Galleria Continua punta sulle nuove generazioni
di Simona Maria Frigerio
A San Gimignano si torna a respirare arte anche grazie alle due personali di Rudi Ninov e Ornaghi & Prestinari, in mostra fino al 7 maggio 2023.
La giustapposizione delle sequenze e il loro montaggio espressivo (il cosiddetto montaggio delle attrazioni) di Eisenstein è tra le fonti di ispirazione delle ricerche artistiche di Rudi Ninov. Altro elemento sul quale il giovane pittore e scultore bulgaro ragiona è il colore – e le sue proprietà anche espressive – soprattutto in Untitled (pass the Jinn), una ceramica policroma del 2019, sicuramente tra le sue opere più interessanti in mostra. E ancora, la differenza semantica tra simboli e segni, tra figure plasticamente in movimento in uno spazio liquido e lettere (ovvero segni decodificati) reinterpretati al di fuori e al di là degli schemi ortografici e sintattico-analitici.
In questo spazio (ossia in Galleria Continua) e per questa occasione, come abbiamo potuto verificare chiacchierando con Ninov, l’artista ha potuto per la prima volta affiancare varie opere, nate in momenti e con l’ausilio di materiali diversi, realizzando forse quel montaggio espressivo che traduce le teorie di Eisenstein in un linguaggio artistico proprio, il quale travalica la traduzione del segno in un preciso significato per farsi significato solo grazie al dialogo e al contrasto tra i diversi segni (ovvero le varie opere).
Sempre colloquiando con Ninov, presente il 1° aprile a San Gimignano, abbiamo colto un’altra possibile chiave di lettura o interpretazione di una ricerca che è ancora agli inizi ma può e potrà fluire in diverse direzioni. Ossia l’influenza pop e/o coloristica (ma anche a livello di montaggio delle attrazioni, se si pensa a Fantasia) di Walt Disney. E non paia tale affiancamento (con Eisenstein) blasfemo, visto che i due registi si erano conosciuti personalmente e la stima del sovietico si spinse al punto di scrivere di Disney: “Quest’uomo sembra conoscere non solo la magia di tutti i mezzi tecnici, ma anche gli strati, le immagini, le idee, i sentimenti più reconditi della mente umana”. Tutto ciò è riportato in un saggio, di cui abbiamo conversato con Ninov, scritto tra il 1940 e il 1942 (dieci anni dopo l’infelice esperienza cinematografica a Hollywood del regista sovietico), intitolato semplicemente Disney – uscito in italiano, nel 2017, da Castelvecchi. Un saggio sull’ideatore di Mickey Mouse ma altresì “uno studio tecnico sul cinema d’animazione, un’erudita indagine sulla morfologia della fiaba, una riflessione sociologica sul cinema quale strumento di consolazione e di elevazione per l’uomo moderno”. Ai due protagonisti (l’autore e il soggetto di studio) di questo volume, Ninov si rifa nella continua ricerca di un ritmo/tempo intrinseco a ogni opera e al dialogo tra le opere.
Il ritmo/tempo è del resto un elemento cardine indispensabile al cinema di animazione, ma anche al montaggio intellettuale sovietico e che contraddistinguerà quello russo fino ad Alexander Sokurov e al suo capolavoro, Arca Russa, passando per Andrej Tarkovskij, del quale Manuele Cecconello (1) scriverà: “L’inquadratura in continuità, vale a dire l’immagine in movimento dotata di una durata relativa tale da determinarne (e manifestare la determinazione di) una propria autonomia significante, una intima ragion d’essere motivante il suo statuto e la legittimazione della sua stessa natura, è fatta di tempo in atto”. Scoprire il ritmo intrinseco a ciascuno spazio delimitato (quadro/elemento modulare), che Ninov occupa con segni giustapposti ma, ancor più profondamente, un tempo che fluidamente unisce e divide spazi tra essi dialoganti, è – e immaginiamo continuerà a essere – fulcro della ricerca artistica del giovane bulgaro.
Passando a Ornaghi & Prestinari [già recensiti in passato (2)], qui è il teatro, centrale all’architettura di Galleria Continua che ne ospita le opere, uno dei termini dell’equazione. E quindi, ci troviamo di fronte a una specie di messinscena (come si nota dalla foto qui sopra) che apre il dialogo tra artista e visitatore/spettatore scardinando, però, la posizione dell’uno e dell’altro non solamente nello spazio e nella prospettiva obliqua e destabilizzante ma, soprattutto, nel senso profondo di un messaggio non riconciliato.
Vicino al bergmaniano Scene da un matrimonio o alla riflessione sul sé – tra conscio e inconscio – di Persona, il ‘teatro’ di Ornaghi & Prestinari si fa messinscena del disfacimento della relazione, destabilizzante teatralizzazione del vuoto che può scavarsi anche in situazioni e spazi intimi come un letto.
Il subliminale che può essere spiegato, vista la vocazione da designer di Ornaghi & Prestinari, attraverso teorie più scientifiche che psicanalitiche, come quelle della meccanica quantistica in cui la conoscenza della velocità della particella distrugge la possibilità di determinarne la posizione. Il Principio di indeterminazione di Heisenberg può essere una tra le chiavi di lettura di questo teatro dell’assurdo dove i rimandi all’infanzia (come la ‘casa di bambola’/arco direttamente sul palcoscenico) si rifrangono e approdano – quali onde suggestionali – sulla rena inconscia di un io in evoluzione, in contraddizione, in disequilibrio funzionale.
Una instabilità emotiva – particellare e relazionale – che trova nella concretezza materica, nelle geometrie inaspettate ma precise, una contrapposizione formale che ne esalta, al contempo, la liquidità. Il solipsismo non come forma di conoscenza empirica, che dal corpo parte e nell’individuo si conchiude, bensì come “atteggiamento di chi risolve ogni realtà in sé medesimo” che si traduce in un narcisismo – personale e sociale – che Ornaghi & Prestinari pare contestino nel momento stesso in cui mostrano (o mettono in mostra/scena) i limiti della relazione. Una instabilità ontologica che si ritrova anche in Teso (legno e corda, 2023), e che pare irriducibile. Oppure, ci chiediamo: nel tempo e nelle forme troverà una soluzione a quella dicotomia costitutiva dell’essere, di matrice platonica, e della società, nell’attuale clima di incapacità al dialogo, aprendo finalmente all’altro da sé?
Le esposizioni continuano:
Galleria Continua
via del Castello, 11 – San Gimignano (SI)
fino a domenica 7 maggio 2023
orario: tutti i giorni, dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 19.00
Rudi Ninov
Writing Paintings
Ornaghi & Prestinari
Sbilenco
(1) L’eccellente La forma del tempo. Tempo e temporalità nel cinema di Andrej Tarkovskij di Manuele Cecconello, reperibile in rete e che consigliamo caldamente:
(2) Out of the Box. Arte – Impresa – Territorio, progetto di Ornaghi & Prestinari per il Comune di Santa Croce sull’Arno: https://www.inthenet.eu/2018/05/27/daniel-buren-anish-kapoor-carlos-garaicoa-ornaghi-prestinari/
venerdì, 7 aprile 2023,
In copertina: Rudi Ninov, Writing Paintings, 2023, vista della mostra, Galleria Continua, San Gimignano. Nel pezzo: Ornaghi & Prestinari, Sbilenco, 2023, vista della mostra, Galleria Continua, San Gimignano. Entrambe le foto di: Ela Bialkowska, OKNO Studio.