Tra Realtà Virtuali e Performing Media-storytelling dell’Appia Antica
di Spiro Thomson
La III edizione di Performing Media! è iniziata (il 25 per concludersi il 30 settembre) sull’Appia Antica per videoproiettare quello che non c’è più: trafugato o reso calce da fornaci che campeggiavano anche su quella Regina Viarum.
Il Performing Media storytelling è stato scandito dalle videoproiezioni nomadi di Nuvola Project e lo screening sul monitor indossato da Vj-Janus, contestualizzato da un gioco conversazionale che non voleva fare spettacolo ma lo accendeva nella percezione dei partecipanti. Le immagini evocavano le epigrafi trafugate, e quelle salvate dal Principe della Romana Antichità Raffaele Fabretti nel XVII secolo.
Chi ha camminato con noi in quei walkabout ai confini della notte avrà ancora negli occhi le apparizioni di Lucrezia Romana, Ninfa Egeria, Pizie e una splendida Sibilla tiburtina tratta da una sanguigna di Raffaello e proiettata su un muro di pozzolana – che l’ha resa ancor più fantasmatica.
Lunedì, con RomaEuropaFestival al Teatro Argentina, c’è stata la ‘prima’ del libro-librido Performing Media, un futuro remoto. Il percorso di Carlo Infante tra Memoria dell’Avanguardia e Transizione Digitale, a cura di Gaia Riposati e Massimo Di Leo; a cui è seguito un walkabout nel teatro (affollato, quasi 150 partecipanti): ricordiamo Beppe Bartolucci, padre della PostAvanguardia, per puntare alla Cappella Orsini dove si confluisce in convivio.
Martedì si è stati in walkabout al Parco degli Acquedotti in uno dei posti più belli di Roma, che è stato uno dei più brutti e poveri e pericolosi fin quando Luigi Petroselli, sindaco di Roma nel 1979-1981, intervenne per assegnare case popolari ai baraccati, liberando i fornici dell’Acquedotto Felice. In quel luogo così complesso – dove dal 1968 operò Don Sardelli che inventò un ‘dopo scuola’ fondamentale per arginare la deriva delinquenziale di quei giovani (senti i geopodcast su Loquis) – si sono esplorati paesaggi umani percorsi in decine di walkabout. Erano in campo student del Liceo (Classico-Linguistico-Scienze Umane) Cicerone di Frascati, i loro insegnanti, oltre a Matteo Amati, Grazia Napoletano (entrambi sodali di don Roberto in quegli anni) e altri, tra cui un insegnante che mezzo secolo fa insegnava in una scuola elementare che accoglieva gli stessi ragazzi dell’acquedotto.
Mercoledì si è stati ospiti all’Accademia Nazionale di Danza con il workshop sul progetto coreografico, in realtà virtuale, Touching in VR di Ariella Vidach e Claudio Prati-AiEP e si è sviluppato il campo tematico su Performing Media, tra paesaggi umani e virtuali, focalizzato già in un brainstorming a Milano, proprio con AiEP. Nel talk che ne è seguito si è parlato dell’esperienza formativa rilevando come Ariella abbia saputo tradurre il suo imprinting con la contact improvvisation nell’ambiente digitale, lungo un percorso di oltre trent’anni. Già negli anni Novanta lavoravano con il Mandala System, che mise a punto le intuizioni di Myron Krueger (si veda il lemma Treccani su Culture Digitali). Ci si è confrontati con studenti entusiasti dell’esperienza immersiva con i visori Oculus: abbiamo condotto uno screening sulla Performing Media Map realizzato per un progetto di AiEP a Lugano una decina d’anni fa, e con NuvolaProject si è presentata una sentiment analysis del talk stesso. È stato poi il momento della performance, KINEXA studio, un esercizio rigoroso sull’uso della Kinect (tecnologia che ha reso consumer il Mandala System) indagando la relazione tra coreografia e traduzione digitale in tempo reale del corpo in movimento. Ecco così la danzatrice dialogare fisicamente con il suo avatar fin quando l’entità digitale non si emancipa, liberandosi dal giogo interattivo.
Venerdì al Parco Archeologico dell’Appia Antica si è svolto l’Experience-lab con brainstorming e walkabout su L’arte dello spettatore. La nuova rete del valore, tra partecipazione attiva e blockchain – insieme a Communia-Rete per i Beni Comuni e WREP Media Company. Si è presentata, con Nuvola Project, l’attività svolta all’Università di Roma-Sapienza nel corso di Performing Media che ha visto gli studenti realizzare i project work di esame in format NFT (nel link al corso si trovano i dettagli di questa operazione) proprio per sollecitarli a gestire in prima persona il proprio percorso formativo. Sono seguiti interventi, tra gli altri, di Igor Scaglioli e Giorgio Filosto di WREP che hanno già usato la blockchain per certificare l’attività free lance dei web reporter; Fabrizio Fantini (Metacademy.tech) e Maurizio Crocco (architetto e pioniere del Metaverso) che hanno sottolineato come l’evoluzione del web corrisponda a una riqualificazione dei processi di apprendimento, tra edutainment e pratiche di simulazione; Cinzia Rossi, Roberto de Luca e Raffaele Zito (Rete Communia) che hanno prospettato strategie e applicazioni (come Civica, in cui si rileva la misura del valore civico generato dai cittadini virtuosi e, in particolare, la certificazione delle attività di volontariato) per la cura e la costruzione del Bene Comune.
Si è impostato un ragionamento strategico: come valorizzare le dinamiche partecipative, a partire dalla condizione dello spettatore che molti concepiscono come un mero consumatore di spettacoli, ignorando che la nostra Civiltà occidentale grazie all’invenzione del teatro con i Greci, 2800 anni fa, ha creato le condizioni abilitanti per la diffusione dell’alfabeto che allora fu nuova tecnologia. Avete presente la funzione dei neuroni specchio? È l’apprendimento attraverso l’imitazione. Quelle parole sconosciute associate alla mimesi degli attori iniziarono a essere comprese. Il teatro fu la prima scuola di cittadinanza, permise qualche secolo dopo di far nascere la Polis. Si tratta quindi di riconoscere il valore intrinseco del consumo culturale, genericamente detto. Un cardine dei processi di cittadinanza educativa. In quei processi la percezione s’innerva con l’impegno, al contempo l’aggregazione sociale si evolve nella produzione d’immaginario collettivo. Il fatto stesso che sia emersa in questi ultimi decenni, grazie allo sviluppo del web 2.0 (prima con i blog e poi con l’esplosione dei social network) la figura del prosumer, inteso come consumatore che produce interazione e senso, è il punto di partenza del progetto che si sta impostando. In tal senso l’audience engagement (o development) è un concetto che nell’ambito dell’innovazione culturale dello spettacolo è già diffuso, innescando un processo che necessita di un passaggio evolutivo. Si tratta di andare oltre il dato quantitativo proprio del marketing per liberare un potenziale qualitativo dettato dal coinvolgimento e la partecipazione attiva. In questo senso si sta progettando una piattaforma (o meglio un framework come suggeriscono quelli bravi) che attraverso la rete blockchain possa certificare e riconoscere il valore di questa partecipazione senziente.
Se nel calcolo della pensione viene acquisito il Servizio Militare o Civile che sia perché non riconoscere anche il Servizio Culturale?
venerdì, 7 ottobre 2022
In copertina e nel pezzo: Foto gentilmente fornite dall’Autore.