Dai green burger ai medici, un percorso semi-serio nell’assurdità dell’esistente
di Simona Maria Frigerio
“La leggerezza è propria dell’età che sorge, la saggezza dell’età che tramonta”. Eppure in tempi di continuo slittamento di senso, anche la massima di Cicerone è passata di moda.
In meno di un lustro siamo stati traghettati dallo scontro generazionale in cui i vecchi – e le loro sudate pensioni – erano un fardello per le nuove generazioni – che, per compiacere gli industriali, versavano sempre meno contributi, faticando a sostenere il carrozzone Inps (oberato anche dagli Enti previdenziali di categoria e professionali indebitati); ai medici in pensione che, ‘eroici’ – durante il primo periodo della pandemia (senza protezioni e senza tenere in conto che la Covid-19 era pericolosa soprattutto per gli anziani e le persone affette da comorbilità) – tornavano al lavoro e morivano. Tra l’altro, tale sacrificio non si sa bene a cosa servisse – dato che le linee guida ministeriali per i pazienti Covid erano paracetamolo e vigile attesa per tre giorni dalla comparsa dei sintomi e poi, in caso di aggravamento (prevedibile in anziani e malati), ricovero in ospedale e intubazione.
Improvvisamente, la narrazione diventò che, per spirito umanitario, tutti dovessero rinchiudersi in casa per salvare i nonnini (abbandonati magari in Case di riposo, nel frattempo adibite all’accoglienza proprio dei malati di Covid ‘a bassa intensità’ – no comment). Poi la stessa narrazione prese un nuovo corso con il gesto di ‘responsabilità collettiva’ di vaccinare anche coloro che non ne avrebbero avuto necessità (giovani, persone sane, bambini, perfino neonati e donne incinte con un prodotto ancora in fase sperimentale) per evitare di contagiare i succitati vecchietti. Salvo poi scoprire che i cosiddetti vaccini tali non erano, in quanto non immunizzanti, e ci si contagiava tutti allegramente con il ‘passaporto verde’.
E infine, in epoca rigorosamente green, ecco i nonnini ridiscendere dal loro piedistallo – vi ricordate il 25 marzo 2020 quando il deputato leghista Daniele Belotti diceva tra le lacrime: “Bergamo sta perdendo i suoi nonni”?
I vecchietti si ritrasformano in mezzi ‘rincoglioniti’ che ne sanno meno del nipotino – il quale cita gli ‘scienziati’ per farsi comprare un green burger!
L’ennesima ‘pubblicità progresso’
Mentre ci raccapezziamo su chi si sia inventato tale cartoon per vendere un prodotto industriale, ci domandiamo anche chi abbia dato la laurea a Greta Thunberg e tolto la loro ad Antonino Zichichi e a Carlo Rubbia. Di fronte a tutto questo green viene da pensare che la prima sia più in linea con le politiche dell’Unione Europea pro-green in ogni senso (dalle tute mimetiche alla farina di grillo), che non i secondi quando affermano che il surriscaldamento globale ha ben altre cause che non sono l’essere umano (1).
Ora, ciò che infastidisce nella narrazione pubblicitaria dei green burger non è solamente il nipote che dà della ‘fessa’ (per i lettori ‘sensibili’ traduciamo: disinformata, dépassé, obsoleta) alla nonnetta. O il fatto che «lo dice la scienza» è un mantra che si è inceppato un po’ ovunque, a misura che sono stati pubblicati i WhatsApp dei vari Ministri alla Salute in epoca Covid – dagli Uk all’Italia (2). Ma anche il contenuto di questi burger ci lascia alquanto perplessi. Infatti, se cotti hanno tutta l’apparenza di un prodotto fatto di carne (e non si comprende il perché se uno è vegano o vegetariano dovrebbe ricercare prodotti simili a quelli che rifiuta) e, inoltre, ‘vantano’ un sapore indefinibile (sebbene sia tecnicamente vegetariano, il burger è in realtà per oltre il 60% a base di piselli ma non sa di purè di piselli!).
Vediamo allora cosa contiene questo green burger – che sarebbe in linea con la ‘scienza’.
In primis, troppo sale. 1,5 gr di sale ogni 100 gr di burger, quando il limite giornaliero individuale, consigliato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, sarebbe meno di 5 grammi, dato che troppo sodio non fa bene all’organismo soprattutto se si è ipertesi o con problemi cardiaci. Poi dei generici ‘aromi naturali’, senza specifica se siano di origine animale o vegetale né da che cosa derivino. Come ironizza Buonissimo (3): “E quel profumo irresistibile delle fragole? Solo estratto di segatura…”. La verità è che i prodotti industriali preconfezionati perdono gran parte dei loro aromi nella lavorazione, e occorre aggiungerne altri che, nella maggior parte dei casi, non hanno nulla a che fare con ciò che stiamo realmente ingerendo – in questo caso soprattutto piselli.
Andiamo avanti. Il green burger (forse il verde è da riferirsi ai piselli, cominciamo a dubitare) contiene altresì metilcellulosa, un addensante che, in elevate concentrazioni, può causare “problemi intestinali, quali gonfiore, costipazione e diarrea, dovuti all’insolubilità di tale prodotto” (come da articoli salute e benessere in rete); oltre al famigerato olio di colza – del quale si pensava di essersi liberati fin dagli anni 70 quando alcuni studi denunciarono che l’acido erucico, ivi contenuto, era tossico a dosaggi elevati, soprattutto a livello cardiaco, in quanto avrebbe causato un aumento dei depositi lipidici nel cuore dei mammiferi usati nella sperimentazione.
E infine, aceto di alcool che non sarebbe adatto all’uso alimentare ma è ideale per la pulizia della casa!
Forse la nonna dovrebbe dire al nipotino o alla nipotina (non siamo certi del gender del cartoon, ma anche questo è in linea con le nuove mode…) di alzarsi dalla panchina e seguirla al mercato per comprare verdure di stagione e legumi e poi per affiancarla, in cucina, a impastare polpette. Magari anche di carne, per chi in famiglia continui a preferirle.
I camici bianchi ‘canuti’ hanno perso la battaglia… ma forse vinceranno la guerra
Passando dalla pubblicità all’informazione, questa volta davvero scientifica, è stato da poco pubblicato, su BioMed, lo studio Early Multi-Target Treatment of Mild-to-Moderate COVID-19, Particularly in Terms of Non-Steroidal Anti-Inflammatory Drugs and Indomethacin di Serafino Fazio e Paolo Bellavite (4).
Non vogliamo entrare nella diatriba sulle terapie domiciliari precoci già più volte affrontata da queste pagine ma, per restare in tema di saggezza canuta, vi vogliamo fare notare l’Introduzione, in cui si legge: “Una malattia non nota doveva essere curata con tutte le armi a nostra disposizione. Le prime e migliori armi per combattere le malattie virali sono i vaccini (sempre che siano efficaci e sicuri) e gli antivirali, e, nel caso di questo virus, medicine che attenuino, se non azzerino, i meccanismi patofisiologici che utilizza per determinare un aggravamento della malattia. Sfortunatamente, dallo scoppio della pandemia, i governi nella maggior parte dei Paesi hanno sposato quasi esclusivamente la linea dei vaccini, persino boicottando, apertamente in alcune nazioni, l’uso razionale di medicine potenzialmente efficaci già sul mercato, seppur con altre indicazioni”. Tra tali farmaci rientravano, ovviamente, gli antinfiammatori non steroidei.
Ora, ciò che è interessante in tale studio (aldilà dei dati sull’efficacia delle terapie domiciliari precoci) è l’indicazione che su come trattare la Covid, si formarono due schieramenti contrapposti, divisi anche da un’appartenenza generazionale: “Due fronti di medici si formarono che la pensavano in maniera completamente opposta. Per la precisione, quelli che si attenevano scrupolosamente alla EBM (5), che rivendicavano, di conseguenza, di non usare farmaci non testati per questa malattia, e quelli, per la maggior parte più anziani, che affermavano che non era etico non trattare la malattia almeno utilizzando medicine già in commercio, che avessero una motivazione razionale basata sui meccanismi farmacologici noti. Ovvero, farmaci che potessero logicamente interferire con la moltiplicazione del virus e contrastare i processi infiammatori e trombotici che erano scatenati dall’infezione, nella speranza di prevenire il peggioramento della malattia, in modo da ridurre le ospedalizzazioni e i decessi” (t.d.g.).
In parole povere, quel binomio scienza/coscienza più volte rivendicato anche di fronte al Tar e al Consiglio di Stato (magari dovuto anche alla maggiore esperienza) contro il muro di gomma di chi si attiene a quanto ‘imposto e provato’ e pare non avere più né le mani libere né le competenze per azzardare nuove teorie (il che è assurdamente anti-scientifico).
Una classe medica italiana che se solo si fosse dimostrata un po’ più umile, si sarebbe accorta che erano arrivati a quelle stesse conclusioni anche gli esponenti della Medicina tradizionale cinese (6). Come scriveva Il Salvagente, già a marzo 2020: “L’Istituto di chimica organica di Shanghai dell’Accademia cinese delle scienze ha condotto esperimenti in vitro e ha scoperto che i componenti chimici dello Xuebijing, che è fatto di estratti di erbe, possono inibire la replicazione e l’infiammazione del virus e prevenire un’eccessiva coagulazione del sangue quando iniettato”. Infiammazione e trombosi.
Inutile, oggi, addurre a discolpa l’impreparazione. Si sarebbe potuto sapere se si fosse voluto. L’ascolto è un’arte ma, nella confusione odierna, sempre meno praticata.
(1) Alleghiamo: GLI SCIENZIATI RUBBIA E ZICHICHI CONTRO LA TEORIA DEL SURRISCALDAMENTO GLOBALE DOVUTO ALL’UOMO
(2) Per i WhatsApp del Ministro britannico Hancock, si legga: https://www.inthenet.eu/2023/03/10/il-gaslighting-e-lo-slittamento-della-percezione-di-realta/. Per quelli del Ministro Speranza, rimandiamo alle inchieste dei colleghi de La Verità
(3) L’interessante articolo sugli aromi naturali: https://www.buonissimo.it/rubriche/15231_Aromi__ma_quanto_sono_naturali_
4) Per leggere lo studio, in versione integrale in inglese: https://www.mdpi.com/2673-8430/3/1/15
(5) EBM, come da Treccani: “La medicina delle prove di efficacia, nota anche come medicina basata sulle evidenze (EBM, Evidence-based medicine), è un metodo clinico ideato per il trasferimento delle conoscenze derivanti dalle ricerche scientifiche alla cura dei singoli pazienti”
(6) L’articolo del 2020 in cui già si parlava di Medicina Tradizionale Cinese e dei buoni risultati riscontrati dai medici cinesi: https://ilsalvagente.it/2020/03/26/pechino-promuove-la-medicina-tradizionale-cinese-per-il-covid-19-loms-ridimensiona/
venerdì, 19 maggio 2023
In copertina: Foto di Sasin Tipchai da Pixabay (solo per uso editoriale)