Passato e presente dal Giappone all’Europa
di La Redazione di InTheNet
Le terme sono un piacere che apporta benefici e tale è riconosciuto fin dall’epoca minoico-micenea. Fu però solamente durante la Repubblica Romana che si diffuse l’uso dei bagni – privati e pubblici – grazie anche all’impegno economico delle amministrazioni nella costruzione di edifici termali, i cui resti sono giunti fino a noi.
Gli antichi greci e, poi, i romani riscaldavano i pavimenti e le pareti. Si utilizzava l’aria calda prodotta da braci di legna che poi si convogliava, attraverso imboccature denominate ipocausti, nelle varie sale. Se nel frigidarium romano si trovavano le piscine di acqua fredda, il tepidarium era la sala tiepida o intermedia, in cui ci si preparava alla sudorazione del calidarium.
Mentre greci, orientali e romani usavano, quindi, bagni di vapore umidi, ossia i bagni turchi (con temperature tra i 30 e i 50°C e un’umidità che oggi può raggiungere il 100%), spostandosi di latitudine, in Finlandia, i bagni di vapore erano (e sono) secchi. Le saune, in seguito diventate di uso comune anche da noi, in Italia, raggiungono temperature molto più elevate (dai 60 ai 90°C) mentre l’umidità scende al 15%.
Oggi si sa che entrambi – bagno turco e sauna – aiutano a espellere le tossine, a rilassare la muscolatura, a purificare la pelle dalle impurità. Espellendo molti liquidi, qualcuno il giorno dopo potrà pensare di essere dimagrito, ma non è così. Reidratarsi abbondantemente dopo tali pratiche è indispensabile – essenzialmente con acqua ma anche con spremute di frutta o centrifughe di verdura senza aggiunta di zuccheri. Così come è necessario fare una doccia tiepida prima di entrare, per facilitare la sudorazione, e una fredda dopo (partendo dai piedi ed evitando gli shock termici). Sebbene siano un toccasana, vanno evitati nei primi due giorni mestruali, in caso di cardiopatie, se si porta il pace-maker e se si soffre di pressione alta non compensata.
Le terme non sono, però, solamente bagni di vapore, bensì anche piscine naturali o artificiali con acque ricche di minerali.
Spostandosi, questa volta, su un altro meridiano possiamo scoprire gli onsen, i bagni termali della tradizione giapponese le cui acque provengono da fonti naturali calde e contengono sostanze che possono migliorare l’aspetto della pelle e alleviare i sintomi di varie patologie. Una curiosità è che fino al 1868, quando prese avvio il Rinnovamento Meiji – che passò il potere dagli shōgun all’Imperatore – volendo adeguarsi agli usi occidentali, i giapponesi vietarono i konyoku (bagni misti) per adeguarsi alla nostra pruderie.
In Europa, la città dove le terme sono tuttora una pratica quotidiana – non confinata a spa di lusso o a bambini e anziani affetti da patologie respiratorie – è Budapest. Le terme Lukàcs, ad esempio, nella zona di Pest, erano già in uso nel medioevo e il complesso era edificato in stile moresco (anche se ormai la gran parte degli edifici ha subito rimaneggiamenti e vi si nota l’impronta razionalista del socialismo sovietico).
Qui ciò che conta sono le acque termali, con temperature che variano dai 21 ai 49°C, e che contengono magnesio, idrocarburi e idrogeno; mentre quelle più calde fluoruro, cloruro e zolfo. Proprio grazie ai minerali naturalmente disciolti nelle acque, sono utilizzate nella cura delle infiammazioni croniche della spina dorsale, nelle artriti e nelle malattie reumatiche.
Un’altra località famosa per i suoi impianti termali, in Europa, abbastanza accessibile geograficamente ma non più alla portata di tutti i portafogli, è Rogaška Slatina, non lontana da Maribor, adagiata tra dolci colline e boschi, incantevole – nella stagione invernale – quando è interamente imbiancata di neve. L’acqua della zona si chiama Donat e contiene una concentrazione molto elevata di magnesio (oltre a oligoelementi quali calcio, solfato, idrogeno e anidride carbonica), il che la rende utile nella prevenzione di aritmie cardiache e nella regolarizzazione della pressione sanguigna, nella riduzione del livello di colesterolo nel sangue e della formazione di calcoli renali, ma anche nella prevenzione dell’osteoporosi e delle ulcere gastriche.
Come altre città termali (da Bath, in Gran Bretagna, a Baden, una sottile striscia svizzera tra Francia e Germania) Rogaška è fiorita nell’Ottocento, quando divenne sede di villeggiatura e ospitò persino la famiglia imperiale degli Asburgo. Nel XIX secolo il termalismo divenne una moda per borghesi, letterati e aristocratici. Tra i saloni dei grand hotel e i casinò, la classe benestante si trastullava immaginando di comprarsi l’eterna giovinezza o quella salute che minava soprattutto la tisi. Per riassaporare il clima del tempo e le sue contraddizioni, rimangono le pagine de Il giocatore di Dostoevskij in cui le atmosfere ‘salubri’ della fittizia città termale tedesca di Roulettenburg, si mescolano con la ludopatia del protagonista. Cambiando genere ma non atmosfere, indimenticabili restano le immagini di uno tra i capolavori della nouvelle vague, L’anno scorso a Marienbad (città termale della Repubblica Ceca), di Alain Resnais.
venerdì, 24 marzo 2023
In copertina: Terme Romane, G.B., foto di Loseitlady da Pixabay (gratuita da usare sotto la licenza Pixabay )