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Sionismo, bellicismo, arroganza e soldi Us
di Simona Maria Frigerio e Luciano Uggè
Ci rendiamo perfettamente conto che saremo considerati antisemiti per quanto scriveremo ma se Israele non è oltre uno Stato democratico (ossia la nazione di ebrei, cristiani, atei e musulmani) bensì la Nazione del solo popolo ebraico, non è semanticamente possibile scindere la critica di Israele/Stato da quella di Israele/ebrei – e questo per scelta politica e giuridica del medesimo Stato, non certamente nostra.
Fatta la dovuta premessa, veniamo ai fatti. Ciò che sta succedendo in queste settimane nei Territori Occupati da Israele e che appartengono al popolo palestinese come da successive risoluzione dell’Onu (tutte perfettamente inutili in quanto gli Stati Uniti non hanno mai permesso che alcuna fosse attesa) va ormai aldilà dell’umanamente concepibile – soprattutto in quanto tali violenze sono perpetrate da coloro che rivendicano (giustamente) le sofferenze dell’Olocausto.
Come scrive Juish Voice for Peace (1): “Domenica nei territori occupati della Cisgiordania, abbiamo visto il risultato inevitabile dell’ideologia sionista: i coloni israeliani hanno distrutto le case dei palestinesi, i loro mezzi di sostentamento e le loro vite nel tentativo di forzare i palestinesi ad abbandonare la loro terra” (t.d.g.).
A fine febbraio, per rappresaglia contro l’uccisione di due israeliani, circa 300 coloni hanno letteralmente messo a ferro e fuoco i villaggi palestinesi di Huwara, Zatara e Burin, ferendo 350 palestinesi e uccidendo il 37enne Sameh al-Aqtash, appena rientrato dalla Turchia, dove aveva prestato soccorso alle vittime del terremoto e che lascia orfani tre bambini. Come già accaduto in precedenza, “non solamente i militari israeliani non sono riusciti a proteggere i palestinesi dalle violenze dei coloni, ma hanno impedito alle ambulanze e ai medici di curare i feriti” (t.d.g. 1 e 2). Sebbene l’esercito degli occupanti – per i trattati internazionali – dovrebbe garantire la sicurezza degli occupati.
Beth Miller, direttore politico di Jewish Voice for Peace Action afferma senza mezzi termini: “I coloni israeliani che hanno bruciato le case dei palestinesi e attaccato la popolazione in strada sono supportati dall’esercito e dal Governo israeliani. L’esercito israeliano riceve 3,8 miliardi di dollari ogni anno dagli Stati Uniti. Finché il Governo statunitense continuerà a offrire sostegno a Israele, supporterà la folla violenta dei coloni. Il primo passo per mettere fine alle violenze è chiedere di più ai nostri leader – dobbiamo impedire che gli Us finanzino l’esercito israeliano” (t.d.g. 1 e 3).
Del resto, le dichiarazioni ufficiali riportate da Al Jazeera (4) corroborano questa immagine. Il Ministro israeliano delle Finanze, Bezalel Smotrich, ha affermato di fronte ai media: “Penso che il villaggio di Huwara abbia bisogno di essere spazzato via. Penso che lo Stato d’Israele debba farlo” (t.d.g.). Il politico, così dicendo, non si è nemmeno accorto di aver proferito intenti simili alle sanguinose rappresaglie nazi-fasciste di cui si sono macchiati i tedeschi e gli italiani durante la Seconda guerra mondiale (come quella nel villaggio di Domenikon, in Tessaglia, ordinata dal Generale Carlo Geloso e definita ‘lezione salutare’ dal generale Cesare Benelli; o il massacro di Oradour-sur-Glane commesso dalla II divisione corazzata SS).
Ma non finisce qui. Come denuncia anche Haaretz (5), l’esercito israeliano ha deciso di costruire un nuovo campo per l’addestramento militare. Dove? Proprio in Cisgiordania, in un’area in cui si trovano ben otto villaggi palestinesi. I piani per la deportazione forzata di centinaia di esseri umani dalla zona di Masafer Yatta sarebbero già stati stilati.
Nel frattempo, si registra anche il bombardamento dell’aeroporto di Aleppo, sempre da parte dell’esercito israeliano – appoggiato da quegli States che pretendono di rimanere nell’Est della Siria, ovvero sul suolo di uno Stato sovrano. Israele dimostra così non solamente tutta la propria arroganza ma anche la più assoluta mancanza di umanità, in quanto l’aeroporto di Aleppo era quello più vicino ai terremotati e serviva per portare gli aiuti umanitari agli stessi. Fino a quando l’aeroporto sarà reso nuovamente agibile, gli aiuti dovranno essere dirottati sulla più lontana Damasco.
Il precedente attacco aereo israeliano contro la Siria era avvenuto a febbraio, quando fonti ufficiali siriane avevano denunciato il bombardamento di un quartiere residenziale proprio a Damasco, sfociato in cinque morti e una quindicina di civili feriti.
Altri Paesi per simili ‘operazioni’ verrebbero etichettati come terroristi.
(1) Per l’articolo completo in inglese, rimandiamo a:
https://www.jewishvoiceforpeace.org/2023/02/the-horrific-settler-attacks-on-palestinian-villages-are-the-inevitable-result-of-zionism/ Juish Voice for Peace è un’organizzazione statunitense multietnica, intergenerazionale, contraria al pensiero sionista, formata da ebrei e non, che aspira a un nuovo assetto, pacifico ed egualitario, per palestinese e israeliani, trasformando la politica statunitense
(2) La denuncia contro il comportamento dei militari israeliani a Jenin: “L’autista dell’ambulanza” ha tentato di soccorrere “uno dei martiri a terra, ma le forze israeliane hanno sparato direttamente contro l’ambulanza impedendogli di raggiungerlo”.
(3) Tutti i miliardi Us per finanziare l’esercito israeliano:
https://ilmanifesto.it/israele-ricevera-aiuti-militari-usa-per-decine-di-miliardi-di-dollari
(4) Per l’articolo completo in inglese, rimandiamo a: https://www.aljazeera.com/news/2023/3/1/israel-arrests-settlers-after-anti-palestinian-pogrom
(5) Per l’articolo completo in inglese, rimandiamo a: https://www.haaretz.com/israel-news/2023-01-11/ty-article/.highlight/israeli-army-advances-eviction-of-eight-palestinian-villages-in-west-bank/00000185-9d69-d94b-ad8d-bfef84390000
venerdì, 17 marzo 2023
In copertina: Striscia di Gaza, foto di Hosny Salah da Pixabay (gratuita da usare sotto la licenza di Pixabay)