A fatica verso il progresso, la Comunità valenciana resta indietro
di Noemi Neri (traducción en castellano a pie de página)
La Spagna fa un passo (falso) in avanti verso la civiltà con la nuova Legge di Protezione del diritto e del benestare degli animali. Una riforma del regime giuridico che riguarda la Legge 17/21 del 15 Dicembre, della quale già avevo accennato parlando della tradizione della Colombicoltura. (https://www.inthenet.eu/2022/02/25/colombicoltura-una-bandada-de-palomas-de-colores/)
Per quanto possa sembrare sconcertante, fino a oggi, non era reato prendere a calci o lapidare un animale selvatico, ma attenzione, non è tutto oro quello che luccica. Vediamo dunque quali sono i presupposti di questa legge.
Il Bollettino Ufficiale delle Corti Generali riporta come la necessità di garantire la protezione degli animali riconoscendoli come esseri dotati di sensibilità di cui difendere i diritti, sia partita dal basso. Le Comunità Autonome e i Comuni si sono fatti portavoce della crescente sensibilizzazione della cittadinanza che richiede lo sviluppo di normative sulla protezione degli animali, sul loro benessere e il rifiuto del loro maltrattamento.
Il concetto di ‘benessere animale’ viene definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come “lo stato fisico e mentale di un animale in relazione alle condizioni in cui vive e muore”. L’articolo 13 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea stabilisce che nell’attuazione delle politiche di protezione e cura degli animali, si deve tener conto che essi sono esseri senzienti.
Garantire il benessere degli animali non riguarda tanto le condizioni che vengono loro offerte, piuttosto ne regolamenta le condizioni di vita seguendo la tutela della loro dignità da parte della società. In Spagna una famiglia su tre convive con almeno un animale domestico: sono più di tredici milioni quelli registrati e identificati, nonostante ciò, moltissimi non sono dichiarati, rendendo quindi più difficile il loro controllo e tutela. Si tratta di un aspetto molto importante soprattutto alla luce del fatto che la Spagna è uno dei principali Paesi di origine e di destinazione del commercio illegale di animali da compagnia nell’Unione Europea. La legge disciplina le norme di ingresso con animali, per quelli da compagnia è necessario il rispettivo passaporto europeo, se poi sono destinati a un’altra persona, a un’impresa di allevamento o commercio, sono necessari ulteriori documenti, ma al confine ci sono i controlli? Lasciamo le perplessità per dopo.
Andando nel dettaglio rispetto alle principali novità: si stabilisce l’obbligo per le amministrazioni di dotarsi di protocolli per il trattamento degli animali in situazioni di emergenza anche con centri pubblici affinché l’assistenza non resti un’iniziativa solo privata o degli enti no-profit. Vengono regolamentate le condizioni per tenere gli animali da compagnia sia in casa che negli spazi aperti e, in particolare per i proprietari di cani, vi è l’obbligo di completare un corso di formazione per la cura e la gestione dell’animale. Viene introdotto il concetto di gatto di comunità, ovvero le colonie feline randagie saranno ridotte attraverso la progressiva sterilizzazione e castrazione. Parallelamente verranno fatte campagne contro il maltrattamento e l’abbandono degli animali. Viene maggiormente regolamentato l’allevamento, decretando la fine degli allevamenti privati di volatili, per esempio, e il commercio di animali, i quali non potranno più essere esposti nelle vetrine; sarà inoltre stabilita una lista degli animali considerati da compagnia. Per quanto riguarda il loro utilizzo nei film, pubblicità, teatro, arti sceniche, occorre privilegiare l’utilizzo di alternative tecnologiche che non comportino l’uso degli stessi e dove non sia possibile, oltre alla richiesta di un permesso alla Comunità Autonoma, sarà necessaria la presenza di un veterinario. È vietato l’utilizzo di animali nelle fiere, spettacoli circensi o feste quando le temperature sono troppo alte o quando ci sono effetti pirotecnici.
Tra gli obiettivi di questa legge vi è indubbiamente quello di implementare i meccanismi giuridici al fine di promuovere la protezione degli animali e prevenirne l’elevato livello di abbandono. Il testo riporta: “La proprietà di un animale domestico deve essere accompagnata da una responsabilità commisurata alla cura che deve essere prestata all’animale”. Di fatto, per lo sviluppo di questa normativa è stato introdotto un gruppo di ricerca universitario che lavori costantemente sul miglioramento del benessere degli animali.
Tra le altre novità, entro un anno il Governo si impegna a redigere un documento con le raccomandazioni sui principi etici e le condizioni di protezione degli animali che devono essere rispettati nella ricerca clinica veterinaria, come previsto dal Regio Decreto 1157/2021 del 28 dicembre.
Sulla carta sarebbe encomiabile se non fosse che parlare di diritti ha senso quando questi riguardano tutti. Una grave mancanza di questo nuovo progetto di legge è l’esclusione dal testo dei cani da caccia. La Presidente nazionale di Pacma (partito animalista che difende i diritti degli animali, l’ambiente e la giustizia sociale), Javier Luna ha accusato il governo di “essere a favore della lobby della caccia”: scandaloso, di fatto, che alcuni cani siano esclusi da una riforma che riguarda i diritti degli animali. “A scopi elettorali hanno deciso di portare avanti questa legge, che è una vera aberrazione. I cacciatori in Spagna hanno più di un milione di cani che vivono in una situazione deplorevole”, ha sottolineato Luna. Un’esclusione che ha suscitato proteste cittadine in tutta la nazione e che è una vera vergogna ingiustificabile.
Rispetto a tutti i provvedimenti previsti, si resta un po’ perplessi sui tempi necessari perché questi siano recepiti e condivisi da tutti. Il primo motivo riguarda il fatto che in seguito all’approvazione di alcuni emendamenti, il progetto di legge arriva grazie a un solo voto al Congresso dei Deputati per l’approvazione finale. Parallelamente è in atto la riforma del Codice penale per il maltrattamento degli animali, la quale comporta novità anche nelle sanzioni. Per le infrazioni gravi, per esempio, la multa va da 51 mila euro a 200 mila euro. Provvedimenti legislativi che riguardano il rispetto e la tutela degli animali non dovrebbero avere colore politico, eppure le novità apportate sono state volute fortemente da partiti di sinistra e ostacolate da rappresentanti di estrema destra, i cui mezzi di comunicazione hanno diffuso varie bufale tra cui la depenalizzazione della zoofilia, il divieto di tenere criceti in casa o il carcere per l’uccisione di un topo. La senatrice di Vox (partito di destra) Yolanda Merelo sostiene che “dare diritti agli animali non ha alcuna collocazione legale” in quanto il concetto di diritto si lega a quello di obbligo, cosa che non può essere richiesta agli animali. Dall’altra parte, il Ministro per i Diritti Sociali Ione Belarra ha affermato che “chi si oppone a questa legge è dalla parte di chi maltratta gli animali”.
L’Associazione internazionale Aviornis Ibérica, che si dedica alla promozione dell’allevamento di uccelli selvatici a scopo di conservazione, ha già iniziato la raccolta firme per richiedere l’abolizione della legge prima ancora che venga ufficialmente approvata (https://www.libertaddigital.com/ciencia-tecnologia/ciencia/2023-03-08/aviornis-iberica-celebra-su-congreso-internacional-reivindicativo-contra-la-ley-animalista-que-prohibira-su-actividad-6993436/).
La senatrice Nerea Ahedo Ceza, del Partito Nazionalista Basco, ha denunciato che il governo sta invadendo le competenze delle regioni autonome. A questo proposito è bene sottolineare che le competenze in materia di benessere degli animali sono trasferite a queste ultime: dunque, la normativa autonoma può prevalere sulla legge nazionale. È il caso della Comunità valenciana dove i socialisti Unidas Podemos y Compromís hanno approvato una serie di norme in netta contraddizione con la legge nazionale. Gli esercenti potranno, per esempio, continuare a esporre e vendere animali nei negozi, in virtù dell’articolo 19 della legge comunitaria che stabilisce i “requisiti dei canili e degli esercizi pubblici che vendono animali da compagnia”. In merito all’elenco positivo che la legge di Belarra introduce, il ministero regionale competente fa sapere che “rivedrà l’elenco delle specie e i requisiti e le condizioni per la vendita di ciascuna di esse entro due anni”, senza fretta insomma. La Comunità valenciana continua a permettere la vendita di animali tramite internet, attività completamente proibita invece dalla legge nazionale; dall’altra parte, i cani da caccia valenciani sono inclusi nella legge che ne disciplina il loro benessere.
Le comunità autonome devono adattare la loro legislazione alla legge nazionale, ma fino a quando non lo faranno, nelle aree in cui detengono la competenza, le loro normative prevalgono sulle nazionali.
Restando in Comunità valenciana, che dire delle Fallas (https://www.inthenet.eu/2022/03/25/valencia-la-fenice-che-rinasce-dal-fuoco-delle-fallas/) in merito al rispetto degli animali? Un tema che lasciamo per un prossimo articolo.
Per approfondire:
Ley Orgánica 10/1995, de 23 de noviembre, del Código Penal
https://www.boe.es/eli/es/lo/1995/11/23/10/con
BOLETÍN OFICIAL DE LAS CORTES GENERALES Congreso de los diputados
https://www.congreso.es/backoffice_doc/prensa/notas_prensa/96099_1675693858550.pdf
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Traduzione in castigliano
di Noemi Neri
España: Bestialidad legislativa en materia de bienestar animal
Con dificultad para progresar, la Comunidad Valenciana se queda atrás
España da un (falso) paso hacia la civilización con la nueva Ley de Protección del Derecho y Autorización de los Animales. Una reforma del régimen jurídico que afecta a la Ley 17/21, de 15 de diciembre, que ya había mencionado al hablar de la tradición de la Colombicultura (https://www.inthenet.eu/2022/02/25/colombicoltura-una-bandada-de-palomas-de-colores/).
Por desconcertante que parezca, hasta ahora no era delito patear o apedrear a un animal salvaje, pero cuidado, no es oro todo lo que reluce. Veamos pues cuáles son los requisitos de esta ley.
El Boletín Oficial de las Cortes Generales recoge cómo la necesidad de garantizar la protección de los animales, reconociéndolos como seres sintientes cuyos derechos deben ser defendidos, partió desde la base. Las Comunidades Autónomas y los Ayuntamientos se han convertido en portavoces de la creciente concienciación de la ciudadanía que demanda el desarrollo normativo sobre la protección de los animales, su bienestar y el rechazo a su maltrato.
El concepto de “bienestar animal” es definido por la Organización Mundial de la Salud como “el estado físico y mental de un animal en relación con las condiciones en que vive y muere”. El artículo 13 del Tratado de Funcionamiento de la Unión Europea establece que, al aplicar las políticas de protección y cuidado de los animales, debe tenerse en cuenta que son seres sensibles.
Garantizar el bienestar de los animales no tiene tanto que ver con las condiciones que se les ofrecen, sino con la regulación de sus condiciones de vida tras la protección de su dignidad por parte de la sociedad. En España, una de cada tres familias convive con al menos un animal de compañía, más de trece millones están censados e identificados, a pesar de ello, un gran número no son declarados, dificultando así su control y protección. Esto es muy importante, sobre todo teniendo en cuenta que España es uno de los principales países de origen y destino del comercio ilegal de animales de compañía en la Unión Europea. La ley regula las normas de entrada con animales, para los animales de compañía se exige el respectivo pasaporte europeo, si van destinados a otra persona, a una empresa de cría o de comercio, se exigen documentos adicionales, pero ¿hay controles en la frontera? Dejemos la perplejidad para más adelante.
Entrando en detalle respecto a las principales novedades: se establece la obligación de que las administraciones dispongan de protocolos para el tratamiento de animales en situaciones de emergencia también con centros públicos, para que la asistencia no quede en una iniciativa puramente privada o sin ánimo de lucro. Se regulan las condiciones para la tenencia de animales de compañía tanto en el interior como en el exterior y, en especial para los propietarios de perros, se establece la obligación de realizar un curso de formación para el cuidado y manejo del animal. Se introduce el concepto de gato comunitario, es decir, se reducirán las colonias de felinos callejeros mediante la esterilización progresiva. Al mismo tiempo, se llevarán a cabo campañas contra el maltrato y el abandono de animales. Se regulará aún más la crianza de ganado, poniendo fin a las granjas avícolas privadas, por ejemplo, y al comercio de animales, que ya no podrán exhibirse en los escaparates de las tiendas; también se establecerá una lista de animales considerados como mascotas. En cuanto a su utilización en cine, publicidad, teatro, artes escénicas, se deberá dar preferencia al uso de alternativas tecnológicas que no impliquen la utilización de animales, y cuando esto no sea posible, además de solicitar un permiso a la Comunidad Autónoma, se exigirá la presencia de un veterinario. Se prohíbe la utilización de animales en ferias, espectáculos circenses o fiestas cuando las temperaturas sean demasiado elevadas, cuando haya efectos pirotécnicos.
Uno de los objetivos de esta ley es, sin duda, poner en marcha mecanismos legales para promover la protección de los animales y prevenir el alto nivel de abandono de los mismos. El texto dice: “La tenencia de un animal de compañía irá acompañada de una responsabilidad acorde con los cuidados que se le deban dispensar”. De hecho, para el desarrollo de esta legislación se creó un grupo universitario de investigación que trabaja de forma continua en la mejora del bienestar animal.
Entre otras novedades, en el plazo de un año el Gobierno se compromete a elaborar un documento de recomendaciones sobre los principios éticos y las condiciones de protección animal que deben respetarse en la investigación clínica veterinaria, tal y como establece el Real Decreto 1157/2021, de 28 de diciembre.
Sobre el papel esto sería loable si no fuera porque hablar de derechos tiene sentido cuando afectan a todos. Una grave carencia de este nuevo proyecto de ley es la exclusión de los perros de caza del texto. El presidente nacional de Pacma (partido por los derechos de los animales, el medio ambiente y la justicia social), Javier Luna, acusó al Gobierno de “estar a favor del lobby de la caza”, un hecho escandaloso que unos perros queden excluidos de una reforma que afecta a los derechos de los animales. “Con fines electoralistas han decidido sacar adelante esta ley, que es una auténtica aberración. Los cazadores en España tienen más de un millón de perros viviendo en una situación deplorable”, subrayó Luna. Una exclusión que ha desatado protestas en todo el país y que supone una vergüenza injustificable.
Con respecto a todas las medidas previstas, me sigue causando cierta perplejidad el tiempo que tardan en ser aceptadas y compartidas por todos. La primera razón tiene que ver con el hecho de que, tras la aprobación de una serie de enmiendas, el proyecto de ley llega al Congreso de los Diputados para su aprobación definitiva sólo gracias a un voto. Al mismo tiempo, está en marcha la reforma del Código Penal por maltrato animal, que también conlleva cambios en las penas. Para los delitos graves, por ejemplo, la multa pasa de 51.000 euros a 200.000 euros. Las medidas legislativas relativas al respeto y la protección de los animales no deberían tener color político, sin embargo, los cambios introducidos han sido muy deseados por los partidos de izquierda y obstaculizados por los representantes de la extrema derecha, cuyos medios de comunicación han difundido diversos bulos como la despenalización de la zoofilia, la prohibición de tener hámsters en casa o penas de cárcel por matar a un ratón. La senadora de Vox (partido de derechas) Yolanda Merelo sostiene que “dar derechos a los animales no tiene cabida jurídica” porque el concepto de derecho está ligado al de obligación, que no se puede exigir a los animales. Por su parte, la ministra de Derechos Sociales, Ione Belarra, afirmó que “quienes se oponen a esta ley están del lado de quienes maltratan a los animales”.
La Asociación Internacional Aviornis Ibérica, que se dedica a promover la cría de aves silvestres con fines de conservación, ya ha empezado a recoger firmas para exigir la abolición de la ley incluso antes de que se apruebe oficialmente (https://www.libertaddigital.com/ciencia-tecnologia/ciencia/2023-03-08/aviornis-iberica-celebra-su-congreso-internacional-reivindicativo-contra-la-ley-animalista-que-prohibira-su-actividad-6993436/).
La senadora Nerea Ahedo Ceza, del Partido Nacionalista Vasco, denunció que el Gobierno está invadiendo competencias de las comunidades autónomas. En este sentido, cabe señalar que las competencias en materia de bienestar animal están transferidas a estas últimas, por lo que la legislación autonómica puede prevalecer sobre la nacional. Este es el caso de la Comunidad Valenciana, donde los socialistas de Unidos Podemos y Compromís han aprobado una serie de normas en clara contradicción con la ley nacional. Por ejemplo, los comerciantes podrán seguir exponiendo y vendiendo animales en los comercios, en virtud del artículo 19 de la ley comunitaria, que establece los “requisitos de las perreras y establecimientos públicos de venta de animales de compañía”. Respecto a la lista positiva que introduce la ley de Belarra, la conselleria competente afirma que “revisará la lista de especies y los requisitos y condiciones para la venta de cada una de ellas en el plazo de dos años”, es decir, sin prisa. La Comunidad Valenciana sigue permitiendo la venta de animales a través de Internet, una actividad totalmente prohibida por la legislación nacional, por otro lado, los perros de caza valencianos están incluidos en la ley que regula su bienestar.
Las comunidades autónomas deben adaptar su legislación a la nacional, pero mientras no lo hagan, en los ámbitos en los que tienen competencias, su normativa prevalece sobre la nacional.
Siguiendo en la Comunidad Valenciana, ¿qué pasa con las Fallas (https://www.inthenet.eu/2022/03/25/valencia-la-fenice-che-rinasce-dal-fuoco-delle-fallas/) en cuanto al respeto a los animales? Tema que dejaré para otro artículo.
Ley Orgánica 10/1995, de 23 de noviembre, del Código Penal
https://www.boe.es/eli/es/lo/1995/11/23/10/con
BOLETÍN OFICIAL DE LAS CORTES GENERALES Congreso de los diputados
https://www.congreso.es/backoffice_doc/prensa/notas_prensa/96099_1675693858550.pdf
venerdì, 17 marzo 2023
In copertina: Foto di Mohamed Hassan da Pixabay (gratuita da usare sotto la licenza Pixabay)