Mai comico fu più triste
di Simona Maria Frigerio e Luciano Uggè
Due Buster Keaton, volto imbiancato e inespressivo, due rocker dépassé con abito opportunamente color tappezzeria, e l’eterno femminino in versione automa per un’ora di acrobazie tecnicamente perfette ma contenutisticamente asettiche.
A guastare il metodico ménage di due coinquilini ante litteram, arriva un automa – a metà strada tra bambola gonfiabile per desideri mediocri e colf a mezzo servizio. L’automa ha in sé il perturbante di una lunga tradizione letteraria, principalmente in lingua tedesca. Pensiamo a Schiaccianoci e il re dei topi (Nußknacker und Mausekönig) di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, pubblicato nel 1816, che ha poi ispirato la versione edulcorata di Alexandre Dumas padre, a sua volta musicata da Pëtr Il’ič Čajkovskij (op. 71); o, sempre dello stesso autore, a L’uomo della sabbia (Der Sandmann). Ma pensiamo anche alla leggenda del Golem e al cinema muto tedesco, soprattutto di matrice espressionista – in particolare a Ernst Lubitsch con Bambola di carne (Die Puppe, 1919), feticcio del desiderio molto simile, nelle fattezze e nella capigliatura, a quella che vediamo in scena ribellarsi ai suoi padroni/inventori. Ed è qui che risiede l’intera fabula: la ‘serva’ si trasforma in ‘padrona’ e le quattro mura domestiche in un inferno (o in una girandola di trovate il stile comiche).
A parte l’intelligente utilizzo di ogni oggetto di scena e dei vari meccanismi a scomparsa; l’intervento à la Frankenstein quando i due squartano la bambola; oltre a un’aderenza al limite del maniacale con le gag di Keaton, la parte migliore risulta la scena prima del finale quando le dissonanze musicali (eseguite dal vivo, come nei cinema ai tempi del muto) si sposano con i gesti inconsulti dell’automa creando un cortocircuito angosciante che, a sua volta, provoca un effetto parossistico.
Ma a che pro? Cosa dovrebbe comunicarci questo perfetto meccanismo acrobatico con una scenografia funzionale da applauso in sé? Resta il vuoto. Il nulla. L’estemporanea immagine finale del bosco svedese e quella torta con tanto di candelina per un automa.
Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Fabbricone
via Ferdinando Targetti, 10/8 – Prato
giovedì 2 marzo 2023, ore 20.45
Jakop Ahlbom Company presenta:
Lebensraum
regia e concept Jakop Ahlbom
con Reinier Schimmel, Jakop Ahlbom/Yannick Greweldinger, Silke Hundertmark/Jagoda Bobrowska, Leonard Lucieer, Ralph Mulder/Empee Holwerda
musica Alamo Race Track
scenografia Douwe Hibma e Jakop Ahlbom
drammaturgia Judith Wendel
luci Yuri Schreuders
venerdì, 10 marzo 2023
In copertina: Lebensraum, foto di Sanne Peper (gentilmente fornita dall’Ufficio stampa del Teatro Metastasio)