La perfezione, semplicemente
di Simona Maria Frigerio
Decisamente troppo facile scrivere una recensione quando si tratta di Alonzo King: : il genio della coreografia contemporanea nelle braccia e nelle gambe di alcuni tra i migliori danzatori al mondo.
La sua maestria di coreografo unita al talento della sua troupe è tale che tutto, in scena, funziona alla perfezione – entrate e uscite, passi a due, diagonali, quadri d’ensemble. E tutto sembra facile perché per quei mostri della danza che piroettano a una velocità che fa dubitare indossino i pattini o lanciano spaccate a 180° quasi il loro corpo fosse di gomma, hanno alle spalle un tale bagaglio di studi, esperienza, ore di esercizio, tecnica e allenamento da fare impallidire – o meglio, da farci credere che se salissimo anche noi su quel palco, potremmo imitarli senza problemi.
Per coloro che sono abituati ai poveri talenti da piccolo schermo o, al contrario, agli schemi rigidi da balletto dell’Ottocento, l’Alonzo King Lines Ballet è un’esperienza sconvolgente. L’espressività che può raggiungere il corpo in movimento attraverso una coreografia eminentemente astratta è incredibile: lo dimostra il passo a due Splash, dove Drew Jacoby e Rubinald Pronk, in costumi balneari che rimandano all’epoca delle comiche, si sfidano in una danza tanto ineccepibile tecnicamente quanto comunicativo divertissement.
La plasticità dei quadri d’insieme si stempera in chiaro-scuri scultorei, alcuni duetti come quello che contrappone Meredith Webster a Laurel keen in Daqqa Marrakchiya (11° quadro di The Moroccan Project) o il passo a due di Yu Jin Kim e Keelan Whitmore in Wheel in the Middle of the Field rasentano la perfezione, mentre la pantomima danzata da Ashley Jackson con tre membri della compagnia – terz’ultimo quadro di The Moroccan Project – strappa più di un sorriso perché la danza è anche questo: un’incredibile esperienza emotiva che può coinvolgere totalmente – rincorrendo la scala emozionale dalla commozione alla risata liberatoria fino alla scarica energetica degli ensemble finali.
Sala gremita, applausi a scena aperta, standing ovation: in breve, cronaca di un successo annunciato.
Lo spettacolo si è tenuto nell’ambito del Festival MilanOltre:
Teatro Elfo-Puccini – Sala Shakespeare
corso Buenos Aires 33 – Milano
Alonzo King Lines Ballet presenta:
Wheel in the Middle of the Field – Prima europea
musiche Georg Friedrich Händel, Richard Strauss, Gabriel Fauré, Johannes Brahms, John Sheppard, Reynaldo Hahn, Franz Schubert
eseguite da I membri del programma Adler Fellows della San Francisco Opera (Sara Gartland soprano, Maya Layhani mezzo-soprano, Ryan Belongie controtenore, Austin Kness baritono, Allen Perriello accompagnatore musicale)
coreografia Alonzo King
luci Axel Morgenthaler
costumi Robert Rosenwasser e Sandra Woodall
(durata 40 minuti)
Splash – Prima europea
musiche Nino Rota, Francis Poulenc, Leslie Stuck
coreografia Alonzo King
luci Patricia Mahoney
costumi Robert Rosenwasser
con Drew Jacoby (artista ospite) e Rubinald Pronk (artista ospite)
(durata 7 minuti)
The Moroccan Project
musiche El Hamideen
coreografia Alonzo King
ideazione Robert Rosenwasser
luci Axel Morgenthaler
scene Axel Morgenthaler
costumi Colleen Quen e Robert Rosenwasser
(durata 40 minuti)
La compagnia Alonzo King Lines Ballet (in ordine alfabetico): Christopher Bordenave, David Harvey, Ashley Jackson, Laurel Keen, Yu Jin Kim (artista ospite), Michael Montgomery, Corey Scott-Gilbert, Meredith Webster, Keelan Whitmore, Ricardo Zayas
venerdì, 31 marzo 2023 (la recensione riguarda lo spettacolo del 20 novembre 2010, in originale in Anche i critici nel loro piccolo…)
In copertina: Alonzo King Lines Ballet (una tra le fotografie utilizzate nel 2010 per pubblicizzare il focus dedicato da MilanOltre alla Compagnia)