Qualche numero dal Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo
di La redazione di InTheNet (traduzioni di Simona Maria Frigerio)
Premessa. In attesa di capire meglio le dinamiche del tentato golpe in Russia, e volendo evitare wishful thinking come dietrologia, ci concentriamo su quei dati economici che, come ha affermato anche la dirigenza cinese dopo i fatti del 24 giugno, sono il segnale chiaro di un nuovo assetto mondiale multilaterale perseguito dai due Paesi e dai loro Presidenti (considerati entrambi, guarda caso, dei ‘dittatori’ dalle élite politiche della Ue e degli Us). È su questo campo che si sta giocando la partita ed è quello che veramente teme l’egemonia occidentale.
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Come riporta la Tass (1), a San Pietroburgo, sono stati conclusi 900 accordi del valore di quasi 42 miliardi di euro nei pochi giorni del Forum tenutosi dal 14 al 17 giugno, di cui alcuni con Paesi europei – quali l’Italia e la Spagna.
La 26a edizione del forum ha avuto per tema Lo sviluppo della sovranità come base per un mondo giusto: unire le forze per le generazioni future (2).
Ma diamo anche qualche altro dato per fornire il quadro del nuovo mondo multipolare che si sta affermando non solamente grazie agli sforzi diplomatici (quasi titanici) della Russia ma, soprattutto, grazie ai trent’anni di guerre, soprusi, rivoluzioni arancioni, bombe intelligenti, intromissioni e golpe che abbiamo regalato – come Occidente – al resto del mondo. I partecipanti sono stati 17.000, provenienti da 130 Paesi, le delegazioni ufficiali 150 e 150 anche le aziende presenti con sede legale in 25 Paesi ‘ostili’ (unfriendly). Circa 200 gli eventi tenutisi su 6 tematiche di stampo economico (ma con ricadute sociali). I titoli servono a comprendere il trend delle discussioni in atto: Dialogo tra economie, L’economia mondiale a un punto di svolta globale, Costruire la sovranità tecnologica, Proteggere la popolazione e la qualità della vita come priorità principale, Il mercato del lavoro: una risposta alle nuove sfide, e L’economia russa: dall’adattamento alla crescita.
Le tematiche sono state discusse a vari livelli politici. A latere si è svolto anche l’International Youth Economic Forum e una sessione dedicata alla Conservazione e al monitoraggio della biodiversità artica (a riprova che le istanze ambientali sono patrimonio comune e non solamente dei green pro-gas-di-scisto nostrani).
Anche il Presidente Vladimir Putin è intervenuto, all’apertura della sessione plenaria, con un lungo discorso (3). Seguendo il fil rouge dei dati, riportiamo alcune parti dello stesso: ad “aprile 2023, il prodotto interno lordo è aumentato del 3,3%, su base annua, e ci si attende di aggiungere un 1% entro la fine dell’anno”. Non sappiamo a cosa mirasse l’Occidente con le sanzioni ma le stesse si stanno dimostrando efficaci nel distruggere l’economia e il welfare europei – non quelli russi. L’inflazione “è vicina al suo minimo storico – 2,9%. La disoccupazione si attesta al 3,3%”, ha continuato il Presidente Putin, che ha rivendicato la “capacità finanziaria dello Stato di sostenere la ferma promessa di assicurare la giustizia sociale, ridurre la povertà e le ineguaglianze”. Nel 2022, “1,7 milioni” di individui è uscito dallo stato di povertà, “mentre la percentuale dei poveri è scesa al 9,8%” (negli Us, al contrario, si è superato l’11%; mentre, secondo Eurostat, in Unione Europea le persone a rischio povertà sono il 17% e, in Italia, si sale al 20%). Ovviamente, questo trend andrà consolidato ma il Presidente Putin spiega che l’aumento delle pensioni, dei benefit sociali e delle indennità al di sopra del tasso di inflazione, oltre al rialzo del salario minimo (quel ‘qualcosa’ che in Italia non si può nemmeno nominare) hanno avuto ricadute favorevoli, oltre che sulla qualità di vita dei cittadini, sull’economia in generale. Infatti, l’aumento del potere d’acquisto reale ha favorito i consumi interni e, conseguentemente, ha dato una spinta positiva all’economia nel momento in cui le sanzioni avrebbero potuto causare una flessione della richiesta di beni e servizi. Infine, “sostituire le multinazionali che hanno abbandonato il mercato russo” con aziende nazionali è stato un potente ‘boost’ per l’economia russa. Tradotto: se il burger non è McDonald ma ha un nuovo marchio non è detto che sia meno buono…
Considerazione a latere da mettere alla prova dei fatti: negli ultimi discorsi del Presidente si registra una sempre maggiore attenzione verso la democrazia sociale, l’educazione e l’autosufficienza tecnologica.
Fertilizzanti, grano, nuovi oleodotti e proposte di pace
Per quanto concerne l’atto di sabotaggio contro l’oleodotto Togliatti-Odessa, che serviva per il trasporto e la distribuzione dell’ammoniaca, indispensabile per la produzione dei fertilizzanti, il Ceo di Uralchem, Dimitry Tatyanin, nel corso dell’Interation Economic Forum di Pietroburgo, ha dichiarato alla Tass che: “pianifica di aprire il primo terminal russo per l’esportazione dell’ammoniaca sullo Stretto di Kerč’ (4) entro la fine dell’anno”. Dovrebbe essere così “compensata la diminuzione del volume pompato attraverso l’oleodotto Togliatti-Odessa”.
Ricordiamo, inoltre, che la Russia ha continuato a distribuire grano e fertilizzanti ai Paesi più poveri utilizzando vie alternative a quelle dell’accordo sul grano del Mar Nero – firmato da Russia, Ucraina, Turchia e Nazioni Unite. Questo perché l’Occidente ha imposto sanzioni che impediscono di fatto l’applicazione per intero della proposta del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che prevedeva oltre al commercio del grano ucraino, quello del grano e dei fertilizzanti russi in favore dei Paesi in via di sviluppo. Come affermato dal Ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, durante il Forum, l’Ucraina ha continuato a esportare grano ma a livello commerciale e solo parzialmente (“meno del 3% del volume”) per “i fini menzionati da Guterres, ossia per soddisfare i bisogni dei Paesi più poveri”. Sappiamo gli esiti di tale commercio, che ha creato distorsioni di mercato, problemi agli agricoltori delle regioni dell’Europa dell’Est e ha immesso grandi quantità di un prodotto già da anni denunciato come inquinato (5).
I prossimi summit di queste economie che ormai stanno volando più alte dei G7 sono già stati preannunciati. A Pietroburgo, dal 26 al 28 luglio, si terrà quello tra la Federazione Russa e i Paesi africani; il vertice dei Brics avrà luogo in Sudafrica, dal 22 al 24 agosto, a Johannesburg (e vi si discuteranno anche le richieste di adesione di vari Stati africani e dell’America Latina); e infine, dal 10 al 13 settembre, a Vladivostok si terrà l’Eastern Economic Forum, creato con decreto presidenziale da Putin nel 2015 per supportare lo sviluppo delle regioni orientali della Federazione Russa e per migliorare la cooperazione internazionale nella regione dell’Asia-Pacifico.
A latere del Forum, infine, l’incontro del Presidente Putin con la delegazione africana guidata dal Presidente sudafricano Cyril Ramaphosa e composta anche dai rappresentanti politici di Zambia, Senegal, Congo-Brazzaville, Uganda ed Egitto, che mira a costruire una ‘road map’ per uscire dal conflitto in Donbass. Nell’occasione, Putin ha mostrato a Ramaphosa e ai politici presenti la bozza di accordo siglata dall’Ucraina nell’incontro di pace, a Istanbul, del marzo 2022 e poi completamente disattesa da Kyiv. Dopo le rivelazioni di Merkel, Hollande e Porošenko sul Trattato di Minsk e quanto accaduto a Istanbul, immaginiamo che questa volta la Russia farà più fatica a fidarsi delle promesse ucraine e occidentali.
(1) Il pezzo originale della Tass: https://tass.com/economy/1634347
(2) Il pezzo originale della Tass: https://tass.com/economy/1631623
(3) Il discorso ufficiale del Presidente Putin tradotto in inglese: http://en.kremlin.ru/events/president/news/71445
(4) Lo stretto di Kerč’ (in Crimea) connette il Mar Nero col Mar d’Azov, separando la penisola di Kerč’ da quella di Taman’
(5) Il nostro articolo sul grano ucraino con la denuncia dell’UNEP, ossia del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente: https://www.inthenet.eu/2023/04/28/lucraina-dei-veleni/
venerdì, 30 giugno 2023
In copertina: Il Logo del Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo, edizione 2023