Il terzo teatro oggi è il nouveau cirque
di Simona Maria Frigerio
Basta! Finiamola con i soliti nomi del teatro cosiddetto d’avanguardia che mettono sul palco dei bambini a inscenare stupri di pedofili, che propinano 6 o 7 ore di tormento ai loro spettatori per essere incensati da una critica che teme, se non si allinea, di non esistere o da accademici che non vogliono cantare fuori dal coro. Basta con spettacoli dai quali esci arrovellandoti il cervello per cercare una spiegazione o almeno una frase politically correct che ti permetta di esprimere, giornalisticamente parlando, un dubbio senza essere querelato. E basta con chi pensa che rendere contemporaneo significhi semplificare, avere semplicemente un’idea e mettere in naftalina il mestiere – come accade dalla danza alla cosiddetta arte concettuale.
Il nouveau cirque, da ormai una ventina d’anni in tutta Europa dimostra come si possa attualizzare un’arte antica, come quella circense, senza perdere le abilità acquisite in secoli di pratica ma arricchendole con la scenotecnica, la narrazione e la poesia teatrali, musica, danza, discipline e tecnologie le più diverse tutte al servizio di spettacoli che coniugano bravura e bellezza.
Così è accaduto a Pistoia, per l’apertura di una Stagione che appare oltremodo interessante, con il tutto esaurito per Johann Sebastian Circus.
Un Bach rock (e non si scandalizzino i puristi: questo spettacolo ha fatto un gran bene alla musica e siamo certi che domani saranno decine i bambini che vorranno ascoltare le Variazioni Goldberg) è stato il filo conduttore di una reinterpretazione contemporanea – insieme ironica e poetica – dei linguaggi creativi del trapezio, della giocoleria e dell’equilibrismo. Rimessi gli animali in libertà, gettata via la segatura, buttato il costume da clown più horror che comico – dopo il successo pop di It – il circo è forse l’unica arte performativa che abbia saputo conservare il meglio del passato (rispettando la disciplina, indispensabile per raggiungere certi risultati), ma coniugandolo a tecnologie e apparati teatrali che lo hanno reso spettacolo dal vivo che a buon diritto può abitare il palcoscenico.
Tornare a Pistoia è stato entusiasmante, come la prima volta che vi andammo per Obludarium dei Fratelli Forman nel lontano 2014. Tornare a teatro per un altro spettacolo circense che inaugura sia la partnership tra l’Associazione Teatrale Pistoiese e il Centro culturale Il Funaro sia la prima Stagione post-pandemica ci ha fatto bene piscilogicamente. Come allora abbiamo visto centinaia di adulti (di ogni età) e bambini riunirsi gioiosamente e senza timori per celebrare il rito laico del teatro.
Tra il pubblico anche alcuni ragazzi down e neuroatipici che hanno applaudito e partecipato godendosi appieno la serata. Spettacolo, quindi, che ha funzionato anche a livello liminale, esorcizzando la paura e dando un senso di appartenenza alla comunità che mancava fortemente dopo due anni di distanziamento, restrizioni e politiche dividenti che hanno creato disturbi di socializzazione e apprendimento con i quali i giovani e, soprattutto, i bambini si confronteranno per anni.
Il buon teatro fa bene. Il nouveau cirque forse anche meglio.
Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Manzoni
corso Gramsci, 127 – Pistoia
sabato, 8 ottobre 2022, ore 20.00
Johann Sebastian Circus
di Fabiana Ruiz Diaz e Giacomo Costantini
con Fabiana Ruiz Diaz, Giacomo Costantini e Andrea Farnetani
creazione luci Marco Oliani
adattamento luci Domenico De Vita
produzione Circo El Grito
Menzione d’onore nell’ambito di Scintille/Asti Teatro 36
venerdì, 28 ottobre 2022
In copertina: Particolare. El Grito, Johann Sebastian Circus, foto Stefano Celiberti (gentilmente fornita dall’Ufficio stampa del Teatro Manzoni).