) situado en Valencia.
Allí participé en la Escuela de Saberes Diversos del proyecto Poliglotía, coordinado por el escritor Paco Inclán. De febrero a junio, un grupo de unas 25 personas nos reunimos en el museo para conectar las exposiciones con la experiencia y los conocimientos de los demás. El grupo de participantes era muy heterogéneo, tanto por características e intereses personales como por países de procedencia: Brasil, Irán, Colombia, Ucrania, Venezuela, Siria, China, Argentina, Italia, Congo, España, Lituania. La Escuela pretende acercar al museo a personas interesadas en los procesos migratorios y en adquirir experiencia en mediación desde una perspectiva intercultural.
Durante los encuentros, en primer lugar nos conocimos, intercambiamos recomendaciones de lecturas, piezas musicales, hablamos de personalidades relevantes para nosotros de nuestros países, construyendo y tejiendo un mapa intercultural que llamamos ʻdiversografía’, que puedes consultar aquí. Abrimos un canal de Spotify donde hay canciones significativas para nosotros, puedes escucharlas aquí.
Después, inevitablemente, llegó el momento de habitar el museo. Nuestras reuniones se trasladaron al interior de las salas de exposición. Empezamos a imaginar cómo mediar las obras de Teresa Lanceta, una artista barcelonesa que, a través del arte de tejer, relataba una cultura muy arraigada en la que las mujeres se reunían no sólo para coser sino también para hacer comunidad. Nos dividimos en pequeños grupos y cada uno intentó contar la historia de la exposición a través del filtro de su propia cultura, aquí os cuento la mediación realizada con mi grupo.
Dimos estos primeros pasos hacia la creación de una dinámica, confrontándonos internamente a través de un enriquecimiento continuo. Unos aportaban su experiencia teatral, otros sus gestos, curiosidad, recuerdos familiares, compartíamos poemas, canciones, vivíamos el espacio expositivo haciéndolo parte de nuestra dinámica, el museo cobraba vida a través de diferentes lenguajes. Nuestra forma de comunicarnos, salvo algunos, estaba mediada por una lengua que no era la materna, el español. Tras este primer experimento de interacción con las obras del museo, comenzamos a construir una mediación más estructurada para presentar a la ciudadanía. En junio, al final de nuestro viaje, celebramos un acto abierto al público. El IVAM abre a menudo sus puertas para espectáculos, conciertos, actividades que hacen que el museo sea accesible a todos y no sólo a una élite de expertos. Las obras con las que trabajamos eran del artista libanés Aref El Rayess. La exposición, abierta hasta el 27 de agosto, reúne obras de 1958 a 1978 en las que El Rayess viajó a muchos países, entre ellos Italia, incorporando a las obras las lenguas y sugerencias de distintos pueblos. Podemos ver el tema de la guerra, la espiritualidad, el contraste de los colores utilizados, pero también de los materiales. He aquí un vídeo de la sala de exposiciones que alberga las obras de El Rayess. Una exposición llena de temas y reflexiones que el grupo Poliglotía contó a través de poemas, bailes, sketches teatrales y sugerencias. Utilizamos las obras para crear una conexión con los visitantes y nuestros países, para ampliar los temas mirándolos a través de la lente de muchas culturas diferentes. Paralelamente a lo que sucedía dentro de la sala de exposiciones, un grupo, en el que yo participaba, retransmitía por la radio lo que iba ocurriendo, contando también la experiencia del viaje a lo largo de estos meses. Puedes escuchar el programa en Kafeta en Radio Malva #022.
Aquí puedes saber más sobre el proyecto Poliglotía, donde también encontrarás un podcast con los audios que grabamos durante nuestros encuentros compartiendo impresiones, refranes y trabalenguas de nuestros países.
Participantes en la Escuela del Saber Diversos 2023: Tarif Ashtar, Paula Guardiola, Yulia Fert, Badinengany Katalay-Sun, Hu Zhao, Milagros Arias, Teona Ruzadze, Fatma Guisse, Ivan Reznik, Joaquín Artime, Clara Solbes, Javier Lorente Puchades, Yahui Liu Zhou, Milagros Arias, Óscar Blanco, Elena Medina, Malika Oucheitachn, Sonia Pina, Esther Santiago Lizama, José Vaquerizo, Sonia Martínez, Gema Gil, Irene Llàcer, Paco Inclán, Mariana Bandeira, Neus Berenguer, Isabel Cuellar, Gudrita Lape, Nicolás Manzonni, Soledad Martín, Empar Mestre, Saba Moradi, Noemi Neri, Yondri Soss, Oleksandr Pavlov, Francesco Rondelli, Carolina Trujillo, Tono Vizcaíno, Yiwen Xiao, Valencia Acoge, Librería United Minds, Cocinas Migrantes, Meral Gokcek, Abdelaziz Bouhlassa Bachari.
venerdì, 28 luglio 2023
In copertina: Il gruppo (foto Noemi Neri)
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