Il mondo in un click
di Luciano Uggè
A Palazzo Blu, l’esposizione di primavera è dedicata alle fotografie del National Geographic. Fino al prossimo 25 Giugno, oltre alla permanente, alla magnifica dimora nobiliare con arredi d’epoca, alla personale del fumettista, sceneggiatore e regista cagliaritano, Igort, sarà possibile scoprire il mondo che ci circonda attraverso l’obiettivo di alcuni tra i migliori fotografi naturalistici al mondo.
Il percorso della mostra segue un filo cronologico che, dalla formazione del pianeta Terra arriva all’attuale antropizzazione del pianeta – ossia modificazione dello ‘stato di natura’ per renderlo fungibile o compatibile con la vita umana. Prima di addentrarci in tale percorso, però, Stephen Wilkes presenta il progetto Day to Night in cui megaschermi riproducono immagini che sono l’esito della ricombinazione di migliaia di scatti effettuati da una medesima posizione e, che a fronte di un panorama fissato/eternizzato, riproducono momenti di luce e ombra diversi, sovrapposti. L’effetto straniante non è però raggiunto dato che il visitatore non ha panche su cui sedersi per passare il tempo sufficiente, di fronte a ciascuna foto, per cogliere l’elemento ambiguo (come, ad esempio, il movimento delle stelle).
Il percorso in sé parte da Cartoline del passato, dove le foto di impronte o resti fossili si sovrappongono ai fossili reali, racchiusi in teche, che sono probabilmente la maggiore attrazione di queste prime sale. Segue Il pianeta delle meraviglie con alcune splendide fotografie aeree che restituiscono formazioni geologiche coloristicamente pittoriche (dal giallo delle miniere a cielo aperto di zolfo al blu degli estremofili delle sorgenti calde e dei geyser). Ma è la foto della Cueva de Los Cristales, una grotta messicana i cui cristalli sono lunghi fino a dieci metri e imponenti quanto colonne greche – tra i quali gli speleologi italiani paiono scomparire come lillipuziani – che lascia indubbiamente a bocca aperta.
Seguono le foto per le quali il National Geographic è diventato famoso nel mondo, ovvero quelle dedicate al mondo animale. In Infinite forme bellissime guardiamo un puma negli occhi, il cuore (o quasi) di una rana di vetro battere, un pipistrello suggere il nettare di un fiore e un ghepardo correre come una saetta sfidando la legge di gravità. Zuccherosa, al contrario, la foto dell’ultimo rinoceronte bianco settentrionale, in Kenya, fronte contro fronte con il suo guardiano. Considerata una tra le ‘foto iconiche del decennio’ sa eccessivamente di messa in posa. Il rinoceronte bianco non è un cucciolo Disney e il Kenya – dove nel 2019 si parlava addirittura di introdurre la pena di morte per il bracconaggio – ha da anni pene draconiane per chi lo pratichi, da una multa di 200 mila dollari all’ergastolo. Se però i bracconieri non demordono, ci sarà una ragione. Quanti sono i guadagni, quali le alternative lavorative, quali le condizioni di vita e, soprattutto, chi sono i clienti dei bracconieri kenioti? Siamo lontanissimi, in questa foto, dai diktat della Nouvelle Vague che ponevano l’estetica al servizio dell’etica. Questo è, purtroppo, uno dei limiti dei fotografi di National Geographic: tecnicamente eccezionali, ma troppo patinati, precisi e tendenzialmente ‘disneyani’. Non si può restituire l’estinzione della specie e la miseria di un Paese con una innocua ninna-nanna.
La sezione dedicata all’essere umano (in realtà suddivisa in tre parti: Il cammino dell’uomo, La sesta estinzione e Antropocene) restituisce un mondo che, sebbene devastato dal capitalismo, ha la bellezza dell’arte pittorica. Dalla miniera a cielo aperto che rimanda alla Torre di Babele come ai quadri di Bosch a foto a volo d’uccello che rimandano al Kandisnkij tra il 1908 e il 1913, dal paesaggio à la Prigione di sabbia di J. G. Ballard a tutti quei panorami dall’alto che caratterizzano il nostro universo filmico quando si narri di Mumbai o Karachi, Nairobi o Hillside – nei sobborghi di Los Angeles.
Foto tecnicamente impeccabili. Colori sgargianti. La bellezza dell’arte fotografica che si sposa con una natura in technicolor. Ma il fotoreportage abita altrove.
La mostra continua:
Palazzo Blu. Arte e Cultura
Lungarno Gambacorti, 9 – Pisa
fino a domenica 25 Giugno 2023
orari: dal lunedì al venerdì, dalle ore 10.00 alle 19.00; sabato, domenica e festivi, dalle ore 10.00 alle 20:00
Explore. Pianeta Terra
National Geographic Society
venerdì, 2 giungo 2023
In copertina: Parco nazionale del Serengeti, Tanzania. Gnu, zebre e gazzelle migrano nelle pianure del Serengeti, nelle vicinanze di una pozza dove gli animali si fermano ad abbeverarsi. Foto: Stephen Wolkes / Day to Night™ (copyright National Geographic, gentilmente fornita dall’Ufficio stampa di Palazzo Blu)