Prima tappa dell’in progress in e outdoor di Moneyless, Sten Lex e Tellas
di Simona Maria Frigerio
Si è recentemente inaugurato a Palazzo delle Esposizioni, a Lucca, un progetto insieme espositivo e di azione urbana, firmato da tre street artist – con un passato, rispettivamente, nel muralismo, nel writing e nello stencil graffiti.
Moneyless, al secolo Teo Pirisi, classe 1980 – milanese trapiantato a Lucca; Tellas, nome d’arte di Fabio Schirru, nato a Cagliari nel 1985; e Sten Lex – duo che ha ‘debuttato’ in ‘strada’, a Roma nell’ormai lontano 2001. Oggi sono tutti street artist riconosciuti a livello internazionale e, a Lucca, da giugno (oltre ad abitare Palazzo delle Esposizioni, di cui scriveremo) dovrebbero invadere la città murata con le loro installazioni. Già fin d’ora speriamo che non si limitino al centro – fortemente turistico – ma invadano anche le periferie troppo spesso trascurate di questa piccola fortezza medievale, arroccata sui e nei pochi chilometri quadrati circoscritti da Mura tanto imponenti quanto asfissianti.
Tornando a Palazzo delle Esposizioni, il primo piano è dedicato a una collettiva che pone “i lavori dei tre artisti” in dialogo tra loro (come da presentazione).
Per incominciare a muoverci tra poetiche profondamente simili eppure diverse, vediamo di dare al visitatore qualche spunto – un abbozzo.
Notiamo in Sten Lex, soprattutto in Mare industriale, strane affinità con La città sale di Boccioni. Tratti sintetici che ricostruiscono un tracciato dove la linea verticale, spezzando, rimanda all’elettrocardiogramma o al pentagramma, eppure nell’insieme si ha la sensazione di quell’energia magmatica sprigionata da una metropoli che, come in Boccioni, sale (o avanza). Accanto, un papier découpé (tecnica matissiana) astratto.
Blackboard Series di Moneyless è un’installazione che ha un aspetto liminalmente infantile – forse per la scelta del materiale (la lavagna non può che ricordare, almeno alla nostra generazione, la scuola elementare) o anche per quell’intrico di linee che hanno il sapore dell’optical art (molto più accentuato nelle opere al piano superiore) e che, soprattutto in Blackboard 6 (crome ink su ardesia), restituisce una perturbante figura femminile a gambe e braccia incrociate. Illusione ottica? Siamo sulla stessa lunghezza d’onda di Dadamaino o Bridget Riley (fino ai capolavori di Julio Le Parc).
Il colore è appannaggio, in questa sala, di Tellas con il suo trittico, Winter exercise, in tecnica mista su legno, ovvero, quasi un Mimmo Rotella astratto – che usa il collage invece del décollage.
Al secondo piano l’installazione di Monyless (Senza titolo, in ferro smaltato) con la sua proiezione luminosa di una scultura astratta che, ancora una volta, attinge alla storia dell’arte, alla delicatezza di un Alexander Calder, ma anche a esperimenti teatrali, come quelli di Unterwasser (con Maze, 1). Nella sua essenzialità e, grazie alla lentezza e complessità del movimento (ottenuto con un ventilatore e due faretti, che raddoppiano l’immagine), Monyless restituisce un senso di pace.
A questo piano Tellas presenta due chine su carta, White Shades e Carambola, e un acrilico su tela, Spring, dai colori fulgidi. Un tripudio di non figurativo à la Miró, dove l’immagine del seme/bozzolo pare dominare universi/mondo micro-macroscopici: un prato, un corpo umano, una galassia planetaria.
Segue un’installazione composta da più opere di Sten Lex disseminate su varie sale, Mirror, in stencil poster, del 2023 (2). Il risultato, però, non convince. La quilling art, tecnica per certi versi similare così come le opere esposte l’anno scorso a Cartasia (3) sono in grado di restituire un senso nel risultato finale che, qui, al contrario sfugge.
Ancora una sala con vari acrilici su tela a firma Tellas. Vi ravvediamo mondi tra l’organico/naturale e il gusto decorativo del falso papier-collé futurista, dada o cubista; un gusto vietnamita o giapponese, nelle figurazioni; l’illusione del papier décollé del Novecento italiano nel decorativismo; ma anche la libertà di evadere la tela per tornare al muro in Ontario.
Nel salone, Paesaggio industriale XX di Sten Lex (dove la tecnica dello stencil poster funziona, restituendo un una geografia urbana essenziale, insieme futurista à la Sant’Elia e vagamente non figurativista). Sempre degli stessi artisti, Confini e Paesaggio Urbano (dove si respira più fortemente l’optical art). Accanto, Moneyless con Circles Series, un’installazione con dodici tondi in acrilico su legno. In tutti, il rimando a Sol LeWitt è legittimo.
Decisamente più originale, nella medesima sala, un dittico di Tellas del 2016, 3 am, in acrilico e olio su tela. Meno preciso dei successivi (di cui abbiamo scritto sopra) pare un’elaborazione embrionale ma personalissima di temi e figure che torneranno più compiute ma anche stabilizzate, in qualche modo finite e rifinite secondo modelli esteriori. Questo dittico, al contrario, ha in sé l’originalità di una ricerca in fieri, la scomposta compostezza di una creatività che sperimenta, azzarda e ricompone.
Si chiude con Winter Exercise, serie di 15 tavole, tecnica mista su legno, che si avvicina alla prima opera in esposizione – il succitato Winter exercise. Tellas appare ormai normalizzato e in certo senso risolto, manca della fluidità e dell’energia di 3 am. Come se il Covid avesse inquadrato nel ristretto ambito domestico un universo di esperienze ancora in divenire.
Nel mese di giugno torneremo a raccontarvi il progetto, attraverso le installazioni che saranno realizzate/ospitate outdoor.
A Palazzo delle Esposizioni si nota, al momento, un deciso allontanamento dalle tecniche proprie della street art (intese come writing, muralismo, graffiti) e anche dalle valenze politiche e di denuncia della stessa. Un certo ripiegamento verso universi interiori. Molti rimandi a tecniche del Novecento. Risultati, in breve, di un’arte normalizzata, prossima all’estetica del design di arredamento, molto distante dalla carica rivoluzionaria di muralisti quali Rivera o Siqueiros ma anche di un italianissimo, contemporaneo come Blu.
La mostra continua indoor:
Palazzo delle Esposizioni
piazza San Martino 7, Lucca
fino a domenica 25 giugno 2023
orari: da martedì a domenica, dalle ore 16.00 alle 20.00
Labirinto
Moneyless, Sten Lex, Tellas
a cura di Gian Guido Grassi
(1) Il lavoro di Unterwasser al Teatro Cantiere Florida di Firenze: https://www.inthenet.eu/2020/10/16/maze/
(2) A questo link potrete trovare la spiegazione della tecnica utilizzata da Sten Lex: https://wunderkammern.net/sten-lex-stencil-poster-street-art/?lang=it
(3) Cartasia 2022:
venerdì, 26 maggio 2023
In copertina: Foto d’insieme di una tra le sale di Palazzo delle Esposizioni (gentilmente fornita dall’Ufficio stampa della mostra)