La psichedelia torna protagonista
di Simona Maria Frigerio e Luciano Uggè
Gli anni 60 e 70 del Novecento sono stati per la musica altrettanto rivoluzionari quanto lo furono per i costumi e la partecipazione politica. Il capolavoro lisergico degli Iron Butterfly, che distorce ‘In the Garden of Eden’, divenne persino il sottofondo musicale di una tra le scene violente più famose della cinematografia non mainstream, quel Manhunter – firmato da un non ancora addomesticato Michael Mann – che fu un flop al botteghino ma divenne poi un vero cult del genere, regalando all’immaginario collettivo un Hannibal Lecter più sadicamente filosofico del divino Marchese.
In quegli anni si potevano ascoltare capolavori come White Rabbit dei Jefferson Airplane, Are you experienced di Jimi Hendrix, Heroin dei Velvet Underground, Shine on You Crazy Diamond dei Pink Floyd e The End dei Doors.
Poi la fantasia è stata messa sotto naftalina, prima dalla corsa sfrenata all’arricchimento e al successo – grazie alla moda dei rampanti broker di Wall Street che, se non diventavano tutti degli squali, si trasformavano in American Psycho – e poi dalla tristezza auto-lesionista del grunge (che pure abbiamo amato).
Grazie a Over the Real, un Festival di nicchia in una città ormai da eventi voracemente mordi e fuggi, come Lucca, siamo riusciti, al contrario, a riassaporare uno spettacolo intermediale che ha mixato in forma assolutamente live sonorità e immagini psichedeliche – grazie alle musiche ipnotiche di Marco (uBIK) Bonini e Alberto Papotto (Sysiphus) e agli universi creati e interagiti dal vivo da Lino Strangis.
Un tempo senza tempo in cui immergersi nella pura fantasia – evitando di aggrapparsi alla narratività parolaia dell’attuale panorama teatrale, televisivo e cinematografico.
Purtroppo, Stan Brakhage e Sergej Ėjzenštejn hanno perso, già un secolo fa, la partita con D.W. Griffith e abbiamo confuso la ‘nascita di una nazione’ con quella dell’immagine, subordinando la creazione artistica e le potenzialità del mezzo alla linearità della storia, il montaggio delle attrazioni alla consequenzialità della nostra banale esistenza quotidiana – che stava già ammuffendo sulle tavole del teatro borghese.
Al contrario, per una sera a Lucca abbiamo assaporato minuti di sospensione in cui la nostra comprensione del mondo è avvenuta a un livello altro – come quello misconosciuto della pre-razionalità infantile, che si vorrebbe ingabbiare in apprendimenti nozionistici ancora prima di avere esperito quei sei magnifici anni di ignoranza in cui è l’immaginazione a dominare (e come, altrimenti, il potere potrebbe soggiogarci, facendoci credere che l’immaginazione non potrà mai sostituirlo?).
Le immagini psichedeliche di Strangis, le vedremmo rivestire le pareti di un auditorium, nel quale le persone – avvolte dal buio e dalla musica (ovviamente psichedelica e ambientale come quella che abbiamo ascoltato) – potrebbero galleggiare, sospese, sentendosi un po’ Alice e un po’ il Cappellaio Matto nel Paese delle Meraviglie. Finalmente libere dall’onanistico bisogno di arrovellarsi intorno ai divorzi e gli innamoramenti da soap declinati sotto forma di spot dell’ammorbidente, reality nella doccia, gossip regale o show con tronisti e troniste.
La magia di spegnere il profluvio del pensiero razionale – sempre più vuoto e/o coercitivo – per raggiungere una dimensione sub-liminale in cui ritrovare un po’ di pace con se stessi e con il mondo.
Brusco risveglio. Purtroppo.
Lo spettacolo è andato in scena nell’ambito di Over the Real:
sabato 1° ottobre, ore 21.30
Biblioteca Agorà
via delle Trombe, 6 – Lucca
Multimedia live performance
musiche di Marco (uBIK) Bonini e Alberto Papotto (Sysiphus)
ambienti scenici audiovisivi di Lino Strangis
a cura di Veronica D’Auria
venerdì, 21 ottobre 2022
In copertina: Un frammento di spettacolo (foto gentilmente fornita da Veronica D’Auria).