Un veloce viaggio tra le esposizioni più interessanti del Vecchio Continente
di Luciano Uggè
Indubbiamente interessanti – per varietà di temi e proposte, scelte artistiche e nomi – l’inverno e l’inizio della primavera artistica in alcune nazioni europee.
Partiamo dalla riva settentrionale del fiume Duero, che sfocia nell’oceano Atlantico, ove sorge a capital do norte, Porto. Qui, fino al 30 aprile 2023, si terrà Who Tells a Tale presso il Museo Serralves di Arte Contemporanea. La personale dedicata a Paula Rego (recentemente scomparsa) – già dal titolo – inquadra le opere dell’artista portoghese (ma che ha trascorso la maggior parte della propria vita in Gran Bretagna) come un delicato intreccio tra pittura e favola, disegno e letteratura per bambini, stampe e racconto orale.
Dopo le passate edizioni della Contemporary Art Station tenutesi a Tokyo, Hong Kong e Barcellona, si annuncia la Madrid Station Exhibition – che si sovrapporrà alla Spanish Art Week – dal 1° al 28 febbraio 2023. Nei giorni in cui la capitale iberica sarà invasa da turisti, buyer, collezionisti e investitori, gli artisti potranno vedere le proprio opere stampate in grande formato ed esposte sulle pareti della Stazione Nuevos Ministerio, dove gli organizzatori stimano un flusso di 2 milioni e mezzo di persone al giorno. Aldilà dell’opportunità per i giovani artisti di farsi notare e, magari, acquistare, sarà un’occasione anche per i comuni passanti di venire in contatto con nuove tendenze artistiche e per godere di un panorama urbano non meramente pubblicitario.
Come a Porto anche a Basilea sarà una donna la protagonista indiscussa della prossima stagione espositiva. Fino al 17 settembre 2023, negli spazi della Fondation Beyeler (che festeggia i suoi primi 25 anni di attività), conosceremo meglio le opere di Doris Salcedo, nata a Bogotá nel 1958, da sempre vicina alle tematiche di denuncia degli effetti dell’emarginazione e della violenza – sia in Colombia, sia in altre parti del mondo. In Svizzera il visitatore si confronta con una vasta installazione ambientale, intitolata Palimpsest, dedicata alla strage di migranti che prosegue da circa vent’anni nelle acque del Mediterraneo e dell’Atlantico – come dimostrano i dati che parlano di oltre 15.600 tra uomini, donne e bambini, provenienti da Nord Africa, Medio Oriente, Iraq, Afghanistan e Siria, che hanno perso la vita al largo delle coste greche, italiane e spagnole tra il 2013 e il 2017.
Al Mak, il Museo di Arti Applicate di Vienna, fino al 5 marzo 2023, si cambia completamente registro con l’esposizione 100 Best Posters 21, dedicato ai migliori poster prodotti in Germania, Austria e Svizzera nel 2021, su tematiche di impatto sociale. Questione di genere e difesa ambientale, ma anche criptovalute e Covid-19 sono affrontati utilizzando una pluralità di tecniche – compresi il foto-collage e la fotografia. Alla competizione hanno partecipato non solamente grafici affermati e agenzie di comunicazione ma anche studenti: le cento opere in mostra sono state selezionate tra 2008 poster provenienti dai tre Paesi di lingua tedesca.
Location classica per una mostra decisamente originale. Il Louvre di Parigi ospiterà fino al 6 marzo 2023, Splendeurs des Oasis d’Ouzbékistan, il “cuore dell’Asia centrale”, noto al grande pubblico per città quali Samarcanda, già capitale del regno di Tamerlano nel 1370, e Boukhara, importante tappa sulla Via della Seta tra il IX e il XVII secolo (di cui conserva molte vestigia). In mostra diciassette secoli di storia grazie a una collezione di circa 130 pezzi, provenienti sia dall’Europa sia dagli Stati Uniti, che “permettono di comprendere come questa regione ai confini di Cina e India, abbia saputo affascinare Alessandro il Grande, ma anche i califfi di Bagdad e, oltre il mondo iraniano” l’estremo Oriente.
Nuove tecnologie al servizio di uno tra gli artisti più surreali e onirici del XX secolo, Marc Chagall. Dal 17 febbraio 2023 a gennaio 2024, l’Atelier des Lumières, sempre a Parigi, ospiterà un’esposizione digitale che permetterà al visitatore di inserirsi egli stesso, come personaggio attivo, nell’universo colorato e fantastico dell’artista russo (naturalizzato francese). L’Atelier, nato grazie al recupero di una fonderia ottocentesca, grazie alle peculiarità della sua struttura e all’altezza delle pareti, offre un’esperienza immersiva che, nel caso di Chagall, va oltre la dimensione dell’omaggio o di attrazione per chi non avesse un particolare interesse verso l’arte, data la natura stessa del linguaggio artistico del Maestro.
Aldilà della Manica, due esposizioni colpiscono in quanto apparentemente su fronti opposti: la prima, focalizzata su un artista decisamente contemporaneo, la seconda su nomi ormai entrati nella storia dell’arte, eppure entrambe particolarmente interessanti perché di-mostrano come l’arte – quando colpisce ed è autentica – sia sempre espressione e denuncia dei tem(p)i che ci affliggono. Al Camden Art Centre di Londra, fino al 26 maggio 2023, è possibile confrontarsi con Mohammed Sami: The Point 0, una personale dell’artista iracheno che scava nella propria esperienza di profugo, rifugiato in Svezia, e nei ricordi del proprio Paese – attraverso una serie di quadri di grandi dimensioni che raccontano un dolore insieme personalissimo eppure collettivo espresso da panorami claustrofobici e interni abbandonati. Mentre alla National Gallery, dal 25 marzo fino al 13 agosto 2023, protagonista della prestigiosa istituzione londinese sarà la collettiva, After Impressionism. I Maestri del cubismo e i maggiori astrattisti e, soprattutto, espressionisti – dell’Otto e Novecento – faranno comprendere al visitatore come i linguaggi artistici, le estetiche e le poetiche possano essere essi stessi, aldilà dei temi trattati, l’espressione delle istanze sociali e politiche di un preciso contesto socio-culturale e storico. La fragilità dell’uomo passa anche attraverso una composizione, la scelta di un colore, la forza di una pennellata.
Chiudiamo il nostro viaggio virtuale (che speriamo i lettori possano e vogliano seguire, almeno in parte) alla Neue Nationalgalerie di Berlino. Sebbene la galleria ospiti le esposizioni permanenti di arte del Novecento, la mancanza di spazio (come accade anche nella nostra Brera), costringerà gli allestitori a conservare in magazzino le opere prodotte tra il 1900 e il 1945 e, a partire da settembre 2023, si potranno ammirare quelle del periodo successivo, raccolte sotto il titolo Zerreißprobe. Art Between Politics and Society, 1945-1985.
Buon tour a tutti!
venerdì, 20 gennaio 2023
In copertina: Mohammed Sami: The Point 0 (immagine con la quale è pubblicizzata la mostra, sul sito del Camden Art Centre)