In Calabria la rivoluzione culturale comincia dalla scuola
di Lorena Martufi
Se insegnare è un atto coraggioso, dirigere una scuola è un atto eroico. E non è una questione geografica, come ci insegna l’episodio della docente d’arte licenziata in Florida per aver mostrato agli alunni il David di Michelangelo. È una questione di intelligenza, di pensiero, di capacità di elaborare visioni a lunga scadenza che possano offrire alternative valide a contesti di povertà educativa e di linguaggio, che sempre più si affacciano nelle case e nelle aule di famiglie e scuole di tutto il mondo, come conseguenze di una società liquida – quest’ultima già descritta dal sociologo Zygmunt Bauman, che vi ravvedeva lo smarrimento della post-modernità che ci caratterizza, ma che non ci appartiene.
Le complessità del nostro tempo di cui gli adolescenti sono vittime e protagonisti allo stesso tempo rendono il nostro mondo non solo affascinante, ma anche estremo, banalizzato, indagato superficialmente, spesso anche da noi insegnanti ed educatori, che non sempre riusciamo a restituirgli poliedricità, pensiero critico, lucidità e spessore intellettuali, considerando tutte le possibilità di conoscenza che continua, nonostante tutto, a offrire per essere cambiato.
In contesti, poi, dove l’abbandono scolastico e l’analfabetismo di ritorno sono ospiti inquietanti, le sfide crescono e la capacità di elaborarle con progetti che non siano solo quelli proposti dal sistema tradizionale richiede talento, intuizione, preparazione e coraggio, soprattutto se si investe in quella ‘classe creativa’ che possiede, secondo l’economista americano Richard Florida, la chiave per riscrivere le leggi del mondo che governeranno le società future.
Non si tratta, quindi, soltanto di insegnare i codici della bellezza, che definiscono i valori dell’umanesimo e delle civiltà del passato e di quelle a venire, ma anche e soprattutto che chi ha potere – nei contesti dove si gioca la partita della conoscenza e dell’istruzione – sia dotato non solo di senso estetico, capacità imprenditoriali e pensiero critico quanto visionario, ma anche in grado di tracciare la strada alla rivoluzione culturale di cui da tempo si parla e che sta cominciando. A proposito, si ricordi che lo avevano già compreso i nostri maestri – uno fra tutti, Philippe Daverio. E la rivoluzione culturale può partire dal Sud, a casa nostra, nella scuola Vincenzo Tieri di Corigliano Calabro, in provincia da Cosenza, a due passi da Sibari, colonia magnogreca di bellezza eterna, quanto spesso decadente. Poco distanti gli scavi archeologici che ci rendono famosi nel resto del mondo, per cui siamo ancora greci, tutti, comunque, diversamente eroi che restano per continuare a scrivere la storia delle arti, senza dimenticarla, anzi, scrivendo anche quella del presente.
Comincia così la rivoluzione: da un libro meravigliosamente moderno, essenziale, sobrio, intelligente e interattivo che tiene il passo con la tecnologia e parla chiaro, Prima la Musica! (Lattes editore), il quale dà origine a un incontro fortemente voluto dal dirigente della Tieri, il dottor Giovanni Aiello, classe 1979, che rappresenta per questi luoghi e per la nostra storia quello che Peter Sellars, regista di diverse opere di Mozart, ha rappresentato per il Bronx: una benedizione. Musicista, violinista d’eccezione, laureatosi a soli 19 anni presso il Conservatorio di Cosenza, ha affiancato, nel corso della sua formazione, la passione per la musica a quella per la scienza. Docente di musica, da qualche anno ha intrapreso la carriera di dirigente scolastico dove raccoglie la sfida musicale, in primo luogo, facendo sì che le scuole che dirige si distinguano per questa particolare vocazione – e non solo. Aiello ci riesce perché sa districarsi tra i tanti procedimenti burocratici e, soprattutto, in quanto uomo di pensiero fuori dagli schemi, esempio straordinario per gli alunni e faro della scuola, attento alle esigenze e ai bisogni non solo del personale scolastico, ma dell’intero sistema e delle nuove generazioni.
«È importante portare avanti motivazione, emozione, inclusione, che significa stare insieme, emozionarsi, vivere. Ci siamo ri-accordati, ricostruendo un’armonia che è stata vissuta con un ruolo attivo, anche da parte mia, nel mondo della musica. La cosa più importante è il messaggio musicale che vogliamo far passare ai nostri studenti. È possibile diventare grandi professionisti, dal mondo formativo a quello sociale, come musicisti, concertisti, compositori, se soltanto ci crediamo. Perché sulla riscoperta dei talenti si gioca la partita del futuro». Così Aiello dal tavolo dell’incontro che ha presieduto presso l’Aula Magna dell’Istituto Tieri, giovedì 29 marzo. Un’iniziativa che ha preso il nome dal libro Prima la Musica!, di Nicola Campogrande, conosciuto a livello internazionale in qualità di compositore, direttore artistico, critico musicale e conduttore radiofonico e televisivo, ospite dell’iniziativa, nata su invito scaturito da una proposta editoriale del direttore Paolo Tartaglino, seduto tra i relatori, a uno dei compositori più colti e raffinati della scena musicale.
Un progetto ambizioso, articolato, che consiste nell’ideazione di un corso di musica per la scuola secondaria di primo grado, attraverso il quale gli studenti possono fare esperienza della musica con il medesimo entusiasmo che vivono a livello personale. Pensato per includere una parte altamente digitale e interattiva, il libro consta di 250 basi musicali, registrate da vari musicisti e dall’orchestra dei Pomeriggi Musicali diretta da Alessandro Cadario. Le basi, adattate in chiave semplificata per essere cantate e suonate dai ragazzi, provengono da diversi repertori. Per il pop-rock è stata scelta la band di Elio e le Storie Tese con i musicisti convocati appositamente per suonare a scuola, nella tonalità facile. Per la musica da camera, in occasione della pandemia, è stato coinvolto il Trio Debussy che ha dato la possibilità a migliaia di studenti di apprezzare il genere e di eseguire brani che mai avrebbero creduto di cantare. Un meccanismo che sembra complicato ma non lo è, in quanto programmato in modo digitale per essere accessibile potenzialmente a tutti.
Il progetto è stato spiegato direttamente dal Maestro Campogrande: «È la cosa più complessa che abbia mai fatto e vi assicuro che ho scritto delle cose veramente difficili. Ma l’idea che si dovesse offrire il massimo per la prima volta e che un mondo di musicisti che non lavorano nel campo educativo si mettesse al servizio della scuola erano sfide importanti. Adesso possiamo contare su una comunità estesa composta di concertisti e insegnanti, che sono musicisti come me, i quali fanno sì che le cose possano cambiare». Un modo completamente nuovo e rivoluzionario di studiare la musica con un linguaggio aggiornato come quello di Tik Tok, di cui è stato capace Campogrande dall’inizio alla fine del corso, come per l’intera stesura del libro, mosso dall’amore per la bellezza – che non sempre ci rende capaci di parlare.
Il libro e l’incontro ci hanno permesso, al contrario, di ascoltare alcuni brani studiati ed eseguiti ottimamente dai ragazzi dell’Istituto Tieri, preparati e guidati dal professor Francesco Cimino. Dopo l’Inno d’Italia al flauto dolce, il coro della scuola curato dal professor Francesco Verardi ha cantato uno tra i brani più famosi dei Beatles, Let it be, emozionando tutti. L’evento, riuscitissimo e partecipato – con la presenza di oltre settanta docenti di musica della Provincia di Cosenza – è servito a mettere in luce un tema attuale e urgente: la necessità di considerare la musica, regina tra le arti, non più una Cenerentola scolastica ma materia dotata di almeno pari, se non superiore dignità rispetto alle altre. Questo grazie alle sinergie di tutti gli attori coinvolti e alla peculiarità del lavoro di Campogrande, presentato in ogni suo aspetto anche tramite le digital board dell’istituto.
La Calabria, ancora una volta, si dimostra capace di tenere le fila del dibattito culturale contemporaneo, non solo nei linguaggi della scena teatrale, ma anche nelle aule didattiche, che diventano sede di incontri con personalità rappresentative del mondo intellettuale, ospitate come riferimenti culturali affermati, che presentano i loro percorsi e le loro idee a docenti ed educatori per formarli ma altresì per confrontarsi, per fare ed essere comunità, al di là di ruoli e di confini, nell’urgenza di cambiare e di allargare la domanda, l’offerta e la fruizione culturale.
venerdì, 31 marzo 2023
In copertina: Foto di Francesco Verardi. A sinistra, la locandina dell’evento. A destra in alto, da sinistra: Giovanni Aiello e Nicola Campogrande. In basso, sempre da sinistra: Gianfranco Benvenuto, Giovanni Aiello, Nicola Campogrande, Paolo Tartaglino e Daniele Golinelli