Difendere la Costituzione e la salute per ritrovare l’uomo
di Simona Maria Frigerio
Firenze, 19 novembre, ore 14.30. Presso il Cinema Odeon di Firenze, tra una manciata di minuti, inizierà il Convegno Difendere la Costituzione e la salute per ritrovare l’uomo, organizzato da Assis – Associazione di Studi e Informazione sulla Salute. Sotto una pioggerellina bizzosa, arrivano alla spicciolata a centinaia dall’intera Toscana ma anche da fuori regione. Un pubblico trasversale rispetto all’età (vediamo anche alcuni adolescenti), riunitosi a pochi giorni da quel 29 novembre, data in cui la Corte Costituzionale dovrà esaminare la legittimità dell’obbligo vaccinale anti Covid-19.
L’incontro vuole fornire dati medico-scientifici e pareri legali in merito alla prossima sentenza. I cinque relatori sul palco sono il professor Vincenzo Baldini, il professor Carlo Iannello, l’avvocato Antonio Carbonelli, il dottor Dario Giacomini e la dottoressa Patrizia Gentilini. Ad aprire la discussione, in video, interviene il dottor Alberto Donzelli. Coordina gli interventi il dottor Eugenio Serravalle.
Partiamo dallo stato di fatto. La Corte costituzionale nella sentenza n. 5/2018 considera l’obbligo vaccinale compatibile con i principi dell’art. 32 della Costituzione solo se sono soddisfatti tre requisiti. Il primo prevede che “il trattamento sia diretto non solo a migliorare o a preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli altri, giacché è proprio tale ulteriore scopo, attinente alla salute come interesse della collettività, a giustificare la compressione di quella autodeterminazione dell’uomo che inerisce al diritto di ciascuno alla salute in quanto diritto fondamentale”. Il secondo che vi sia “la previsione che esso non incida negativamente sullo stato di salute di colui che vi è assoggettato, salvo che per quelle sole conseguenze che, per la loro temporaneità e scarsa entità, appaiano normali di ogni intervento sanitario e, pertanto, tollerabili”. Infine, che vi sia “la corresponsione di una ‘equa indennità’ in favore del danneggiato, nell’ipotesi di danno ulteriore alla salute del soggetto sottoposto al trattamento obbligatorio”.
Il primo a intervenire è il dottor Alberto Donzelli che tiene a precisare di essere in pensione e non avere alcun conflitto di interessi né remunerazione per il suo incarico di presidente della Fondazione senza scopo di lucro, Allineare sanità e salute (1), e come membro della Commissione Medico-Scientifica indipendente (CMSi, 2). Donzelli si concentra a provare, statistiche e studi internazionali alla mano, come i vaccini a mRNA attualmente utilizzati in Italia non rispondano ai primi due requisiti stabiliti dalla Corte Costituzionale.
Partiamo dal “preservare lo stato di salute degli altri”, il che avviene solo in presenza di vaccini immunizzanti – ossia che bloccano il contagio in quanto la persona vaccinata non si contagia e non contagia altri. Secondo uno studio svedese, pubblicato su The Lancet, il 4 febbraio 2022, e relativo alla variante Delta, leggiamo sulle slide: “La protezione da una infezione di ogni gravità in Svezia non è più statisticamente significativa a 7 mesi, è nulla a 8 mesi, è tendenzialmente negativa, cioè sotto alla protezione dei non vaccinati, a 9 mesi”. Con la variante Omicron, la perdita della protezione sembrerebbe accelerare, come dimostrerebbe uno studio danese in preprint, anch’esso mostrato durante il Convegno: “In Danimarca nei vaccinati Pfizer (2 dosi) la protezione da Omicron è stata: nel 1° mese 55%” (quindi, ben al di sotto di quanto solitamente asserito dai media italiani); e “tra il 2° e il 3° mese è piombata al 9%”, mentre “tra 3 e 5 mesi è finita” a “-76% sotto al livello dei non vaccinati” (3). Tra i tanti studi, sempre presentati dal dottor Donzelli, ne va notato uno inglese che dimostra come, dalla terza settimana del 2022, i trivaccinati di tutte le età, rispetto ai non vaccinati, si contagino 2,80 volte di più; nella fascia 18-69 anni, addirittura 4,01 volte di più. Se, però, si pensa che la quarta dose risolverebbe il problema, secondo un recente studio israeliano (4) è emerso che: “Su quasi 100.000 israeliani, «… a confronto con lo svanire dimostrato in precedenza dell’efficacia relativa di 3 dosi a confronto di 2 dosi nel mondo reale, che inizia circa tre mesi dopo l’inoculazione, l’efficacia pratica della 4a dose contro l’infezione svanisce più presto, in 10 settimane, in modo simile al fatto che la 3a dose svanisce prima della 2a dose”.
Questi dati non solamente dimostrerebbero come il vaccino non risponda al requisito di evitare il contagio ma anche come non sia nemmeno preventivabile – visti anche gli alti costi erariali e il peso organizzativo – pensare di risolvere il problema delle varianti del virus corona con campagne vaccinali di massa ripetute ogni due o tre mesi (e persino meno). I medesimi dati e, anzi, con tempi ancora più ristretti di protezione si confermano negli studi su bambini e adolescenti – che toccherebbero la protezione 0 già al sesto mese. Va altresì considerato che secondo i dati britannici raccolti in Deaths by Vaccination Status, England, 1 January 2021 to 31 May 2022 (5), dalla seconda dose di vaccino in avanti per i bambini dai 10 ai 14 anni vi sarebbe un eccesso di mortalità per tutte le cause, rispetto ai non vaccinati, che sarebbe ancora più sensibile oltre la terza dose. I relatori hanno tenuto a precisare che il dato va riparametrato sullo stato di salute generale dei bambini trivaccinati (probabilmente affetti già da altre patologie) ma che lo stesso impone verifiche serie in quanto è significativo. Va altresì indagato l’eccesso di mortalità per tutte le cause avvenuto nei Paesi europei (e che pare tendenzialmente continuare) tra il 2020 e il 2022 per le fasce d’età 0-14 e 15-44 anni. Due fasce per le quali non si può considerare il Covid-19 la causa principale di morte e, tanto meno, di questo aumento, anche tenuto conto del fatto che la Omicron è un’influenza che interessa principalmente le alte vie aeree (6).
Veniamo infine agli eventi avversi verificatisi dopo la vaccinazione e che, per corrispondere ai requisiti della Corte Costituzionale, dovrebbero essere di lieve entità. Secondo lo studio di Peter Doshi et al. (7), che considera gli eventi avversi di speciale interesse, vi sarebbe negli inoculati “un aumento statisticamente significativo e clinicamente rilevante, da 2 a 5 volte maggiore dei ricoveri COVID risparmiati rispetto al gruppo placebo”, il che non solamente dimostrerebbe che casi gravi di effetti avversi al vaccino, ve ne sono, ma addirittura che superano i ricoveri risparmiati grazie al vaccino. Quest’ultimo dato andrebbe sicuramente approfondito in quanto, se si confermasse, bisognerebbe ripensare in toto alla scelta della vaccinazione di massa dato che la campagna vaccinale avrebbe dovuto far diminuire la spesa sanitaria relativa proprio grazie al taglio dei ricoveri.
(1) https://fondazioneallinearesanitaesalute.org/chi-siamo/scopo-finalita-attivita/
(2) https://cmsindipendente.it/
(3) slide adattata da Vaccine effectiveness against SARS-CoV-2 infection with the Omicron or Delta variants following a two-dose or booster BNT162b2 or mRNA-1273 vaccination series: A Danish cohort study di Christian Holm Hansen, Astrid Blicher Schelde, Ida Rask Moustsen-Helm, Hanne-Dorthe Emborg, Tyra Grove Krause, Kåre Mølbak, Palle Valentiner-Branth on behalf of the Infectious Disease Preparedness Group at Statens Serum Institut, medRxiv preprint 2021
https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.12.20.21267966v3
(4) Short term, relative effectiveness of four doses versus three doses of BNT162b2 vaccine in people aged 60 years and older in Israel: retrospective, test negative, case-control study di Sivan Gazit, deputy director, Yaki Saciuk, epidemiologist, Galit Perez, head of clinical research department, Asaf Peretz, head of drug repurposing department, Virginia E Pitzer, associate professor of epidemiology, Tal Patalon, director
https://www.bmj.com/content/377/bmj-2022-071113
(5) referencetable06072022accessible
(6) uno tra i molti articoli che sono comparsi fin dal dicembre del 2021 sulla Omicron: https://torontosun.com/news/world/south-african-study-finds-omicron-more-like-flu
(7) si veda: Serious adverse events of special interest following mRNA COVID-19 vaccination in randomized trials in adults di Joseph Fraiman, Juan Erviti, Mark Jones, Sander Greenland, Patrick Whelan, Robert M. Kaplan, e Peter Doshing
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC9428332/
La seconda parte della relazione, curata da Roberto Rinaldi, sarà pubblicata a breve.
venerdì, 25 novembre 2022
In copertina: Il palco con i relatori (foto di Simona Maria Frigerio).