Come potrà la Russia fidarsi ancora dell’Europa?
di Luciano Uggè (traduzioni di Simona M. Frigerio)
Qualche tempo fa scrivemmo un pezzo in cui affermavamo che il Presidente Putin fosse il più europeista degli europei. Le recenti affermazioni dello stesso e di Angela Merkel (ex cancelliera tedesca) dimostrano quanto la nostra analisi fosse vicina alla realtà dei fatti – così come la narrazione della guerra in Donbass, che abbiamo sempre fatto risalire al 2014.
Il 7 dicembre, Merkel al Die Zeit avrebbe affermato: “Gli accordi di Minsk del 2014 (1) erano un tentativo di dare tempo all’Ucraina. L’Ucraina ha usato questo tempo per diventare più forte, come potete vedere oggi. L’Ucraina del 2014/15 non era quella di adesso. Guardate come ha preso parte alla battaglia di Debaltsevo. All’inizio del 2015, [Vladimir] Putin l’avrebbe invasa facilmente. E dubito molto che i Paesi della Nato avrebbero fatto tanto quanto fanno oggi per aiutare l’Ucraina” (t.d.g.).
Da quanto affermato dall’ex Cancelliera, oltre al fatto che nessuno dei firmatari europei (e, ovviamente, la stessa Ucraina) aveva alcuna intenzione che si applicasse il Protocollo di Minsk, emerge il disprezzo tutto occidentale per i diritti delle popolazioni del Donbass – nemmeno nominate. Il principio di autodeterminazione, così spesso rivendicato da Ue e Onu, quando si tratti di minoranze in Paesi considerati ‘nemici’ o semplicemente concorrenti a livello strategico o economico, non è mai stato considerato prioritario dalle nostre democrazie se rivendicato da quella popolazione che, effettivamente, è stata abbandonata alla violenza di Kyiv – come documentato persino dalla stampa italiana per anni, in tempi non sospetti.
Purtroppo questa ‘rivelazione’ rende ancora più difficile sedersi a un tavolo delle trattative e, per i russi e le Repubbliche indipendentiste, credere ad accordi avallati dall’Osce o a situazioni ibride in cui, a un cessate il fuoco, dovessero seguire trattative per ridefinire i confini o anche solo rifare i referendum a Donetsk e Lugansk. Di fronte all’ammissione di Merkel (e, quindi, degli europei) di aver agito per scopi altri, pur ricoprendo il ruolo di garante in un accordo di pace, quale Stato si fiderà più del nostro Parlamento europeo e dei suoi rappresentanti?
Non a caso, il Presidente Vladimir Putin (secondo la Tass) avrebbe affermato che la fiducia russa è quasi vicina allo zero. Proprio in merito alle esternazioni di Merkel avrebbe aggiunto che le stesse: “semplicemente dimostrano che abbiamo fatto la cosa giusta a lanciare l’Operazione Militare Speciale”. E ancora: “È emerso che nessuno voleva realizzare l’accordo di Minsk… La leadership ucraina, da quanto risulta dalle affermazioni dell’ex Presidente [Pyotr Poroshenko], ammette che non avrebbe agito in accordo con quanto firmato. Ma mi aspettavo che gli altri firmatari sarebbero stati onesti con noi. Emerge che, al contrario ci hanno ingannati: il loro obiettivo era costruire un apparato militare ucraino forte da preparare alle ostilità. Apparentemente, abbiamo scoperto i nostri punti di riferimento troppo tardi – a essere onesti. Forse avremmo dovuto iniziare tutto questo prima, ma speravamo di essere in grado di raggiungere un accordo all’interno del Protocollo di Minsk”.
Ovviamente il Presidente Putin ha anche sottolineato come la Russia credesse, in particolare, nell’onestà dei tedeschi e come questa dichiarazione – in fondo improvvida – lo porti a ritenere che nonostante abbia “dichiarato più volte che siamo pronti a un accordo, siamo aperti, questo ci blocca e ci fa riflettere riguardo a coloro che ci troviamo di fronte nelle trattative” (t.d.g. dall’inglese).
Sebbene il timore della Russia, rispetto all’allargamento della Nato oltre i confini stabiliti dagli accordi presi con l’Occidente – prima della dissoluzione dell’Urss – sia stato sottovalutato, è certo che lo stesso corrispondesse alla realtà dei fatti. È stato il tedesco Der Spiegel – come riporta anche il Fatto Quotidiano del 21 febbraio 2022 – ad aver scoperto la prova che quell’accordo esisteva: “il rappresentante della Germania dell’Ovest Jürgen Chroborg dichiarò «nelle trattative a 2+4 abbiamo chiarito che non estenderemo la Nato oltre l’Elba. Non possiamo quindi dare alla Polonia e agli altri l’ingresso nella Nato». Ed anche il rappresentante degli Usa Raymond Seitz avrebbe aggiunto: «Abbiamo chiarito all’Unione Sovietica – nel 2+4 come in altri incontri – che non trarremo alcun vantaggio dal ritiro delle truppe sovietiche dall’Europa dell’Est»” (2).
Come abbia potuto la Russia continuare a fidarsi dei 2+4 (dove i quattro erano: Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania), dopo aver assistito al progressivo allargamento dell’Alleanza Atlantica fino ai suoi confini, non è dato saperlo. Sicuramente il fatto che non vi sia stata una riforma costituzionale in Ucraina – che sarebbe dovuta entrare in vigore entro la fine del 2015 – che prevedesse la decentralizzazione e il conferimento di uno status speciale alle aree autonome delle regioni di Donetsk e Lugansk, avrebbe dovuto risvegliare ben prima sani dubbi nella mente dei russi nei confronti degli altri firmatari dell’accordo di Minsk.
E così Angela Merkel riscrive la narrazione degli ultimi mesi – anche se non pensiamo fosse questo il suo obiettivo – ossia dà ragione agli indipendentisti e a Mosca che fosse indispensabile agire perché altrimenti il Donbass sarebbe stato invaso e travolto. E il passo successivo – ci viene da pensare – sarebbe stato l’entrata dell’Ucraina nella Nato e il posizionamento di armi nucleari in quel Paese. Ma le dichiarazioni della ex Cancelliera, a parte dare ragione ai timori russi, e confermarne le accuse, ha anche messo la pietra tombale su possibili futuri accordi? Chi è ormai nella posizione di garantirli? Ma, soprattutto, a che scopo Merkel si è fatta intervistare da privata cittadina?
(1) https://it.wikipedia.org/wiki/Protocollo_di_Minsk
(2) L’articolo per intero dei colleghi de Il Fatto Quotidiano: https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/02/21/la-russia-e-il-timore-antico-dellespansione-nato-lo-spiegel-atto-dei-paesi-occidentali-prometteva-di-non-estendere-lalleanza/6500763/
venerdì, 16 dicembre 2022
In copertina: Foto di Jonas Schmidt (Gratuito da usare sotto la licenza Pixabay).