PD, Francia, Europa: tutti hanno le mani sporche
di Simona Maria Frigerio e Luciano Uggè
Contestare il Presidente Meloni, come qualsiasi altro politico al Governo o meno, è più che lecito, è doveroso, ma quando lo si fa si dovrebbe ‘stare sul pezzo’. Se oggi lo si contestasse perché ha scelto un Ministro della Sanità che non sta facendo quanto promesso da Fratelli d’Italia in campagna elettorale (promesse che hanno probabilmente permesso a tale partito di conquistare la premiership) riguardo all’obbligo vaccinale, alle multe, alla commissione d’inchiesta e così via, si avrebbero tutte le carte in regola per farlo. Ma dato che l’opposizione sarebbe appannaggio del PD e del M5S che quelle norme, regole, imposizioni e prescrizioni hanno voluto e votato, non ci pare che sia possibile una vera revisione degli errori commessi dalla politica in epoca di pandemia – a meno che non sia la società civile a pretenderla, la stessa che è rimasta silente e acquiescente di fronte all’apartheid di parte della società italiana.
Sulla questione delle migrazioni, al contrario, è d’uopo fare qualche ragionamento in più dato che la situazione non si risolve con gli slogan e tanto meno con le prese di posizione tutta retorica e niente sostanza che stanno sostenendo la cosiddetta sinistra italiana e il Paese d’Oltralpe, guidato dal Presidente Macron.
Partiamo da due premesse. La prima è che l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (l’UNHCR) non riconosce lo status di rifugiato per motivi economici. Si ha diritto all’accoglienza solo se si ha timore “ragionevole di essere perseguitato per motivi di carattere etnico, religioso, o a causa della appartenenza a un determinato gruppo sociale, a causa della nazionalità oppure per le opinioni politiche” (al che ci si domanda perché in questi anni non si sia operato in tal senso con i russofili del Donbass). Il secondo elemento da tenere presente è la persecuzione: il solo timore seppur ragionevole potrebbe non bastare.
In questo quadro, dal quale restano escluse milioni di persone (africane ma non solo) che non riescono a garantire la sopravvivenza a sé e alle proprie famiglie, si inserisce il Trattato di Lisbona che introduce il concetto di ‘asilo europeo’. Nell’ambito del Programma pluriennale per lo Spazio di Libertà, Sicurezza e Giustizia (per il periodo 2010-2014), i Paesi della UE si sarebbero accordati per misure comuni come il burden sharing, “ovvero un equilibrio degli sforzi fra gli Stati che ricevono sfollati o che subiscono le conseguenze della accoglienza degli stessi”.
La Francia ha le mani pulite?
Stante il fatto che noi crediamo che gli esseri umani, al pari degli uccelli, abbiano tutto il diritto di migrare e che i flussi migratori hanno sempre caratterizzato la storia dell’umanità (altrimenti come avremmo potuto evolverci tutti quanti da Lucy?), quando il Presidente Meloni afferma che è ora che i Paesi europei smettano di sfruttare l’Africa, causando le migrazioni per motivi economici, fa demagogia o muove un’accusa talmente grave da poter rovesciare equilibri di potere ormai consolidati?
Nel 2019, quando Meloni non era ancora Premier, ecco cosa raccontava a Non è l’Arena:
Poi è stata eletta e, come gli italiani ben sanno, le promesse dei politici potrebbero dimostrarsi alquanto volatili.
Le medesime accuse – meglio argomentate – erano state mosse, però, anche da altri esponenti politici. Alessandro Di Battista del M5S a Che tempo che fa fece detta dichiarazione, ripresa da La Repubblica (1): “Attualmente la Francia, nei pressi di Lione, stampa la moneta utilizzata in 14 Paesi africani, quasi tutti Paesi della zona subsahariana. I quali non soltanto utilizzano una moneta stampata dalla Francia ma, per mantenere il tasso fisso, prima con il Franco francese e oggi con l’Euro, sono costretti a versare circa il 50% dei loro denari in un conto corrente gestito dal Tesoro francese. Conto corrente con il quale viene finanziata una piccola parte del debito pubblico francese, ovvero circa lo 0,5%”.
Teniamo a precisare che l’adesione a tale moneta è su base volontaria ma la Francia (con la moneta o con i mirage, basti ricordare l’attacco contro la Libia del 19 marzo 2011, mossa ‘controfirmata’ dall’Onu e dalla Nato talmente lungimirante da aver favorito una guerra civile tuttora irrisolta) non pretende di conservare la sua influenza sul continente africano anche per scopi non altruisti? Un interessante articolo a proposito è stato scritto da Jo Adetunji (2). La sua conclusione è un’accusa contro quel Paese di intromissione negli affari dell’Africa occidentale, mentre la promessa di invio di altre armi – che sicuramente saranno pagate con il sangue delle popolazioni locali – è l’‘happy ending’ degli interventi francesi degli ultimi dieci anni già da noi adombrati: “Le rivolte nel Nord del Mali nel 2013, che ora Macron sta cercando di gestire tramite l’ECOWAS, sono state la conseguenza dell’intervento militare da parte della Francia e dei suoi alleati in Libia, e della successiva deposizione del leader libico Muammar Gheddafi”.
Sul malessere africano nei confronti del Paese d’Oltralpe sono intervenuti anche altri colleghi, come Ludovico Bianchi su Africa Rivista (3), che scrive: “Sebbene il fondamento della francofobia in Africa sia quindi da rintracciare nell’interventismo postcoloniale francese, un fenomeno avvenuto in maniera pesantemente sproporzionata rispetto alle ex potenze coloniali, le origini dell’astio sono da cercare nella cosiddetta mission civilisatrice, l’esplicito impegno delle prime Repubbliche francesi nel colonizzare con l’obbiettivo di esportare i valori dell’Occidente illuminista”.
Spostando il punto di vista all’Europa, nelle ore in cui il Presidente Macron sembrava preoccuparsi dei migranti fronteggiando il Presidente Meloni, Le Monde scriveva che Francia e Regno Unito firmavano un nuovo accordo messo discretamente in sordina: “Detto accordo, che si inscrive nel quadro del Trattato di Sandhurst, firmato nel gennaio 2018 dai due Paesi, prevede in particolare che i britannici versino 72,2 milioni di euro nel biennio 2022-2023 alla Francia. In cambio, Parigi aumenterà da 800 a 900 il numero degli agenti delle forze dell’ordine sulle spiagge del Paese, da dove salpano i migranti diretti nel Regno Unito” (t.d.g.). Tradotto in parole povere: la Francia, al pari della Turchia o della Libia al tempo di Gheddafi, o del Marocco allettato dalla Spagna con la promessa del Sahara Occidentale, si farà pagare da un altro Paese occidentale per impedire ai migranti di raggiungere le coste di quello stesso Paese.
Il PD aldilà della retorica
Durante la pandemia alcuni si ricorderanno il decreto (5) firmato dai ministri Luigi Di Maio (M5S), Luciana Lamorgese (indipendente), Paola De Micheli (PD) e Roberto Speranza (Articolo Uno/PD) in cui, visto che non potevamo fornire ai rifugiati un “luogo sicuro”, tenendo conto “della situazione di emergenza connessa alla diffusione del coronavirus”, “le attività assistenziali e di soccorso” dovevano essere assicurate “dal Paese di cui le unità navali batt[evano] bandiera”. In un’Europa in emergenza, l’Italia era l’unico Paese che usava tale scusa per dirottare i migranti in altri Stati – in base alla bandiera della nave utilizzata dalla Ong. Meloni non si è inventata nulla di nuovo sotto il sole. Anzi, nel 2020 facemmo anche peggio perché – come puntualizza Irene di Valvasone – dichiarando i nostri porti non sicuri, gli stessi “sono stati chiusi non soltanto alle navi delle organizzazioni non governative, ma anche ad ogni altra nave che trovandosi di fronte a un’imbarcazione in difficoltà ha l’obbligo di prestare soccorso alle persone che si trovano in stato di pericolo” (6).
Va altresì ricordato l’uso delle navi quarantena da parte dei Governi Conte e Draghi (6 e 7) protrattosi persino dopo la fine dello stato d’emergenza e sostenuto, ovviamente, anche dal PD. Provvedimento che potremmo additare come indegno e che ha causato anche la morte di minori.
Ma entriamo nel merito: cosa offrirebbe il PD a chi sbarchi in Italia e non possa avviare la procedura di rifugiato? Se uno straniero oggi entra in Italia senza passaporto e visto (per turismo o per lavoro), ovvero raggiunge “in modo irregolare l’Italia viene respinto alla frontiera oppure, se già entrato nel territorio nazionale, viene espulso, a meno che non debba essere trattenuto in uno dei centri per l’immigrazione per accertarne identità e/o nazionalità. Il provvedimento di espulsione è adottato dalla prefettura competente ed eseguito dalla questura”. Questo ovviamente significa che la cosiddetta sinistra non ha mai affrontato seriamente la questione ma, al massimo, vista l’inefficienza italiana a espellere i migranti irregolari, ha concesso agli stessi di scomparire in un limbo di illegalità che non è di per sé delinquenziale ma può favorire lo sfruttamento e gli incidenti sul lavoro, il caporalato, pratiche mafiose di emissione di documenti falsi, e così via. Fingere di avere a cuore la situazione dei migranti e, al contrario, abbandonarli a se stessi o rimpatriarli forzatamente è stata la soluzione di questo magnanimo PD per anni.
Europa, amara pillola
La stessa Unione Europea che permette ad alcuni Paesi di erigere muri per impedire l’accesso ai migranti, in cui solo una parte degli Stati collabora effettivamente alla redistribuzione degli stessi, che va in Africa a elemosinare o a pretendere (a seconda dei rapporti di forza esistenti) ricchezze e risorse (ultimamente soprattutto energetiche, che sono sottratte alle popolazioni locali per mantenere alti i livelli di vita di noi europei), che paga Capi di Governo o dittatori, indifferentemente, per tenere lontani i migranti dalle proprie coste, è poi talmente convinta della propria rettitudine da accusare solo l’Italia – governata oggi dalla destra ma abbiamo visto come si è sempre comportata la cosiddetta sinistra – di “disumanità”. Eppure l’‘umanissima’ Francia annuncia già di accogliere i 234 migranti della Ocean Viking solo a “titolo eccezionale” mentre i dati ufficiali (8) confermano quanto affermato dal Ministro Matteo Salvini: «In Italia gli sbarchi sono stati quasi 90 mila da inizio anno, e di questi la Francia ne ha accettati solo 38, l’Europa intera solo 117». Pagella Politica dà i dati esatti: “Il 25 agosto, sulla base dell’accordo raggiunto in estate, 38 richiedenti asilo sono partiti dall’Italia verso la Francia, che nel complesso si era detta disponibile ad accogliere circa 3.500 migranti, e il 25 ottobre altri 74 richiedenti sono stati ricollocati dal nostro Paese alla Germania. Secondo fonti stampa, a questi si aggiungono anche cinque migranti ricollocati in Lussemburgo. In base ai dati pubblicamente disponibili, dunque, l’Italia ha ricollocato 117 migranti in almeno tre Paesi europei, il dato correttamente citato da Salvini. Di recente era previsto un nuovo ricollocamento di 50 migranti verso la Francia, che però è stato bloccato”. Non sappiamo se sia la burocrazia o l’inefficienza italiana la causa di tali numeri ridicoli ma il problema resta.
Anche se le domande dei richiedenti asilo sono superiori in Germania (148.000), Francia (103.800) e Spagna (62.000) rispetto all’Italia (45.200) – come i colleghi de La Repubblica si sono affrettati a scrivere – nel 2021 il maggior numero di prime domande di asilo in rapporto alla popolazione ha interessato ben altri Paesi: Cipro, 1.480 ogni 100.000 abitanti, l’Austria con 411 e la Slovenia con 247. Non va poi dimenticato che questo dato è in certo senso fuorviante rispetto al discorso di partenza. La maggior parte degli sbarchi (112.600 nel 2021) o degli arrivi attraverso le frontiere terrestri (87.300 sempre nel 2021) non riguarda i richiedenti asilo, se è vero che in Europa a fine 2020 i motivi per la presenza nell’Unione dei migranti era, per il 9%, l’asilo; mentre il lavoro interessava il 20% di tutti i permessi di soggiorno in corso di validità. Infine, i richiedenti asilo, nel 2021, per la maggior parte arrivavano da Paesi destabilizzati dall’Europa e dagli Us: Siria, Afghanistan e Iraq e, delle 522.400 decisioni di primo grado in merito alla richiesta d’asilo, solo il 39% aveva esito positivo.
I famosi rimpatri nel 2020 hanno riguardato 396.400 cittadini di Paesi terzi, ma sono state effettivamente espulse 70.200 persone (a riprova che il sistema non funziona e si crea un sottobosco di illegalità che è pernicioso sia per gli stranieri sia per gli europei). Da notare che i Paesi in cui si è registrato il maggior numero di rimpatri sono quelli che hanno una contiguità territoriale con l’Europa (e immaginiamo sia più facile trasportarli fino alla frontiera), ossia Albania, Georgia e Ucraina; mentre i Paesi africani (dove si dovrebbe provvedere con voli aerei) registrano un tasso di rimpatrio particolarmente basso – tra il 2 e il 4,8% (9).
Se non scioglieremo il nodo neo-colonialista, se non la smetteremo con la destabilizzazione dei Paesi e la vendita di armi, se non impareremo a rispettare visioni e opinioni diverse dalle nostre, noi europei non faremo che continuare a bisticciare come oche mentre uomini, donne e minori sono trattati peggio delle bestie da macello.
(1) La Repubblica del 21 gennaio 2019:
https://www.repubblica.it/politica/2019/01/21/news/di_maio_e_di_battista_all_attacco_della_francia_sfrutta_l_africa_va_sanzionata_-217090366/
(2) Traduzione a cura di Gaia Resta per Voci Globali dell’articolo originale di Jo Adetunji pubblicato su The Conversation:
https://vociglobali.it/2022/09/09/africa-la-francia-parla-di-giustizia-decoloniale-ma-fa-i-suoi-interessi/
(3) Sulla francofobia in Africa, leggasi anche:
(4) L’articolo di Le Monde, pubblicato il 14 novembre 2022: https://www.lemonde.fr/international/article/2022/11/14/migrants-un-nouvel-accord-signe-entre-la-france-et-le-royaume-uni-pour-lutter-contre-les-traversees-de-la-manche_6149740_3210.html
(5) Il Decreto in originale: https://www.avvenire.it/c/attualita/Documents/M_INFR.GABINETTO.REG_DECRETI(R).0000150.07-04-2020%20(3).pdf
(6) Per approfondire consigliamo l’articolo di Irene di Valvasone, addetta ufficio per il processo presso la Corte di Cassazione ed esperta in diritti umani su Melting Pot Europa: https://www.meltingpot.org/2022/05/sullattuale-illegalita-delle-navi-quarantena/
(7) Per approfondire, leggasi i due articoli di Giansandro Merli:
https://ilmanifesto.it/navi-quarantena-una-costosa-discriminazione
e https://ilmanifesto.it/navi-quarantena-i-casi-dei-ragazzi-morti-non-vanno-chiusi
(8) Il fact checking è stato pubblicato da Pagella politica:
https://www.pagellapolitica.it/fact-checking/salvini-migranti-ricollocati-francia-europa
(9) Tutti i dati citati nei due ultimi paragrafi provengono da: https://ec.europa.eu/info/strategy/priorities-2019-2024/promoting-our-european-way-life/statistics-migration-europe_it
venerdì, 18 novembre 2022
In copertina: immagine di lamuk lamuk; nel pezzo: foto di Gerd Altmann, entrambe da Pixabay.