Riguardo al reintegro anticipato dei medici
di La Redazione di InTheNet
Riceviamo e pubblichiamo la Lettera aperta di un medico e ricercatore circa le promesse del nuovo Ministro della Salute, Orazio Schillaci, di reintegro anticipato del personale sanitario non vaccinato.
La notizia giunge attesa. Comunque fosse e nei limiti del possibile, non ho mai fatto mancare il sostegno a chi chiede aiuto, seguendo in ciò la mia coscienza e i dettami d’un antico, validissimo giuramento oggi purtroppo soggetto anch’esso agli infelici aggiornamenti apportati nel nome del solito, retorico e inconsistente progresso. Un progresso che rivela i suoi celati ma profondi caratteri regressivi nel momento in cui riesce ad alterare anche la stessa percezione dei fatti.
Tra tanti anche ‘l’evento Schillaci’ del ‘progressivo ritorno’ ne è una amara ma perfetta rappresentazione.
Più d’uno s’è affrettato a comunicarmi la novella, ritenuta, erroneamente, lieta. Infatti pare si pensi che dovrei gioire per il ‘ritorno’ da un immeritato confino che mi ha tolto per mesi e mesi il diritto al lavoro e la dignità professionale; in sovrappiù, ad opera di variegate ‘autorità’ ministeriali e sanitarie, mi son trovato appiccicata l’orrenda e ingiustificata etichetta di no-vax. No, non mi sarebbe possibile rallegrarmi nemmeno se ricevessi delle scuse appropriate, o qualche ristoro per i danni subiti.
Veda un po’ se si può in coscienza considerare un ‘dono’ quello che in realtà risulta essere solamente un fine pena anticipato, forse di un mese e mezzo o poco più. Non solo non mi sento colpevole di nulla, ma so d’avere cercato la verità sin dal primo momento di questo infame delirio globale. Son certo d’avere precocemente intuito verità epidemiologiche, diagnostiche, terapeutiche, eccetera. Ben pochi mi son trovato a fianco, perlopiù massacrati dall’assoluta maggioranza di colleghi che è meglio non definire. Mi sono aspettato vanamente che la comunità dei medici e dei ricercatori uscisse dal pesante silenzio, che aprisse un sereno dibattito di adeguato livello. Macchè, mi sono ritrovato con la ‘scienza’ gestita da eccellenze come Mirta Merlino o David Parenzo; la ‘verità’ cucinata da giornalisti ammaestrati, roba da circo Barnum. Immagini Lei la frustrazione. La giustizia? Più sorda, lenta e taciturna che mai, salvo qualche lodevole TAR sperduto, peraltro intervenuto su temi secondari.
Questa sola potrebbe dunque essere la personale ma oggettiva percezione dei fatti.
Le parole untuosamente ‘burocratesche’ del previsto provvedimento non ne tengono minimamente conto. La ‘generosa’ amnistia viene infatti concessa dal ‘de cuius’, non a caso professore universitario, “in considerazione delle mutate situazioni epidemiologiche”.
Nelle stesse ore l’ineffabile Presidente ‘capo testa candida’, in un illuminato discorso, ascrive dette “mutate condizioni epidemiologiche” ad esclusivo merito del miracoloso prodotto costato finora alla comunità degli Europei 71 miliardi di euro. Lode eterna dunque alle case farmaceutiche, alla velocità della loro ‘scienza’ che omette le verifiche, e a quella ricerca che appena poco fa ha annunciato orgogliosamente d’avere modificato un virus corona rendendolo letale per l’80% dei topi da laboratorio (anche se gira ancora la notizia ‘scientifica’ che il virus Wuhan è frutto del coito tra un pangolino e un pipistrello diversamente qualcosa).
Ecco perché oggi non ho nessun motivo per gioire, anzi, sono più triste che mai. L’Italia continua ad essere il paese del Gattopardo, si cambia tutto per non cambiare nulla: se domani le condizioni epidemiologiche mutassero per l’arrivo di un virus letale all’80% tutto potrebbe tornare esattamente come prima, peggio di prima. Il provvedimento attuale è in realtà miserrimo nelle motivazioni, senza un seppur minimo cenno a una necessaria e imprescindibile revisione di quanto è accaduto in questo sventurato Paese, nel tentativo, almeno, di evitare altre catastrofi.
G.G. (Lettera firmata)
venerdì, 4 novembre 2022
In copertina: Foto di Michal Jarmoluk da Pixabay.